Messina-Paternò, master & commander

Pubblicato il 7 Gennaio 2021 in Primo Piano

Segnale fortissimo. Il Messina che stende il Paternò, grazie alla rete di Cristiani, vince una partita complicatissima e resa ancora più difficoltosa da una catena di infortuni in attacco. Quarta di fila, primato e messaggio chiaro al campionato: questo Messina è una solida realtà.

BRUTTI, SPORCHI – Più forte di un primo tempo appena sufficiente, più forte di un paio di infortuni gravi e che avrebbero potuto abbatterla nel morale. La squadra di Raffaele Novelli (voto 7) si scrolla di dosso le negatività e impone la propria forza, più che al Paternò, all’intero torneo. Partita particolare, dove il risultato sembra raccontare una verità non vista, però, sul campo. Il Messina parte bene, prende campo e capisce presto che i ragazzi di Catalano non regaleranno spazio. Bravi gli etnei, comunque, a disporsi con ordine e sporcare tantissime linee di passaggio. Puglisi si incolla ad Aliperta – al limite dell’insopportabile -, con l’ex Turris che fatica a trovare le misure quando c’è da piazzare la giocata decisiva. Gioca la partita che doveva il Paternò, stessa cosa il Messina che – per l’ennesima volta – comprende che maschera indossare e lo fa fino in fondo. Su azione manovrata, infatti, la fatica è evidente e colpire gli avversari diventa esercizio impossibile. Tocca alle palle inattive farla da padrone, col Messina – che da punizioni e corner – tira fuori occasioni, grandi parate di Cavalli e due legni. Può bastare? No, perché il risultato resta cristallizzato. Catalano, a fine gara, si mangia le mani consapevole di non aver mai saputo colpire in contropiede; oltre che per il gol regolare annullato a Maiorano a un paio di attimi dalla fine. Errore che c’è, ma come spesso diciamo in questi casi: Serie D, arbitri di D. Parentesi a parte, però, perché il secondo tempo della gara dice molto di più.

E CATTIVI – Più di una volta ci si era chiesti se Novelli avrebbe mai modificato il suo vestito tattico. Il tecnico campano mostra la sua distanza dall’oltranzismo a inizio ripresa: fuori Arcidiacono e Crisci e campo per Cretella e Bollino. Detta così dice poco, in realtà si cambia: Bollino va sulla trequarti con Cretella e Addessi laterali a supporto di Foggia. Un 4-2-3-1 che dura 3′, però, perché Bollino affonda sul terreno del San Filippo e il ginocchio lo costringe a uscire. Distorsione? Probabile, lo diranno gli esami ma il tecnico ci regala un piccolo spoiler. Piano B, quindi, che finisce subito nel cassetto con Lavrendi pronto a ricostruire il 4-3-3, anche se Cristiani pare più libero di attaccare la profondità centrale. Resta in panca Vacca, tra lo stupore che viene cancellato sempre da Novelli: “È al 50%, non lo metto in campo se non sono costretto”. Il suo recupero, comunque, diventa fondamentale e, probabilmente, forzato. Resta interessante il tentativo di Novelli, che spiega come la profondità di rosa regali la possibilità di mescolare le carte tattiche quando il match lo impone. Aliperta era facilmente letto da Puglisi nel ruolo di play basso, allo stesso tempo Maiorano giocava in totale libertà davanti alla difesa etnea. Novelli ci prova, gli infortuni lo fermano e diventano peso insopportabile quando Addessi esce malconcio da un contrasto. Caviglia ko, per lui film già visto e la speranza – in primis per il ragazzo – è che non sia qualcosa di grave. Mazzone e Cretella ai lati di Foggia sono l’ultima spiaggia di Novelli, più libero Cristiani e Paternò che per paura di perdere, alla fine, perde. La rete del vantaggio, per prestazione e occasioni, è meritata e arriva grazie alla capacità innata di Cristiani di essere sempre nel posto giusto. Premia, giustamente, il Messina che passa all’incasso grazie alla sua voglia di non cedere alle difficoltà della sfida. Capisce di essere forte, più forte dei problemi e vince.

PRIMATO – “Non guardo la classifica adesso”, come dare torto a Novelli. Le classifiche dopo 10 giornate non dicono nulla, soprattutto se cortissime e piene di squadre con gare da recuperare. Non si può, comunque, sottovalutare un primato: arrivato grazie a 4 vittorie consecutive, in una fase di calendario che non permetteva errori e che precede mesi (gennaio e febbraio) carichi di turni infrasettimanali. La cosa importante, allora, per il Messina era chiarire la propria forza e non allontanare il ruolo da favorita. Novelli, sul tema, resta sfuggente ma una tifoseria che attende da anni il salto di qualità, probabilmente, preferisce prendersi – con entusiasmo – la responsabilità di dover vincere che volare umilmente bassi. Troppo presto, comunque, anche se la sostanza dei giallorossi diventa evidente giornata dopo giornata. Accennati prima, tornano in primo piano adesso: gli infortuni. Addessi e Bollino, per il modo in cui escono, fanno scorrere più di un brivido sulla schiena di tecnico e dirigenza. Manfrellotti pare vicino al rientro, ma la valutazione dei danni subiti dai due esterni offensivi dirà se e cosa servirà dal mercato.

Lai 6,5: viene chiamato in causa, davvero, solo al 95′ dalla volée di Manfrè Cataldi e sfodera una parata fondamentale.

Cascione 6,5: intenso, instancabile e in duello perenne con La Piana. Non molla un metro, spinge quando può e copre con puntualità.

Lomasto 6: non ci sono straordinari da fare, gestisce con esperienza.

Sabatino 7: come il compagno di reparto deve limitare gli interventi difensivi al minimo, ma è sempre il più lucido quando c’è da impostare. Colpisce anche un palo. Bravo, soprattutto, a regalare calma e sicurezza ai compagni. Leader.

Giofrè 6: ordinato, dalla sua parte il Messina non soffre mai. In fase offensiva limita le sue discese.

Cristiani 7: il solito giocatore totale. Copre, corre e recupera palloni. Quando mette la testa nella metà campo avversaria diventa decisivo e la sua zuccata vale il primato. (dal 46′ s.t. Vacca sv)

Aliperta 6: nello stretto è dominante, eccede in qualche giocata difficile quando prova a servire i compagni. Perfetto in fase di non possesso.

Crisci 5,5: buona volontà, ancora una volta manca l’ultimo passettino per una gara convincente. (dal 1′ s.t. Cretella 6: buon ingresso. Sfiora un gol, ottimo Cavalli nella circostanza, ma deve essere bravo a limitare i tocchi e velocizzare le giocate)

Addessi 6: nel primo tempo ha la palla del vantaggio ma Cavalli è strepitoso. Nella ripresa subisce quello che sembra un brutto infortunio, in bocca al lupo. (dal 18′ s.t. Mazzone 6: si applica alla grande per aumentare la pericolosità offensiva, gioca uno spezzone sufficiente)

Foggia 6: non nella sua giornata migliore, il pallone sembra sempre scappargli via. Quando i compagni di reparto devono alzare bandiera bianca, lui, si prende il peso dell’attacco mostrando le cose migliori.

Arcidiacono 5,5: gioca solo un tempo, si fa notare più per un paio di coperture che in zona d’attacco. (dal 1′ s.t. Bollino sv: la sua gara dura una manciata di minuti, poi un problema al ginocchio. In bocca al lupo anche a lui. Dal 4′ s.t. Lavrendi 6: l’esperienza serve. Da un suo cross – deviato – arriva la rete della vittoria)

PATERNÒ Cavalli 7; Santapaola 5,5, Mazzotti 6, Bontempo 6,5, Puglisi M. 5,5 (dal 47′ s.t. Zappalà sv); Scapellato 5,5 (dal 33′ s.t. Manfré Cataldi 6), Puglisi S. 6 (dal 41′ s.t. Aureliano sv), Maiorano 6,5, Truglio 5,5 (dal 30′ p.t. Raia 6), La Piana 6; Khoris 5,5. All. Catalano 6.

*fonte foto: Acr Messina – ph. Furrer

Commenta

navigationTop
>

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi