La soluzione più facile. Dalla società non filtra nulla, ma che il destino di Ernesto Gabriele sia legato alla sfida – del suo Football Club Messina – contro il Troina resta plausibile. Dopo tre giornate, però, l’esonero rimane la soluzione più facile, più comoda ma che, spesso, fa rima con scarico delle responsabilità.
LA PRESSIONE – Nessuna difesa d’ufficio, perché Ernesto Gabriele di errori ne avrà anche inanellati tra San Luca e Dattilo. Nonostante una vittoria risicata e una sconfitta, però, cancellare un lavoro vecchio di un anno dopo appena tre settimane di torneo rappresenta – come storia del calcio suggerisce – il mascheramento rabberciato di difetti dipendenti dalla costruzione della rosa. Allo stesso tempo, però, non sarà giustificazione eterna quella del mancato arrivo di un alto profilo in avanti. Il disco rotto sull’attaccante ha già spaccato i timpani: un mancato arrivo – e se mai dovesse accadere sarà comunque troppo posticipato -, non può rappresentare il paravento dietro il quale nascondere ogni problema. La messa in discussione – affrettata – di Gabriele, però, non passa solo dai risultati. Da valutare, infatti, c’è tutta la gestione di un momento storico che vede il Football Club nella posizione di dover rispettare pronostici che lo vogliono sul podio delle favorite. Una rosa, comunque, ampia fa il resto: perché nonostante una carenza qualitativa in attacco, i numeri parlano di soluzioni e alternative tali da regalare soddisfazioni domenicali. Contro il San Luca male, contro il Dattilo peggio perché a mancare è stata la reazione da squadra cinica e spietata. La pressione è l’ingrediente del quale scoprire il sapore strada facendo, fin qui amarissimo per una squadra che, però, ritrova il suo leader offensivo.
PALLA A CARBONARO – Lo scorso anno, l’attaccante palermitano, il ruolo da punto di riferimento se lo prese sul campo. A inizio stagione, infatti, i fari erano puntati su altri compagni. Dalla Coppa Italia all’esordio in campionato, però, arrivarono le risposte firmate Carbonaro. Eccessi caratteriali da contenere ne hanno limitato presenze e, probabilmente, numeri ma che il numero 7 possa rappresentare la “soluzione” non è così folle. Nei piani di Rizzieri e Ferrante, forse, c’era l’idea di affiancare – stabilmente – a Carbonaro una punta con cui intrecciare le sue qualità. L’ex Venezia, però, ha già dimostrato la capacità di sopportare il peso e le responsabilità di finalizzazione. Il suo rientro si sposa con l’ultima chance che pare essere concessa a Gabriele: il tecnico calabrese potrà giocarsela con in mano la sua arma più prolifica, ma se mantenessimo il livello della discussione sui risultati commetteremmo un grosso errore. Con Carbonaro, infatti, deve tornare anche una certa brillantezza nel gioco: Coria – uscito insufficiente e malconcio da Trapani – non può addossarsi tutti gli oneri di creatività e qualità. Balistreri è attaccante di peso e area, Bevis o Dambros sono relegati sulla corsia e devono galleggiare tra pochi rifornimenti e raddoppi di marcatura. Nel cuore del gioco, allora, il solo Coria non può bastare. Carbonaro vede la porta e, soprattutto, conosce il senso della parola profondità. Attaccante esterno trasferito in mezzo, capace di fraseggiare ma andare alle spalle della difesa. Con lui il Fc Messina cambia volto, e questo lo dice il campo.
IL TROINA – Tutto nuovo per gli ennesi. Rosa rivoluzionata dopo l’addio del tecnico Boncore – transitato da Licata – con un gruppo meno esperto e che, ancora, sembra non aver trovato riferimenti e punti di forza. Enzo Raciti guida una squadra capace di un solo punto – strappato però all’Acireale – e di nessuna rete siglata in due sfide. Scoppola pesante quella di Rotonda con un 3-0 senza scuse, mentre il pari del Proto contro la squadra di Pagana ha mostrato, già, le prime modifiche tattiche e nelle scelte. Il 4-3-3 visto la scorsa domenica sembra aver dato maggiore equilibrio, in una sfida influenzata dall’ultima mezz’ora giocata in dieci dagli ospiti. Anche in quel caso, però, la squadra di Raciti non è parsa in grado di poter mostrare un peso offensivo credibile.
LA FORMAZIONE – Torna Carbonaro dopo i due turni di squalifica, il suo rientro al posto di Balistreri è scontato oltre che ovvio. Per il resto, mister Gabriele, può contare sul gruppo completo e potrebbe valutare le prestazioni negative viste nelle prime due uscite. In difesa dubbi su chi farà coppia con Domenico Marchetti: il tedesco Barnofsky ha convinto fino a un certo punto, con Fissore e Quitadamo che scalpitano in attesa di giocarsi una chance dall’inizio. In mezzo al campo dovrebbe arrivare una conferma per Gille che ha ben impressionato col Dattilo, così Ricossa sale nelle possibilità sulla corsia mancina di difesa, non dovendo lasciare il posto al 2002 Aita. Valutazioni che si fanno sulla base di una conferma del modulo visto fin qui, ma una modifica col passaggio alle due punte supportate da Coria – su cui resta un asterisco dovuto alle condizioni fisiche – non è da escludere. Modifica più che possibile e allora, in quel caso, fuori un esterno (Dambros) e dentro una punta con Gaspar che non parte così lontano da Balistreri, che tornerebbe in corsa in caso di forfait di Coria. Ancora porte chiuse al San Filippo, ma non una novità che, anzi, sembra diventare sempre più una consuetudine a cui abituarsi.
FC MESSINA (4-3-1-2) Marone; Casella, Marchetti, Quitadamo, Ricossa; Palma, Giuffrida, Gille; Coria; Gaspar, Carbonaro. All. Gabriele.
TROINA (4-3-3) Aiolfi; Berti, Longo, Mbaye, Ciccone; Cenci, Gallo, Kamara; Anastasio, Aperi, Savasta. All. Raciti.
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Football Club Messina