Nel bene e nelle delusioni. Il Football Club Messina che pareggia sul campo della Cittanovese mostra – per l’ennesima volta – la parte meno convincente. Uno 0-0 che allontana la vetta e che, soprattutto, diventa conferma delle teorie che vogliono la squadra – ora di Costantino – ancora immatura.
PICCOLE FATALI – La stagione corre via, giornate in diminuzione che fanno rima con la necessità di non sbagliare mai. Il Football Club, invece, inciampa ancora. Quando insegui non hai molte chance, devi sempre vincere. Ne era consapevole Costantino, come i suoi ragazzi. A mancare è stato il risultato, e forse anche una prestazione passata da convincente a insoddisfacente nel breve percorso dei 90′. Non basta un primo tempo volenteroso, dove La Cagnina spegne Arena e Coria si divora un diagonale – per lui – semplice. Non può bastare la classifica complicata della Cittanovese a spiegare il pari, perché chi deve vincere il campionato non può sottilizzare sulle motivazioni degli avversari. Che ci sono, contano ma restano inferiori. A questo, poi, si dovrebbe sommare la differenza di valori: il Football Club, però, la maggior parte dei punti li ha lasciati contro avversari della bassa classifica. Manca cinismo, ma non solo. Pareggi in casa di Marina di Ragusa, Sant’Agata, Castrovillari, Cittanovese e Troina che raccontano come il Football Club Messina abbia lasciato 10 punti sui campi di cinque delle ultime sette in classifica. Le altre due, Paternò e Roccella, non entrano nella statistica dato che gli etnei sono stati affrontati solo al San Filippo, mentre coi calabresi non è ancora stata giocata alcuna sfida. In gare del genere occorre una dose di cattiveria agonistica che in casa Fc è sempre mancata, senza distinzione di guida tecnica. Che, comunque, conta dato che anche Costantino ci mette del suo confermando un 4-2-3-1 che non può mai trovare ampiezza sul ridotto terreno del Morreale-Proto. Questione tattica che non va sottovalutata, perché questa Cittanovese andava aggredita con una fortissima densità centrale e ricerca pressante della profondità. Quasi un film scontato quello dei giallorossi, con la sensazione – che nasce alla vigilia e viene confermata al triplice fischio – che la prova di maturità non verrà superata. Il motivo? Difficile parlare di personalità facendo riferimento a tanti dei protagonisti – non serve citarli -, ma una squadra è formata da tanti elementi e riuscire a portarli tutti alla stessa pagina non è facile. Ancora più complicato, poi, se la guida cambia tre volte e se i leader arrivano scaglionati tra novembre e febbraio andando ad aggiungersi agli altri. Tante anime nobili, ma che hanno bisogno di fisiologico tempo per formarne una unica e sola.
VITTIME DI SE STESSI – C’è la questione tecnica, che non vai dimenticata e che non riguarda il tecnico. Sono le caratteristiche dei calciatori a fare la differenza. Quelle tecniche non si possono discutere, ma fino a un certo punto. Perché gli errori sotto porta diventano un mix tra mera capacità e psicologia. Parlare degli aspetti mentali è sempre fastidioso, perché non ci si dovrebbe mai permettere di disegnare quadri sulla psiche altrui. Limitandoci, però, potremmo restare sul peso delle responsabilità. Perché il Football Club Messina nasce con l’obiettivo fissato dal presidente Arena: la promozione. Per conquistarla non basta dichiararlo, bisogna costruire la rosa giusta. Non solo tecnica, ma abituata a vincere e fatta di curriculum ricchi di numeri che fanno rima con vittoria. Ma, soprattutto, va fatto subito. Le squadre non si costruiscono in corsa, i campionati – in un vecchissimo adagio del calcio – si vincono alla fine di quello precedente. Al Football Club è sempre mancato il famoso soldo per fare una lira, a Cittanova la conferma è stata evidente. Campionato finito? No, ma un distacco di 7 punti a otto giornate dalla fine non è uno scherzo. Vero che al Football Club di partite ne mancano nove e che nel calderone ci sono le due gare contro il fanalino Roccella. Nulla è scontato, e se vale per il Football Club deve valere anche per Messina e Gelbison. Queste, però, restano parole che toccherà a Lodi e compagnia trasformare in realtà. Attaccandosi ai freddi numeri, infatti, il campionato è ancora vivo e aperto. Guardando il cammino, la continuità, la tendenza e l’attitudine nel giocare un certo tipo di sfide, però, il torneo pare molto più vicino alla chiusura di quanto tempo e punti a disposizione dicano. E, allora? Di nuovo, tocca al Football Club Messina. La società di Arena è vicinissima a concludere una stagione in cui fare la conta dei rimpianti. Il colpevole – unico e solo – sarà facilmente rintracciabile puntando il dito contro se stessi. Nessuno escluso, dalle scrivanie al campo.
*fonte foto: Football Club Messina – ph. Familiari