Un rapporto diverso. Una gestione particolare, dell’uomo prima che del calciatore. Tante carote e pochi bastoni per David Manuel Milinkovic. Per Lucarelli è una chiave interpretativa dettata dalla necessità e poi dall’affetto. Non solo: il tecnico in Milinkovic percepisce qualcosa che gli altri non vedono. Lo blinda. Lo protegge. Ha dato e continuerà a dare al franco-serbo più di quanto abbia ricevuto sul campo e fuori: “Con me lui giocherà sempre”. C’è la squadra e poi c’è Milinkovic, che fa storia a sé. Con il suo istinto anarchico, con le sue promesse a volte non mantenute, con le sue galoppate fumose. Con le sue fughe dalla realtà. Talento incontrollabile, voce fuori dal coro. E così, quasi per paradosso, un tecnico che punta sulla forza del collettivo riesce comunque ad accettare il fatto che nel suo sistema d’idee ci sia spazio per la scheggia impazzita. Lo ha capito subito, quando lo ha accostato al cavallo che va lasciato libero di scorrazzare. David Manuel Milinkovic è un’energia esplosiva che incenerisce la logica, che se ne infischia dei segnali stradali, abbattendoli uno dopo l’altro. Lucarelli ha scelto di non ingabbiarlo, questo magma. Ha tirato dritto, perseguendo questa direzione, costi quel che costi. È una storia nella storia.
MATRIMONIO NEGATO – Gli ultimi giorni di mercato sono stati emblematici. Milinkovic voleva il Foggia, il Foggia voleva Milinkovic, fortemente. I presupposti c’erano: l’accordo con il calciatore e anche quello con il Genoa, per blindare subito il 10 giallorosso e poi esercitare eventualmente il diritto di riscatto il prossimo luglio. Al Messina è stata offerta una cifra importante. Sulla questione, come sempre, nelle alte sfere societarie non c’era una visione univoca. Hanno prevalso le convinzioni del tecnico, che ha imposto la sua linea, senza badare al bilancio, né ai desideri del calciatore. Ha messo il Messina e il suo obiettivo salvezza davanti a tutto. Milinkovic non si muove. Adesso Lucarelli dovrà gestire la questione, senza creare squilibri nello spogliatoio. Ieri, in conferenza, ha anticipato la sua linea: “Il mercato può lasciare sempre qualche strascico. Sono stato calciatore anch’io, ho fatto delle cazzate anch’io, e posso capire la delusione per un mancato trasferimento. Non si corre nessun rischio, perché il calciatore è azienda di se stesso e per questo è suo interesse dare il massimo fino alla fine. Stasera atterra a Catania”. Vero, perché dopo lo sbarco Milinkovic è andato a cena con Lucarelli. Volumi alti, ennesimo confronto tra il padre e il figliol prodigo. Chiusa la vicenda, il conto lo ha pagato il mister, com’è giusto che sia. Non solo: Milinkovic, quasi per uno scherzo del destino, domani si troverà dinnanzi all’oggetto del suoi desideri. Forse non partirà titolare o forse sì. Sicuramente è il protagonista più atteso, in primis da Lucarelli. Ancora una carota per il cavallo di razza: nessuno più di Lucarelli ha creduto in David Manuel Milinkovic. Il tecnico attende un’esplosione di cui è convinto. Quel momento che tutti noi, ancora, riusciamo a stento a immaginare.