Abbasso le mezze misure. Quelle che il Messina non riesce ad avere, mai. Vittorie travolgenti, o comunque meritate. Pareggi e sconfitte, invece, che arrivano da prove apatiche, quasi annoiate e che lasciano la sensazione che si sarebbe potuto fare molto di più.
TUTTI MALE – Uno 0-0, il secondo nelle ultime tre uscite interne. Un pareggio brutto, che arriva dopo una gara mal giocata e, soprattutto, mal interpretata. Dieci minuti non bastano, ma sono quelli che il Messina gioca con un’attitudine diversa rispetto al resto della sfida. Poi, va in scena una squadra leziosa ma banale, che attacca ma non colpisce e mostra tutti i suoi vizi peggiori. Il palo di Cristiani è la recriminazione massima, pochino per una squadra in testa alla classifica e che vuole rimanerci. Ci mette del suo anche Raffaele Novelli (voto 5), con una visione oltranzista che straripa nella presunzione quando vengono ritardate le sostituzioni e il conseguente cambio di spartito. Giornata storta per tanti, non per tutti perché Cretella e Cristiani mettono tecnica e corsa al servizio di una squadra che, invece, di intenzioni ne mostra pochine. Aliperta è in una di quelle prestazioni dove ama toccare il pallone senza trasformarlo in nulla, ma il peggio arriva dall’attacco. Troppa ricezione sui piedi, troppi solisti e poca cattiveria. L’ultima nota riguarda un Ciro Foggia impalpabile, capita. Strano, però, vedere Manfrellotti scaldarsi per un tempo intero e passare quindici minuti buoni a fissare Novelli in attesa della chiamata. Quando entra la partita è finita. L’ex Acireale non entra al posto di Foggia, ma per Aliperta e un cambio modulo. Tutto succede a due minuti dalla fine, chiaro che Novelli non credesse per nulla in questa soluzione. L’avrebbe fatta prima, e forse anche Manfrellotti non stuzzica così tanto. Sarebbe potuto entrare in campo prima, sennò, anche al posto di un Foggia spentissimo.
LA PANCHINA – Nel bene e nel male, Raffaele Novelli, è questo qui. Il tipo di calcio che ha in testa – e propone – si muove su concetti ben precisi, quasi dogmatico e scalfirlo non rientra tra le cose più semplici del mondo. Alcune gare, però, hanno bisogno dello scossone, del colpo dalla panchina che lascia gli avversari nella confusione. La Cittanovese, infatti, gioca una partita onesta e nulla più. Non si difende neanche così tanto. Si abbassa, sicuramente, ma non gioca in apnea e Latella, in fondo, non deve mai intervenire se non su qualche palla inattiva. Come nella gara d’andata – casualità – il Messina insiste nel suo spartito, nella ricerca della giocata schematizzata, ma sbatte. Troppo comodo, però, pensare che l’atteggiamento della Cittanovese abbia inciso. No, ci pensa il Messina che mescola una di quelle giornate che c’è già stata e tornerà. Perché Novelli è questo, perché la squadra è gravata di alcuni vizi congeniti. I leziosismi, le giocate in solitaria e la difficoltà nel cambiare ritmo all’interno della stessa partita, infatti, sembrano tornare in maniera ciclica. In giornate così, allora, ecco che servirebbe il colpo dell’allenatore: una mossa che spariglia, qualcosa anche più di un semplice “piano B”, qualcosa che accenda la curiosità – in primis – nella squadra. Mosse spiazzanti, poi, che dovrebbero arrivare presto nella partita: quella contro la Cittanovese, infatti, sembrava una messa cantata sin dal quarto d’ora del primo tempo, allungare il brodo faceva rima con mancata vittoria. Novelli non ha voluto sparigliare, è rimasto convinto delle sue idee, e la mancata sostituzione di Foggia – per esempio – va in questo solco. Forse, cavalcando il vecchio adagio che racconta come partite del genere, alla fine, rischi più di perderle che di vincerle. Sbagliato? Novelli è questo, nel bene e nel male.
Caruso 6: ordinaria amministrazione e nulla più.
Cascione 5: meno brillante del solito. Sbaglia tutto in fase offensiva, anche in quella difensiva è meno sicuro.
Lomasto 6: prestazione vigorosa dal punto di vista difensivo, maluccio col pallone tra i piedi.
Sabatino 5,5: qualche duello perso di troppo e un giallo per proteste che gli costerà la squalifica.
Giofrè 6: ordinato nelle due fasi, nessuna sbavatura.
Cristiani 6,5: dai suoi piedi arriva l’unica grande chance, il palo gli strozza l’urlo. Poi c’è la solita prestazione da tuttocampista instancabile. (dal 38′ s.t. Vacca sv)
Aliperta 5,5: una bellissima punizione che Latella, però, legge prima. La prestazione è insufficiente. Troppi tocchi leziosi e un copione che non cambia mai. (dal 43′ s.t. Manfrellotti sv)
Cretella 6,5: gran primo tempo, con azioni create e tecnica in abbondanza. Cala alla distanza, poco aiutato dai compagni.
Bollino 5: nel primo tempo Cretella inventa una gran palla che lui spedisce sul fondo. Si vede poco, quando ci prova lo fa male e con poca convinzione. (dal 32′ s.t. Lavrendi sv)
Foggia 5: probabilmente la sua peggior prestazione, mai coinvolto ma non ci prova neanche.
Arcidiacono 5,5: forse il meno peggio, almeno per il sacrificio. Manca, però, la sostanza oltre all’impegno. (dal 18′ s.t. Addessi 5: entra a sinistra e non si fa mai vedere, quando trasloca a destra cambia poco)
CITTANOVESE Latella 6; Zinfollino 5, Corso 6,5, Alfano 6,5; Barilaro 6, Cosenza 6, Lo Nigro 6,5, Crucitti 6, Losasso 6 (dal 24′ s.t. Felici 6); Dorato 5,5 (dal 24′ s.t. Petrucci 6), Viola 5 (dal 20′ s.t. Solinas 6). All. Nocera 6.
*fonte foto: Acr Messina – ph. Furrer