I due Messina, Sciotto e Arena nel Corner: intervista doppia

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Pubblicato il 12 Giugno 2019 in Primo Piano

Undici anni di umiliazioni e di promesse vendute un tanto al chilo non bastavano. Umiliazioni indelebili, promesse mai realizzate. Un carosello di vertenze, scandali, gole profonde, retroscena, crostate, docce fredde, trasferte di centinaia di chilometri in pullman. Abbonamenti fake, progetti fake, promesse fake. Il Messina troppo spesso utilizzato. Il Messina e i suoi tifosi. Senza nemmeno tanti scrupoli.

QUALE PROGETTO – A completare il quadro, adesso, si è messo di mezzo uno scenario divisivo. Messina calcistica spaccata in due per via di una costante evidentemente insuperabile a queste latitudini: il personaggio che vuole prevalere sul progetto. L’io sul noi. Il frame del noi siamo noi e gli altri, ammesso che esistano, sono decisamente peggiori. E chissà poi perché fanno quel che fanno. La sterile polemica sulle pedine in gioco – quindi i marchi, quindi le identità progettuali – sinceramente non ci appassiona. Non siamo puristi né voltagabbana: guardiamo solo ai fatti e ci piacerebbe, eccome, analizzare i progetti messi sul tavolo. Peccato solo che di progetti e di vision aziendale non ci sia ancora traccia. Non sino ad oggi. E allora chi scrive, ritenendo assolutamente insensata l’idea stessa di costringere questa città a dover scegliere tra due Messina, ha provato virtualmente a mettere insieme, in questo sito che ciclicamente crea dibattito (e di questo siamo sinceramente orgogliosi, con buona pace dei cybercriticoni), i registi assoluti (e contrapposti) dalle cui idee e ambizioni passa molto di ciò che potranno regalarci le domeniche calcistiche del prossimo futuro. Per dovere deontologico – principio sacro per chi scrive in questo vivace spazio del web – è doveroso, nel rispetto dei nostri lettori e degli intervistati, precisare che le dichiarazioni che leggerete di seguito sono state raccolte da chi scrive per la costruzione di un articolo pubblicato nell’edizione ieri in edicola della Gazzetta dello Sport. Non tutto il materiale raccolto per quel fine è stato utilizzato nella stesura del testo. Così l’idea di rielaborare il tutto e proporlo ai nostri lettori in forma più estesa: un faccia a faccia semiserio tra Paolo Sciotto, presidente del Cda dell’Acr Messina, e Rocco Arena, patron di quello che sarà il F.C. Messina.

LA CONCORRENZA SECONDO ARENA
Il dibattito sui “due Messina” è inarrestabile, in questi giorni. Rocco Arena non si tira indietro: «Guardando alla storia, quella concreta e non ideologica, le due società in questione sono entrambe giovani. Anzi, il Città di Messina ha addirittura qualche annetto in più». Però una frangia di tifosi si chiede perché dovrebbe tifare Città di Messina… pardon, F.C. Messina: «I tifosi hanno la libertà di scegliere chi sostenere. Io dico che questa concorrenza è sana nella misura in cui oggi i tifosi messinesi potranno scegliere chi sostenere sulla base della serietà del progetto, dei risultati e della capacità gestionale».

L’UNIONE MANCATA
Non dello stesso avviso il presidente del Cda dell’Acr Messina, Paolo Sciotto: «La soluzione ottimale sarebbe stata un’unica realtà, sono il primo a pensare che questa situazione non faccia bene a nessuno. Messina aveva bisogno di un’unica squadra protagonista di un progetto di rilancio concreto». Ma la sintesi non si è trovata, evidentemente. «Con Lo Re ho provato in ogni modo ad accontentare le sue richieste», dice Sciotto. «Sono arrivato al punto di accettare la sua idea di tenere in gestione il settore giovanile per un altro anno, ma evidentemente aveva già scelto di guardare altrove».

CALCIO, NO BUSINESS
Ad Arena, per l’appunto, che con il patron del Cdm ha trovato un accordo totale: «Sinceramente – dice Arena – le dinamiche della trattativa con la famiglia Sciotto ad un certo punto mi hanno letteralmente scioccato. Quando ho capito che in realtà la loro intenzione era andare avanti, addirittura provando a chiudere un accordo con il Città di Messina, allora ho sentito la libertà di farmi la mia strada. Loro volevano fare business, io calcio. E il calcio è qualcosa che va ben oltre il business. Così sono iniziati i contatti con Maurizio Lo Re, con cui è scattato un feeling istantaneo. Parliamo la stessa lingua».

MAI CON LUI
Visioni distanti e distinte, dunque. E di fronte alla sollecitazione di chi scrive, dinnanzi all’ipotesi, neanche troppo bizzarra, anzi logica, di provare a trovare una forma di dialogo, ci pensa Paolo Sciotto a rompere gli indugi: «Io sono disposto ad accostare il mio nome agli errori commessi, questo lo faccio con umiltà e senza presunzione. Però non posso accostare il mio nome ad un ipotetico progetto con Arena. Ho provato a far dialogare Cdm e Camaro, purtroppo non ci sono riuscito».

GLI OBIETTIVI
Tanto basta per costringerci ad un esercizio di realismo: Messina si presenterà ai nastri del prossimo campionato con due squadre. E stando alle dichiarazioni dei due direttori d’orchestra, le ambizioni, perlomeno sulla carta, sono peraltro identiche. Arena lo sottolinea senza mezzi termini: «Vogliamo vincere il campionato e strutturare un settore giovanile importante». Sciotto risponde per le rime, ma appigliandosi ad un profilo leggermente più basso, per non dire umile: «Sì, l’umiltà sarà la nostra bussola. Ripartiremo dagli errori commessi nel primo biennio e cercheremo di ottenere il traguardo che i tifosi aspettano da troppo tempo».

Bene, mettiamoci il cuore in pace: il calcio a Messina correrà su due binari paralleli. Noi ci limiteremo a raccontare questo viaggio. A voi la scelta del treno su cui puntare.

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