Fc Messina, Rocco e i suoi fratelli

Pubblicato il 10 Settembre 2020 in Primo Piano

Nel giorno in cui la LND cancella ufficialmente la Coppa Italia, e conferma la partenza del campionato per il 27 settembre, occorre iniziare a riflettere sul bilancio finale del lavoro sul mercato delle protagoniste. Il Football Club Messina è eccellente nelle conferme, meno nel guizzo finale: ma la colpa non è dei dirigenti.

VIDEO SALUTO – Scuse affettuose per Cesar Grabinski e un grazie. Così Pablo Ledesma archivia la sua non avventura in maglia Fc Messina. Il centrocampista argentino doveva essere il colpo del mercato, anzi, lo era stato con tanto di annuncio. Ovvio – e chi dice il contrario soffre di malafede cronicizzata – che lo sbilanciamento del club era frutto di accordi già trovati, e che quindi le famose variabili della vita si siano messe in mezzo. Ma se sul caso Ledesma è plausibile discolpare il club di Rocco Arena, la stessa cosa diventa più complicata quando si passa al reparto avanzato. Tutto sommato il post Ledesma – dal punto di vista tecnico – è stato ben supplito con l’arrivo di un ottimo profilo come Giuseppe Palma. In attacco, invece, pur avendo buoni numeri in termini di presenze non è mistero che il Football Club Messina sia alla ricerca del nome.

CHIACCHIERICCIO – La scorsa stagione i due tecnici sulla panchina giallorossa – Costantino e Gabriele – godettero di un attacco trascinato da un Paolo Carbonaro mai così continuo in carriera. I guai fisici di Aladje e la poca confidenza di Dambros – anche per un minutaggio ridotto – furono suppliti da una capacità corale di trovare la rete. Evidente, però, che il salto di qualità per ambire al vertice – quello vero e non abbaiato alla luna – dipenda dalla presenza di un centravanti da numeri e continuità assente lo scorso anno. La Serie D resta un campionato dai punti cardine semplici: difesa solida e attacco che non spreca. Il Fc Messina – vista la competenza di dirigenti come Rizzieri e Ferrante – ha ben individuato le debolezze andando a rimpolpare difesa e centrocampo, e restando vigile sull’esigenza di una costruzione diversa del reparto offensivo. A far storcere il naso alla critica, però, è la sfilza di nomi chiacchierati, filtrati, un po’ usati e sempre bucati. Premessa: i citati dirigenti di questo chiacchiericcio non potranno essere accusati. Come ruolo impone, infatti, sono bravi a celare nomi e trattative fin dove possibile. Diverso il ruolo del presidente Rocco Arena: lui amante dell’uso incessante del mezzo social e del messaggio velato. Di profili – assolutamente impensabili per la Serie D – ne sono usciti parecchi, e spesso neanche direttamente da Arena. Chi è causa del suo mal, però, deve comprendere che le etichette sono complicate da grattare via.

PRETESE DELLA PIAZZA – Rocco Arena è personaggio pittoresco: nel look, nelle esternazioni, nei toni – anche quando scade nella ineducazione gratuita -, e nelle ambizioni. Che per il suo Fc Messina preveda un futuro di alto livello è noto, allo stesso tempo è il primo a crederci e mettere pressione ai suoi ragazzi, almeno così è stato nella scorsa stagione quando restava convinto di agganciare un Palermo che, intanto, viaggiava verso la doppia cifra di vantaggio. Messina è piazza ambiziosa – e poco cambiano le sigle, perché i messinesi sempre quelli sono -, e nel pretendere vogliono concretezza. Il calciomercato è materia fluida – o liquida come va di moda dire -, terreno fertile anche per qualche sparata al cielo che poi, come prassi, cade nel dimenticatoio. Maxi Lopez, Floccari, Sforzini sono i nomi per accendere – o accecare nella luce (?) -, una tifoseria che in Arena crede senza dubbi. Poco importa, dicevamo, che siano tirati fuori dal presidente e sfuggano in qualche conversazione privata diventata poi pubblica o, peggio, rigirata ad arte: il mondo della comunicazione è spietato, e se uno di quei nomi esce fuori non hai scampo. O arriva o l’hai sparata grossa. Sbagliato, perché in realtà nel mercato vale davvero tutto: chiamata, accenno, allusione e poi capire se affondare o passare oltre. Regole non scritte, ma questo conta poco per chi legge. Perché se Sforzini finisce al Campobasso la reazione puoi già prevederla.

SPARARE A SALVE – Messina è città attenta. Pubblico e media svolgono un ruolo chiave nelle sorti del calcio cittadino, la luce resta puntata per 365 giorni l’anno senza che alcuna virgola sfugga via. C’è poi la divisione dei ruoli: se per il tifoso ogni sussurro è fatto, per chi racconta e analizza c’è spesso la responsabilità di pesare serietà e bazzecole. Se sulle mascherine il caso di scendere nei particolari è doveroso – e in più di una circostanza -, su altre vicende – di debordante comunicatività firmata Rocco Arena – si può passare oltre. Telecamere al Celeste mai viste, squadre femminili non nate (anche perché magari manca anche la domanda) e amichevoli mai giocate possono essere dischi rotti per social network, la comunicazione che passa oltre e tralascia sta già dando un giudizio morale e intellettivo chiaro e palese. Non è tutela, ma tutto il contrario. Coglierlo resta una sfida, una di quelle da classificare tra cose serie da approfondire e bonarie minchiate. Per non incorrere nelle seconde, allora, sarebbe meglio tornare a parlare di sostanza. L’attaccante, quindi, resta il grande obiettivo del Fc Messina. Ultimo nome – trattato concretamente dai dirigenti giallorossi – è stato quello di Barcos. L’argentino giramondo che in D sarebbe stato profilo mediatico altissimo, forse fuori contesto ma fiore all’occhiello assoluto. Nel giorno in cui il Bashundara Kings riprende la sua attività, i social del club del Bangladesh vedono Barcos protagonista centrale. L’argentino resta legato – come minimo – fino a dicembre e sembra fallita qualsiasi speranza di rescissione. Imprevisti del mercato, ma sulla solidità della trattativa non esistono dubbi. Forse, il primo “grande nome” davvero vicinissimo al Fc Messina, molto più dei vari Maxi o Sforzini. Ma, anche credere che basti un post Instagram del club asiatico per porre la parola “fine” sulla vicenda sarebbe, comunque, superficiale.

RISCHIO DELUSIONE – Tra una storia Instagram e l’altra, però, Rocco Arena dovrà riflettere sulla strategia per trasformare il suo Football Club in squadra da primato. Il difetto comunicativo lo rallenta – suo e non del puntuale staff comunicazione del club -, perché la delusione rischia di palesarsi tra gli affezionati che sul nome del centravanti sembravano aver costruito castelli in aria. In Serie D, in realtà, lo spessore va ricercato nei numeri della carriera giocata proprio a quelle latitudini più che in profili molto mediatici e che strappano consenso social. Il mondo attuale, però, sembra davvero influenzato dal velo di apparenza irreale del virtuale. Se sei forte su Facebook, insomma, poi si pensa che tu lo sia anche in campo. Non automatico. Virare, come da rumors, su calciatori come Saveriano Infantino avrebbe una portata minore in termine di risalto internazionale, ma garantirebbe un calciatore realmente capace di spaccare il campionato. Bomber di razza, ma forse di una categoria maggiore rispetto a una D che – probabilmente – andrebbe a sposare solo convinto da progetto e cifre solidi. La caccia ai nomi – almeno per chi scrive – è annoiante, anche perché spesso l’accordo arriva col calciatore di cui non si è mai parlato… e di solito sono i colpi migliori. Quelli da dirigenti che sanno quello che fanno.

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