Messina, la scelta di Sciotto

Pubblicato il 15 Luglio 2020 in Primo Piano

Il colpo di scena. Così Pietro Sciotto anima una noiosa domenica di luglio: chiusura col duo Del Regno-Bove per il 30% del suo Messina. Un accordo che arriva dopo una trattativa durata un paio di giorni, forse atteso, e giunto poche ore dopo il tentativo – tardivo e inutile – di Rocco Arena di un contatto col numero uno dell’Acr.

LA SVOLTA – Non si parla mai di cifre per l’arrivo del gruppo salernitano all’interno del Messina. La famiglia Sciotto – fin qui sempre pretenziosa in fatto di cessione – preferisce glissare e rinviare il tutto a un diverso momento. Poco importante. Forse, addirittura, per nulla visto che la vera attrazione è il quarto rilancio della famiglia di concessionari. Modalità curiosa: cessione del 30% a Del Regno e Bove, anche se i due neo arrivati sembrano poter contare su una forza operativa maggiore rispetto alla spartizione delle quote. Da Salerno, infatti, dovrebbero arrivare le decisioni su dirigenza, staff tecnico e – per logica conseguenza – rosa. La curiosità resta, e forse resterà anche quando il duo salernitano si presenterà alla città. Poco importa, comunque, dato che saranno questioni di gestione interna che dovranno risolvere le due anime. Conoscendo Sciotto, però, questo delegare tornerà utile se un domani le cose non dovessero andare come da lui previsto. Una soluzione che, quindi, sembra poter accontentare tutti i soggetti in scena. Respinta l’ultima mano tesa – reale o strategica (???) – arrivata dal Football Club Messina e dal presidente Arena. La voglia della tifoseria organizzata di avere una sola e grande squadra non sarà accontentata, probabilmente finale ovvio data la monolitica cocciutaggine delle due proprietà. Inutile – oltre che assolutamente strumentale – fare il gioco del “se l’avessero pensato prima…”, perché di porte aperte e chiuse in faccia (da tutte le parti e spesso senza reale convinzione) è pieno l’anno appena trascorso. Adesso basta. La città, probabilmente, non avrà il bacino o la voglia di assistere a un binomio parallelo di calcio di Serie D. Così sarà, però, e non ci resta che prenderne atto.

GLI UOMINI – Inizia, in questo modo, la quarta stagione di Pietro Sciotto alla guida del Messina. Una Serie D – fin qui – amarissima per il rivenditore tirrenico: tre campionati senza gioie, con la sconfitta più grande rappresentata dall’aver perso la fiducia della tifoseria. Un tifo che resta fedele al Messina ma guarda con attenzione alla proprietà: in attesa di giudizio, quindi, l’operato di Sciotto e nuovi soci. Il credito è terminato, e non basterà l’ingresso di appena esperti dirigenti per cancellare quanto di male fatto in un triennio. Per Del Regno e Bove parentesi sfortunata a Rieti nella scorsa stagione: già detto di un ingresso lento, finito senza gloria causa Covid-19 e, quindi, impossibile da valutare, nonostante un ultimo posto che potrebbe già far storcere qualche naso. Dall’esperienza laziale dovrebbero arrivare altri protagonisti: il primo sarà il direttore generale Pierluigi Di Santo. Il dirigente – con ogni probabilità – sarà l’occhio del gruppo salernitano a Messina. Difficile, infatti, che Del Regno e Bove possano passare in riva allo Stretto più di qualche giorno al mese, visti i numerosi impegni in Campania. Con Di Santo – sempre da Rieti – potrebbe arrivare il tecnico Bruno Caneo: classe 1957, ex allenatore di passaggio dell’AS Messina nel 1996, e alla corte di Gasperini come vice nell’avventura al Genoa tra il 2006 e il 2010, con lui anche nelle velocissima parentesi all’Inter. Carriera senza guizzi per Caneo, con le cose migliori fatte proprio nello staff di quello che – al momento – è tra i tecnici più stimati dell’intera Europa. Per Caneo, invece, resta un legame nato a Rieti con la nuova dirigenza giallorossa. Per lui incarico a ottobre, poi esonero a dicembre e richiamo a febbraio prima dello stop (11 partite con 3 vittorie, 2 pareggi e 6 sconfitte). Quanto basta – così pare – per avere la fiducia di Del Regno, Bove e Di Santo. Discorso diverso – infine – per il ruolo di direttore sportivo. La posizione di Pasquale Leonardo resta in bilico, anche se il dirigente calabrese potrebbe proseguire nella sua collaborazione coi giallorossi. Il nome di Cosimo D’Eboli è stato il più in voga per alcuni giorni, ma la sua squalifica per il terzo filone dell’inchiesta sul calcioscommesse “Dirty Soccer” lo allontana dal ruolo. Squalifica che terminerà in autunno, non impossibile quindi pensare a lui per un incarico in arrivo solo successivamente. D’Eboli o meno, però, il legame sportivo che sembra esserci con la Salernitana (Del Regno e Bove sono legati ai granata da rapporti di sponsorizzazione) e il ds Fabiani (a Messina con Franza in Serie A) resta vivo. Tutto smentito – come natura vuole -, al massimo “qualche consiglio” dicono da Salerno, ma pensare solo a qualche dritta e poca sostanza diventa paradossale.

SGUARDO SUL FUTURO – Capire che Messina sarà non è facile. Il rapporto con la Salernitana potrebbe essere una buona chance, anche se solo superficiale. I granata restano squadra di categorie superiori, e la conoscenza di Fabiani non è discutibile. Da comprendere quale sarà il margine che gli Sciotto terranno dal punto di vista decisionale: credere che uno Sciotto al 70% non metta becco, anche, nelle questioni tecniche pare impossibile. Sarebbe anche ingiusto, dato che la quota di maggioranza presuppone anche un esborso maggiore rispetto ai partner. La nomina, però, della squadra dirigenziale lasciati a Del Regno e Bove fa capire che il quarto Messina della famiglia Sciotto sarà molto diverso da quello visto in precedenza. Giallorossi che, probabilmente, avranno un approccio sul mercato di rottura rispetto ai protagonisti del passato. Strategia comprensibile, come possibile pensare che nessuno dei calciatori già visti possano continuare in riva allo Stretto. Un paio di contratti ancora in essere, però, esistono e una decisione sul loro futuro dovrebbe arrivare prestissimo. Come lo scorso anno, quindi, Sciotto sembra fare un iniziale passo indietro delegando la parte organizzativa e sportiva. La scorsa stagione tutto andò a rotoli presto, stavolta la presenza di soci e non dipendenti, però, sembra poter cambiare dinamiche e reazioni. Difficile, infatti, che le vulcaniche prese di posizione di Sciotto possano valere in presenza di quelli che sono – in primis – partner con potere decisionale ed economico.

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