Tecnica, cattiveria agonistica, esperienza mista a classe e quella dose di spettacolo che piace. Facundo Gabriel Coria si presenta con una doppietta al Giugliano, fa stropicciare gli occhi dei presenti e apre il libro dei rimpianti del Football Club Messina.
IL FANTASMA DEL NATALE PASSATO – Il calcio senza Coria è stato quello visto fino alla trasferta di Nola: squadra interessante e offensiva, poco cattiva e concreta tanto da pagare ogni singolo errore in maniera atroce. Il Football Club del primo terzo di campionato è composto da recriminazioni continue – tutte figlie di sbagli propri – e con una classifica che bilancia, con precisione, il buono e il brutto mostrato sul campo. Dal falso nove visto in Coppa Italia all’ingresso a piedi uniti di Aladje Gomes: incuriosisce la squadra che vede Carbonaro finalizzatore di un gioco corale che si sviluppa sulle corsie, piace quello che trova Gomes centravanti classico dal gol facile ma dalle pause lunghe. I risultati sono ben noti, analizzati senza troppa fatica con la sentenza – che arriva in tutta onestà anche dai protagonisti – che troppi errori hanno inficiato il tanto lavoro dalla Sila in poi. Al Football Club, opinione comune, è mancata cattiveria sotto porta e, in generale, una certa incapacità nel gestire la partita indipendentemente dal risultato di vantaggio o svantaggio.
IL FANTASMA DEL NATALE PRESENTE – L’oggi è rappresentato da Facundo Coria: l’argentino è stato atteso per mesi, e chi conosce la burocrazia sudamericana capisce bene che al Football Club sia andata discretamente bene. L’ex Velez è sembrato – in tante occasioni – la coperta di Linus con cui rifugiarsi dalle critiche. “Appena Coria sarà disponibile sarà un’altra squadra”, un po’ questo il ritornello comune che accompagnava l’attesa del fantasista. Il campo, però, era ancora più atteso per comprendere realmente di che materiale umano si stesse parlando. Il campo ha parlato: Coria contro il Giugliano sfodera calcio. Ci mette tecnica e classe, qualità che in Serie D latitano non per colpe ma per livello. Il suo impatto conquista – e lasciate il tifo da parte quando si parla di bellezza -, aiuta la crescita dei compagni ma soprattutto invita Costantino a rischiare oltre il pensabile. Il tecnico calabrese scatena le armi offensive e piazza Giuffrida al centro di un centrocampo con Bevis (in teoria un’ala offensiva) e Correnti (inventato mezz’ala dopo anni da punta nelle giovanili). Davanti a loro Carbonaro canta e porta la croce mentre il duo argentino Coria-Melillo hanno libertà di inventare. Analizzando i cattivi risultati del Football Club avevamo notato una certa lentezza nello sviluppo dovuta, anche, alla presenza ingombrante di Aladje Gomes. La gara col Giugliano regala quell’opzione credibile che i critici indicavano, frutto comunque del lavoro di un tecnico che preferisce rischiare secondo il suo calcio che andando in contro a presunti equilibri tattici.
IL FANTASMA DEL NATALE FUTURO – Se il Football Club Messina visto col Giugliano sarà quello definitivo è difficile saperlo. Gli incastri under fanno la differenza, faccenda di non poco conto visto che c’è da integrare Gomes in quel tango argentino ballato secondo i ritmi di Coria. Facile? No, difficilissimo perché rinunciare a Carbonaro o Melillo sembra complicato, idem a Giuffrida (e Alessandro Marchetti scalpita); con Bevis che pare il più indiziato a dover lasciar spazio. Soluzione, questa, che però andrebbe ad arretrare Melillo e forse – soprattutto per capacità aerobiche -, a sbilanciare ancora di più la squadra. “L’albero di natale” resta modulo che stuzzica la fantasia e la tecnica: si accorcia l’ampiezza del campo (lasciando il compito ai soli esterni bassi, forse non a caso alla loro migliore prestazione stagionale) e si esalta il palleggio, il pericolo risiede negli eccessi di leziosità che rischiano di aprire alle ripartenze avversarie. La coperta è quindi corta, perché una singola partita dice poco e pensare che quanto visto con il Giugliano sia replicabile per una ventina di sfide consecutive non è così semplice. Quello che resta, però, è la capacità e la voglia di Costantino di incidere con continue novità sul cammino della sua squadra. Il tecnico calabrese non è mai rimasto fermo su un modulo o soluzione; ha modificato e si è lasciato influenzare dalle caratteristiche dei singoli a disposizione. Coria ha portato quel qualcosa che era mancato, ma l’argentino non gode di fiducia cieca: ora arriva il tempo della continuità, quella che ti fa dimostrare di essere l’uomo della marcia in più. Contro il Savoia, infatti, va in scena un vero e proprio esame di maturità per l’argentino e per tutto il gruppo. Una vittoria non cambia un cammino troppo altalenante, una prestazione non può essere definitiva ma apre a uno scenario nuovo, con una certezza: il Football Club Messina vuol rischiare secondo la sua natura tecnica.
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Football Club Messina