Una sveglia o forse un esame di realtà. Se se si vuole sposare la visione nel post gara del patron Arena, che tende di suo a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, quella incassata ieri contro il Corigliano è una sconfitta salutare. E il futuro prossimo lo dimostrerà.
INSEGUIMENTO FALLITO – Un’interpretazione secondo cui abdicare in favore dell’avversario non è sempre un male: è un esercizio collettivo di crescita. Vero, ma questo avviene solo quando le fondamenta sono solide. La matricola calabrese ha fatto quel che doveva: la rete di Talamo spiana la strada al piano gara di De Sanzo: attesa e ripartenza. Ma al di là dell’avversario, c’è da considerare un fattore mentale non di poco conto: la squadra di Costantino (voto 5), fisiologicamente preposta a condurre il gioco, si è ritrovata ad inseguire. Da qui gli affanni, una manovra poco fluida e un’esposizione costante al contropiede ospite. Un cortocircuito di interpretazione della gara che nasce dallo svantaggio arrivato troppo presto. Uno scossone che ha mandato in bambola i giallorossi, che in termini di approccio si erano in realtà presentati con il solito piglio tutt’altro che attendista. Ma andare sotto ha pesato e tanto. Anche perché l’”elastico” del Corigliano ha funzionato a meraviglia: squadra contratta e inossidabile in fase di non possesso; squadra rapida e dinamica quando c’era da condurre il gioco. Gomes e compagni hanno fatto una fatica da matti a trovare sbocchi verticali. Da qui il raccolto magrissimo in termini di produttività offensiva: giornata nera, che diventa nerissima a guardare il rendimento in fase difensiva. Il gol dell’ex Messina Catalano è lo specchio di quanto detto: attorniato da maglie rosse, è riuscito a trafiggere Aiello con una spensieratezza disarmante.
Aiello 5,5: due interventi su Talamo e Cosenza gli evitano l’insufficienza piena. Complice nell’azione del 1° gol calabrese. Insicuro nelle tempistiche d’intervento.
Casella 5,5: si inserisce poco ed è dalle sue parti che si innesca l’azione del vantaggio calabrese. Il meno peggio in una retroguardia sempre in affanno. (dal 31’ s.t. Carrozza sv)
Marchetti D. 5: ci prova di testa all’alba del match. Tornato nelle sue vesti di centrale, soffre maledettamente le ripartenze ospiti.
Fissore 4,5: l’esordio al San Filippo è da dimenticare. Gli attaccanti avversari hanno sempre una marcia in più. Troppo statico.
Brunetti 5: giornata nerissima sulla corsia sinistra, lì dove Catalano risulta indomabile per il giovane esterno giallorosso. (dal 26’ s.t. Miele 5,5).
Marchetti A. 5: pochi inserimenti e non poca sofferenza in fase di contenimento. Quando è in possesso, si limita a giocare in orizzontale. (dal 36’ s.t. Quitadamo sv).
Giuffrida 5,5: c’è l’impegno e la corsa, ma le geometrie attese dal “play” di Costantino non arrivano mai.
Correnti 6: l’unico a meritarsi la sufficienza. Qualche imprecisione, ma nel complesso è sempre nel vivo del gioco.
Bevis 4: disordinato e svogliato. Sbaglia quasi tutto: a fine primo tempo perde un pallone sanguinoso che innesca l’ennesimo contropiede ospite. (dal 1’ s.t. Dambros 5: giocare sull’esterno non è certo naturale per lui. Non incide per nulla. (dal 48’ s.t. Melillo sv)
Gomes 5,5: segna troppo tardi. Fa a sportellate con i centrali avversari ma i duelli vinti sono pochi o nulli.
Carbonaro 5,5: gli va dato un merito: rema praticamente da solo nell’apatia generale. Ma non è la sua domenica, lo dimostrano i tanti palloni persi.