Palermo-Fc Messina, il mondo è fatto di chitarre da suonare
Pubblicato il 3 Febbraio 2020 in Primo Piano
La citazione completa sarebbe: “Il mondo è fatto di cancelli da aprire, opportunità da cogliere e chitarre da suonare”. Frase del, sempre sottostimato, filosofo americano Ralph Waldo Emerson. Il senso si coglie nell’importanza del sapere far propria una buona occasione.
LA RABBIA – Il Football Club Messina questa opportunità non la lascia scappare, almeno quella di non dover rimpiangere per avere tradito l’occasione di mostrare i frutti del proprio lavoro. Antipatico finire in questioni arbitrali, forse doveroso dal punto di vista narrativo e necessario per meglio comprendere l’andazzo. Il Football Club Messina che cade al Barbera recrimina, giustamente, per la direzione arbitrale ma non deve cedere all’abbaglio di far perdere nella luce accecante alcune pecche. Il post gara di Ernesto Gabriele è pieno di quella sana incazzatura da occasione mancata. La prestazione generale della sua squadra supera, abbondantemente, la sufficienza nonostante una sconfitta che premia il Palermo per il suo cinismo e un’esperienza figlia di alcuni protagonisti. La direzione arbitrale difficilmente viene analizzata su queste pagine, anche stavolta ci interessa poco dato che sezionare le partite non racconta una verità, al massimo una personale visione di quello che sarebbe accaduto. La sensazione, quella possiamo concedercela, resta quella che la sfida avrebbe potuto trovare una chiave di volta sulla trattenuta di Peretti su Fissore. Rigore evidente, come evidente è che questo resta il vero errore grossolano. Il resto, infatti, potrà sempre trovare dibattiti interpretativi sulla valenza del contatto tra Sforzini e Marone, o sul quantitativo di esperienza che il centravanti regala nell’occasione. La trattenuta, quella, rimane palese. Un possibile vantaggio, poi, avrebbe aperto la strada a un Fc Messina che gioca, comunque, un primo tempo di personalità anche se non trovare la strada del gol resta un limite. Nelle scorse settimane avevamo analizzato l’abbassamento del rendimento offensivo, almeno in senso numerico, sottolineando come la crescita del livello degli avversari avrebbe reso più evidente tale statistica.
CHI SEGNA, VINCE – L’andamento della sfida – che la piattaforma ElevenSports permette di rivedere per intero – racconta di un equilibrio sottile. La sensazione – forse più di un semplice sentimento – indicava nel vincitore la squadra capace di rompere lo 0-0. Al netto delle questioni arbitrali, infatti, le due squadre viaggiavano a velocità diverse ma dirette verso lo stesso obiettivo. Palermo mai spettacolare, incapacità totale dei rosanero di tendere verso l’estetica in un campionato che – per loro – deve essere solo un passaggio obbligato. La squadra di Pergolizzi non ha anima tattica, con il tecnico che mischia le carte da settimana per poi affidarsi alle parate di Pelagotti e ai gol di Sforzini. L’ex Grosseto spacca la partita con furbizia, buttando nel cestino una mezz’ora di buon calcio giallorosso frenato però in zona realizzativa. Coria e Dambros sparano a salve, restando bravi a crearsi le occasioni giuste contro avversari di spessore come Lancini e soci. Il vantaggio cambia tutto, e l’inizio della ripresa conferma come la partita abbia cambiato inerzia e rapporti di forza.
IL PENTIMENTO – Interessante, rischioso e coraggioso Ernesto Gabriele che – alla ripresa – getta nella mischia Carbonaro per Fissore. La difesa diventa a tre con due terzini ai fianchi di Domenico Marchetti. Squadra a trazione super anteriore ma che, come calcio insegna, perde sostanza e misure. Ovvio e chiaro che il vantaggio favorisca il Palermo nell’abbassare i ritmi della sfida a suo piacimento, il peccato sta nella mancata reazione rimasta solo nelle intenzioni del tecnico palesate dalla sostituzione. Il Football Club Messina, però, si ingolfa con gli avanti che si tolgono spazi e finiscono col creare meno. Gabriele non si fa schiacciare dalle visioni e inserisce Quitadamo per Dambros, fin lì comunque positivo, per ritrovare equilibrio e trame di gioco. Un pentimento tardivo, perché ormai il Palermo ha vestito i suoi panni preferiti: quelli della squadra spietata. Il Football Club Messina esce dal Barbera con la certezza di essere squadra spinta al massimo, la mancata capacità di reagire allo svantaggio è mentale (forse nervosa) ma si mischia a quella tattica. Non un peccato, però, perché i giallorossi sono ampiamente in corsa per il loro obiettivo che, comunque, non passava in maniera decisiva dalla sfida di Palermo. La sconfitta, per modalità, non ridimensiona la squadra di Gabriele che, però, non dovrà sedersi sulle recriminazioni tornando a lavorare sui propri limiti. È stato questo, infatti, il grande merito di Ernesto Gabriele dal suo insediamento.
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Football Club Messina