Messina-Sant’Agata, corale sinfonia

Pubblicato il 15 Febbraio 2021 in Primo Piano

Quanto basta. Un Messina più normale ma con i soliti sprazzi di bellezza. Capace di eliminare difetti e amnesie, di non lasciar scampo a un avversario troppo inferiore per mettergli paura e, soprattutto, di giocare da squadra unita. Girone d’andata chiuso: primo posto e margini di crescita evidenti.

IL CONCRETO – Non c’è la prestazione strappa applausi, non necessaria contro un Città di Sant’Agata tanto molle da andare sotto al primo sussulto. La rete di Arcidiacono indica la via che la squadra di Raffaele Novelli (voto 6,5) intende prendere: cinismo puro e ritmo di gioco da imporre. Il vantaggio inclina la sfida, ne delinea i tratti e costringe il Sant’Agata a un atteggiamento meno abbottonato. Il Messina cambia e riflette, non va alla ricerca incessante del raddoppio e mette in campo la pazienza che il tecnico chiede spesso. Non solo strategia, però, perché i giallorossi sono imperfetti – rispetto al solito – in fase di palleggio, dove anche Sabatino e Aliperta paiono meno brillanti. Soprattutto il mediano campano, poi, sembra risentire di un pizzico di stanchezza, vista anche la mole da spostare su terreni sempre più pesanti. Dall’asse centrale ai laterali, dove Bollino non viene coinvolto e dalle corsie basse arrivano prestazioni alternate. Sempre bene Cascione, mentre Giofrè fa 30 e mai 31. Un Messina meno aggressivo, che fa circolare il pallone troppo lentamente e che trova le accelerazioni giuste solo quando si accende la fiamma di capitan Arcidiacono. Un gol pesante, giocate tecniche a un tocco (massimo due) ma nulla in confronto a una prestazione totale dove spicca una capacità di sacrificio unica. Non una caratteristica da sottovalutare, perché le sue corse all’indietro sono, soprattutto, un esempio per i compagni.

IL BELLO – La ripresa racconta le cose più interessanti. L’inizio è quello tipico del Messina, ovvero di una squadra che vuol schiacciare l’avversario. Manca lucidità e un pizzico di precisione, ma la superiorità è troppa e straripa quando Foggia sale in cattedra. Il numero 9 mostra due pezzi del repertorio del centravanti: il senso del gol e la capacità di dettare le giocate. Bollino e Cretella assistman d’eccezione, soprattutto il giovane centrocampista che tira fuori una giocata di tecnica mastodontica: destro, sinistro, passaggio dosato che invita Foggia a scavare sotto sull’uscita di Bruno. Ecco il bello, ecco la parte migliore del Messina che scaccia via l’incapacità di avere la meglio, in maniera netta, di avversari da fondo classifica e cancella – in parte – i contraccolpi delle ultime quattro uscite. Sin dal calcio di inizio, comunque, la sensazione che i giallorossi sarebbero tornati alla vittoria era chiara, avvalorata dal vantaggio iniziale ma, soprattutto, dalla reazione attesa di un gruppo finito al centro delle polemiche. Tutto previsto, tutto realizzato, col Messina che mostra questa nuova faccia da squadra sorniona, smaliziata e non per forza alla ricerca della giocata pura. Ragusa ha lasciato tracce e strascichi: alcuni cancellati, altri corretti, altri rimasti col più evidente raccontato dalla distinta dove spicca l’assenza di Lai e l’ingresso di Caruso.

PARLA IL CAMPO – Il nuovo numero 1 giallorosso fa il suo esordio con addosso il peso della responsabilità, mista all’aspettativa crescente: la gestione del caso Lai non è stata delle migliori, tutto poteva essere fatto in maniera meno emotiva e teatrale, da parte della dirigenza. Poi c’è quella del tecnico che, forse, covava l’intenzione di un avvicendamento da tempo. Si prende un rischio Novelli, forse anche più di uno: Lai è sfiduciato, retrocesso e dovrà sapere reagire anche solo per il ruolo da dodicesimo. Su Caruso – come detto – c’era la pressione di non poter sbagliare, lui risponde alla grande quando chiamato in causa da Perkovic e mostra, poi, di essere un portiere dalla caratteristiche diverse e più solide. Sarebbe stato più facile, forse, attendere una settimana e – con la presunta/probabile sosta in arrivo – posticipare il cambio. Allena Novelli, decide Novelli e il campo si mette dalla sua parte. A proposito dello stop: una pausa sembra necessaria, perché i rinvii diventano troppi e, comunque, riguardano tutti i gironi. Il Messina chiude il girone senza asterischi, da primo ma senza sapere la reale posizione delle altre. In un campionato che sarà tiratissimo – dove la Gelbison si iscrive di diritto al circolo delle grandi -, però, questo non è facile da digerire. Tocca alla LND, allora, mettere un punto sulla vicenda: va bene uno stop da dedicare ai recuperi, tutti messi in pari e si riparte. Poi, però, monitoraggio continuo e capacità di limitare i rinvii al massimo. Focolai permettendo.

Caruso 6,5: l’uomo nuovo in casa Messina. Un solo intervento, decisivo e difficile. Ottimo biglietto da visita.

Cascione 6,5: un martello come sempre. Difende con puntualità e sicurezza, quando spinge è imprendibile per gli avversari. Piede sempre educato.

Lomasto 6,5: firma l’assist del vantaggio, per il resto è un pomeriggio di dominio insieme al compagno di reparto.

Sabatino 6: meno preciso del solito, con qualche eccesso in fase di possesso e un giallo che arriva presto. Cresce alla distanza. (dal 46′ s.t. Boskovic sv)

Giofrè 5,5: il paragone con Cascione inizia a pesare. Lui ci mette tanta applicazione ma è troppo impreciso. Spesso scade nel compitino.

Cretella 7: una gara in crescendo. Non si ferma un attimo e gioca un’infinità di palloni. L’assist per il 3-0 di Foggia è una delizia di ottima fattura.

Aliperta 5,5: pare stanco, poco lucido. Troppi tocchi, troppa imprecisione, giocate non da lui. Deve ritrovare freschezza fisica.

Cristiani 6: incide meno del solito e pecca, anche, di precisione. Il suo contributo, però, è sempre utile. (dal 34′ s.t. Vacca sv)

Bollino 6: primo tempo poco coinvolto e qualche errore. Poi sa come diventare decisivo e, infatti, pennella l’assist del raddoppio. (dal 27′ s.t. Addessi sv)

Foggia 7: prima dei gol si era visto davvero pochissimo. Uno di quei pomeriggi dove non sembra girare. Poi, due reti da bomber puro per opportunismo e capacità di leggere l’azione. (dal 41′ s.t. Manfrellotti sv)

Arcidiacono 7,5: la rete che sblocca il match è la cosa meno importante di una partita di grandissima intensità, continuità e di costante aiuto ai compagni. (dal 44′ s.t Lavrendi sv)

SANT’AGATA Bruno 5; Mancuso 5 (dal 9′ s.t. Franchina 6), La Gamba 5, Brugaletta 5,5; Biondo 5 (dal 9′ s.t. Dama 5,5), Favo 5, Costa 5 (dal 35′ s.t. Marcellino sv), Fragapane 6 (dal 9′ s.t. Miruku 5); Mistretta 5 (dal 19′ s.t. Tripicchio 5,5), Caruso S. 5,5; Perkovic 6. All. Giampà 5.

*fonte foto: Acr Messina – ph. Furrer

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