Una vittoria – l’abbiamo detto tante volte – è sempre una vittoria. Quella del Football Club Messina contro il San Luca, però, fa suonare più di un campanello d’allarme per Ernesto Gabriele. Da undici iniziale cervellotico fino a una rosa che manca (ma è poi vero?) di un tassello fondamentale.
IL CENTRAVANTI – La premessa diventa – lievemente provocatoria – ma lecita: ma al Football Club Messina serve davvero un altro centravanti? Questione numerica o di qualità, perché la differenza non è per nulla sottile. Il discorso – e siamo appena a ottobre – è già diventato un fastidioso disco rotto. La questione della prima punta, però, sembra rappresentare il vero tarlo dei giallorossi. Tornare a narrare la faciloneria con cui parti della società e ambiente hanno tirato fuori nomi altisonanti – poi non arrivati – sarebbe esercizio ripetitivo. Più logico, invece, sottolineare il tempo sottratto a mister Gabriele nel suo compito di costruire – sulla base dello scorso anno – una formazione a cui manca, ancora, un tassello. Il tempo, infatti, è un fattore troppo spesso sottovalutato: dare a un tecnico – qualsiasi tecnico – il giusto periodo per integrare le novità è, perché no, modellare il gioco anche sulle caratteristiche dei calciatori sarebbe il modo ideale per una stagione nella quale puntare al vertice. Perché di primissimi posti – in casa Football Club – è logico parlare. Il nome di Barcos resta vivissimo, con il dg Rizzieri che non ha – per nulla – perso la speranza di tesserare l’argentino in tempi brevi. La riflessione, a questo punto, potrebbe nascere sulla visione calcistica che la dirigenza insegue: serve davvero abbinare all’esigenza tecnica lo sfizio di stupire? Perché, se con Coria la scommessa è stata abbondantemente vinta, nulla vieta che la stessa cosa possa accadere con Barcos. Ma – resta lecito – domandarsi se a questo Fc Messina sarebbe stato più utile un centravanti rodato e subito a disposizione di Gabriele. Poi, magari, Barcos arriva zittendo e cancellando qualsiasi teoria. Ma i dubbi fanno parte del nostro mestiere. Il gioco dei nomi è meno interessante, anche perché tanti di quelli grossi sono già accasati. Il Football Club si è premunito con l’ingaggio di Balistreri, ma l’ex Marsala convince più come calciatore di completamento che come titolare fisso. L’esigenza del centravanti, poi, potrebbe sembrare un chiodo fisso inutile: la rosa, infatti, presenta una vastità di nomi, con Paolo Carbonaro che lo scorso anno ha garantito una buona dote di reti. Numericamente, infatti, il Football Club potrebbe non avere la necessità di un altro attaccante, il problema è la qualità.
POCO SPAZIO – Bevis, Dambros, Carbonaro, Coria, Gaspar, Balistreri, Ebui e Mukiele – fratello d’arte che ha stupito più di un addetto ai lavori -, questa la lunghissima lista di nomi offensivi del Fc Messina, con solo gli ultimi due rientranti nella lista under. Vista così la potenza offensiva – numericamente – sembrerebbe soddisfacente, a questo andrebbe aggiunta l’esigenza dei quattro giovani che diminuisce la possibilità di rotazione degli over. Mettendo sul tavolo della discussione queste obiezioni, allora, si potrebbe iniziare a riflettere – davvero – se al Football Club Messina convenga tesserare ancora un centravanti. Dal punto di vista delle caratteristiche, infatti, il ruolo è coperto da Balistreri e Carbonaro, più Ebui e Mukiele che scalpitano. Tornando, poi, al discorso under vanno considerati i posti davvero liberi: la panchina di Palma è stata sorprendente, tanto che difficilmente si ripeterà. L’ingresso dell’ex Turris apre a due soluzioni: o restano fuori sia Giuffrida che Alessandro Marchetti, o l’under (il 2002 Thomas Gille o un Ricossa più alto?) viene dirottato a sinistra sacrificando Dambros (o Bevis con il brasiliano spostato a destra). Un gioco di incastri, forse, complicato ma i numeri aiutano a capire. Nel 4-4-1-1 di Gabriele gli over della zona offensiva – con ovvie eccezioni possibili – rischierebbero di essere al massimo 3: Coria, Carbonaro e Bevis (o Dambros). A questo punto, tornano due domande: serve davvero un grandissimo nome in attacco? Oppure, con Balistreri, il Fc Messina, più che premunirsi si è coperto definitivamente? Da domanda nasce domanda: se così fosse, allora, e non dovesse essere acquistato nessuno, il Football Club Messina ha lavorato bene sul mercato attaccanti? Probabilmente no, perché non può essere Balistreri l’uomo su cui basare l’attacco. Questo si andrebbe a legare a quanto detto prima: puntare immediatamente su un nome forte e facilmente prendibile avrebbe risolto più di una grana.
QUESTIONE TECNICO – Il discorso sugli under resta centrale per il buon esito della stagione di qualsiasi squadra. Quelli del Football Club Messina restano di ottima qualità, tra conferme e nuovi arrivi con Ricossa e Garetto a incuriosire. Incastrarne quattro, però, non è sempre semplicissimo: forse, questo uno dei motivi dell’undici iniziale, che ha convinto davvero poco, contro il San Luca. Più che la lista degli esclusi va segnalata la necessità – avvertita da Gabriele – di effettuare ben tre sostituzioni contemporaneamente per mostrare in campo quei protagonisti attesi, su tutti Palma. L’ex Turris, come anche Ricossa e Gille hanno permesso di cambiare l’atteggiamento generale: non tanto una questione di singoli, infatti, ma il ritorno a uno spartito suonato dagli strumenti giusti. Il Football Club Messina vive di equilibri sottili: il 4-4-1-1 scelto da Gabriele viaggia sulla creativa intensità di Coria, ma alla spalle dell’argentino il lavoro di solidità e atletismo resta decisivo. Non ha brillato Balistreri che – come dicevamo in precedenza – sembra profilo adatto a chiudere le sfide più che a iniziarle. Nello strano paradosso di questa analisi, quindi, pare evidente che numericamente la copertura non goda della qualità necessaria. Il rientro di Carbonaro – ma solo dalla terza giornata – potrebbe accontentare tutti, ma resta evidente che la questione offensiva sia più enigmatica che altro.
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Football Club Messina