Tocca a Pasquale Rando, probabilmente l’ultima spiaggia per una squadra incredibilmente fragile e azzoppata da una disarmonia tecnica evidente. Tocca a Pasquale Rando, il primo subentrante della storia ad addossarsi tutte le colpe del suo predecessore: un uomo di campo, e di calcio, genuino.
LA CURA – Il manuale della retorica è stato scavato a fondo per raccontare le mirabolanti imprese, al ribasso, di questo Acr Messina. L’obiettivo è stato spostato su una rosa incapace, al momento, di rispettare le aspettative di direttore sportivo e tifoseria. Gli errori di Antonio Obbedio sono stati analizzati e discussi (alcuni nel momento stesso in cui venivano compiuti): pensare, però, di riassumere il cammino disastroso dei giallorossi con le scelte dell’ex ds della Lucchese sarebbe esercizio di pigrizia e cecità calcistica. Obbedio ha puntato su profili specifici per esperienza e fisicità, una scelta netta che non ha trovato il riscontro del campo anche per i limiti di un Cazzarò che paga, come ovvio nel calcio, per tutti. Non passerà l’alibi di Obbedio per questo gruppo, perché la rosa del Messina non merita la deresponsabilizzazione dopo prestazioni al limite della decenza, o anche oltre come detto dallo stesso Obbedio dopo Troina. Tocca a Pasquale Rando adesso, l’uomo che passa dalla scrivania al campo senza dimenticare le sue colpe, da vero responsabile che non ammette lo scarico su altri. Il neo mister giallorosso è stato netto nel giorno della presentazione parlando di un male interno, definendo il Messina come “primo avversario” del Messina. Se il male è dentro, lo deve essere anche la cura: deve essere la squadra a guarire se stessa. Il campionato non attende nessuno, allo stesso tempo non potrà essere settembre l’ultimo mese di questo Messina.
LA RIVOLUZIONE – Il 4-3-3 di Rando è stato un marchio di fabbrica per quel Città di Messina che fece scoprire Citro, Saraniti e Tiscione: un calcio offensivo e divertente, una ricerca del gioco che pare lontanissima da quella tracciata da Cazzarò con il materiale firmato Obbedio. Nelle prime uscite mediatiche Rando non si sbilancia parlando di due moduli sul piatto, riflessione necessaria per non far vincere le idee pensate sulla realtà concreta. Il Messina resta formato da una rosa limitata dal punto di vista tattico, ci sarà da strattonare più di un calciatore per trovare una forma diversa rispetto a quanto visto fin qui. Il passaggio più complicato sarà quello legato all’atteggiamento: quello mentale dovrà essere da squadra che inizia a credere in se stessa, se funziona la testa funzionano le gambe che diventeranno utili per modificare anche l’atteggiamento in campo. Vedremo un Messina diverso, sicuramente più spregiudicato e voglioso di prendere domicilio nella metà campo avversaria. Purtroppo ci vorrà tempo, perché chiedere a Rando di trasformarsi da allenatore in stregone non è possibile. La vera iniezione di fiducia arriverebbe da una vittoria: magari brutta, sporca o casuale ma pur sempre vittoria. I tre punti diventano necessari per la classifica, per il morale e anche per rendere le idee di Rando credibili agli occhi di un gruppo alla ricerca di una luce da seguire.
CAMPO – Ancora fermi Esposito e Sampietro, out anche Barbera per un problema alla caviglia. Tornano tra i convocati Fragapane e Cristiani vicini a prendersi, anche, una maglia da titolare. Cambierà il sistema e con esso alcune scelte, anche e sopratutto per la regola under da rispettare: in difesa De Meio scalpita, mentre Bruno attende di capire chi ci sarà al suo fianco con le gerarchie che sembrano azzerate. In mediana scelte quasi obbligate con Ott Vale ancora in regia e Saverino e Cristiani a fargli da supporto. In avanti Coralli e Siclari si giocano una maglia, con Orlando utile sia tatticamente che per questione under. Infine c’è Crucitti: mister Rando lo vuole sempre più attaccante, magari esterno, ma attaccante; l’ex Cittanovese deve liberarsi delle rincorse inutili e iniziare a riprendere un rapporto con il gol interrotto da troppo. Il Castrovillari? Non citato di proposito. I calabresi sono avversario tosto e guidato con intelligenza da Sasà Marra; resta, però, viva la dichiarazione di Rando che vede nel Messina il nemico di se stesso, motivo che costringerà questo gruppo a fornire una prestazione finalmente credibile e da squadra vera.
MESSINA (4-3-3) Avella; De Meio, Bruno, Ungaro, Fragapane; Saverino, Ott Vale, Cristiani; Crucitti, Coralli, Orlando. All. Rando
CASTROVILLARI (4-3-1-2) Aiolfi; Mattei, Ferrante, Vona, Greco; Rosi, Miocchi, Lanza; Chironi; Puntoriere, Gagliardi. All. Marra
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale dell’Acr Messina