La cosa migliore della sfida del Tupparello resta la giornata di noia di Francesco Marone. Il Football Club Messina torna da Acireale con un punticino; più alto, invece, il tasso di maturità e forza mentale raggiunto.
EVOLUZIONE CONTINUA – La lettura della sfida contro il Savoia ci aveva regalato la consapevolezza che il lavoro tattico di Ernesto Gabriele fosse continuo e non terminato. Dambros esterno destro di centrocampo sembrava – ma solo per qualche attimo – soluzione estemporanea, in realtà la trasformazione del brasiliano in alternativa – non solo d’emergenza – a Bevis stuzzica lo staff tecnico del Fc Messina da un po’. Prova ne è la facilità di applicazione dell’ex Trapani nel ruolo, in una di quelle che partite che, in teoria, non lascerebbe spazio a esperimenti. La maturità dei giallorossi, invece, ha preso il sopravvento rendendo Giuffrida e compagni capaci di non tradire la propria identità anche nel giorno di qualche novità tattica. Dambros incide sul match in maniera più convinta, mentre Melillo – in coppia con Coria – occupa la zona centrale riuscendo nel lavoro di attirare fuori dalla linea difensiva i centrali avversari. I due argentini provano a coesistere, con l’ex Troina che sembra trovare vitalità nel ruolo di falso nove, esentato da troppi compiti difensivi. L’assenza di Carbonaro e Bevis (leggermente acciaccato) aprono le porte all’applicazione pratica di qualcosa che – palesemente – ha avuto una continuità teorica prolungata nelle settimane di allenamento. La qualità resta dominante nell’undici di Gabriele, tanto che il Football Club Messina soffre pochissimo contro un avversario sempre vittorioso in casa nel 2020. Acireale non pervenuto, granata arrestati dalla doppia forza dei giallorossi: compattezza nella fase di recupero palla e capacità di possesso palla ad alto ritmo che sfianca l’avversario nel tentativo di arginarlo.
DIFFICOLTÀ CRESCENTE – Il pari di Acireale – tutto sommato – non può rientrare tra i risultati negativi. La prestazione, però, chiarisce come il momento del Fc Messina resti brillante. Ancora una volta, comunque, si nota la sterilità di una squadra rimasta al palo – su azione – per la quinta partita consecutiva. Ultimo gol su azione manovrata, infatti, resta quello di Alessandro Marchetti contro il Biancavilla (3-0 il 26 gennaio), dopo solo reti da palla inattiva o calci di rigore (contando come tale anche la ribattuta di Carbonaro contro il Nola). Con i campani il gol di Fissore sugli sviluppi di un corner, poi bocca asciutta con Palermo e Giugliano, mentre col Savoia è recente la memoria del penalty di Dambros. Della sterilità offensiva del Football Club Messina abbiamo già scritto tante volte, un limite esistente numeri alla mano. Contro Giugliano e Acireale è arrivato un solo punto, con la consapevolezza che a mancare è stata – sicuramente – la capacità di stoccare al momento giusto. La difficoltà offensiva resta evidente, come chiara la capacità di supplire con una muraglia difensiva solida che massimizza numeri d’attacco, comunque, in calo. Il lavoro, dunque, resta tanto per Ernesto Gabriele: il tecnico ha trovato soluzioni e alternative, il suo limite è posto dal fatto che poi devono essere i calciatori a finalizzare quanto creato. Insomma, mirino sui singoli: le responsabilità di un allenatore, infatti, si arrestano o esaltano sulle giocate dei calciatori. Il Football Club Messina resta una squadra capace di costruire gioco e pressare offensivamente, ma produrre così tanto e finalizzare così poco rientra nelle pecche dei calciatori.
IL CAMMINO – Sono 4 i punti arrivati tra Giugliano e Acireale con la sola vittoria contro il Savoia. Bottino inferiore rispetto all’andata (furono 5) ma con due trasferte giocate. Dare i numeri è poco interessante, ma per una squadra che deve invertire la rotta rispetto a una precisa fase del calendario, resta importante capire dove e quanto si sia migliorato. I giallorossi vanno verso la parte di campionato che – nel girone di andata – li ha visti vincere sempre tranne nella gara con il Castrovillari (esonero di Costantino come conseguenza). Fare meglio, perciò, significa replicare il cammino di un girone fa. Esercizio non semplicissimo, ma quasi obbligato visto il ritmo tenuto dalle avversarie delle zona playoff. Tenere a bada l’Acireale è servito parecchio, con un “grazie” al Messina capace di ribaltare il Licata. Proprio la squadra di Pensabene è il prossimo avversario: della stracittadina saremo costretti a parlarne in settimana, quella contro Crucitti e compagni è, comunque, la sfida più accidentata del calendario del Football Club. Con la brutta notizia – per Ernesto Gabriele – della squalifica di Giuffrida. Nel rush finale non mancano le insidie, con un paio di trasferte su campi caldi da non sottovalutare. Non considerare, però, la gara contro il Messina come essenziale per il destino del Fc sarebbe errato. Non una questione psicologica, ma di mera classifica. La fase complicata del calendario – avversari d’alta classifica affrontati in serie – verso la conclusione, nella parte finale non sarà solo la difficoltà delle sfide a incidere sul cammino del Fc Messina ma, anche, i numerosi scontri diretti che vedranno coinvolte le squadre delle fascia alta della classifica. Zona playoff, quindi, che si assesterà su una media più raggiungibile per chi ha già un leggero vantaggio.
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Football Club Messina