“Questo campionato si deciderà all’ultimo minuto dell’ultima giornata”. La citazione è di Raffaele Novelli, l’uomo che questo torneo lo aveva capito sin dall’esordio del suo Messina sul campo della Cittanovese. Trentatré giornate dopo il cerchio si è chiuso, con la previsione divenuta pesantissima realtà.
BRAVO, RAFFAELE – Mr. Novelli, il signor Novelli. Prima del tecnico, c’è l’uomo: quello che merita una profonda riflessione senza l’obbligo di aspettare l’esito finale del campo. Non sarà la gara del Fresina di Sant’Agata a far cambiare l’opinione, soprattutto umana, su un allenatore e un uomo capace di caricarsi sulle spalle difficoltà in serie, in una stagione senza fine e senza possibilità diverse dalla vittoria. Mai una polemica – se non qualcuna accennata e subito tralasciata -, mai una parola fuori posto, mai una recriminazione se non quelle tecniche e, spesso, legate a qualche rimprovero verso i suoi ragazzi. Un primo posto diventato immediatamente un obiettivo obbligato, con polemiche gratuite subite già dopo il primo pari di Cittanova. Il giorno di quel “5%” riferito al potenziale espresso dai suoi. Chissà – ma glielo chiederemo – a che percentuale sia arrivata la squadra nella sua rigida visione? Difficilmente, comunque, ci sentiremo rispondere con un “100%”, perché il perfezionismo è stato sempre messo davanti a tutto. Quello di non sottovalutare nessuno e di non pensare che bastasse chiamarsi Messina per vincere. Un allenatore sempre schierato davanti al suo gruppo, a difesa. Come un padre, come un uomo che capisce il peso della sua responsabilità. E, come un padre, capace di bacchettare quando serviva e nel modo giusto. La sconfitta di Rende – per esempio -, col campo pesantissimo che sarebbe stata buona scusa, ma Novelli non ci sta e rimprovera una squadra che aveva pensato troppo a protestare e poco a giocare. Mentalità vincente trasmessa, sempre, con quella voglia di non accontentarsi e non dar nulla per scontato. Risuonano nitidi, oggi, i due suoi tormentoni: il primo lo abbiamo citato a inizio articolo, il secondo – logica conseguenza del primo – dice “non vinceremo il campionato con 15 punti di vantaggio”. No, non stava giocando alla pretattica spicciola, mister Novelli. Aveva solo capito che questo torneo era difficile, con un livello medio molto alto e capace di portar via punti a chiunque. Ogni pre gara mostrava una preparazione e conoscenza maniacale degli avversari, con alcune previsioni diventate realtà il giorno della partita. Una lezione dopo l’altra, come quella di non sminuire mai gli avversari, perché vincere contro rivali forti ha un gusto diverso. Ne avremmo tante di citazioni, figlie di tanti pre partita. Come gli ultimi, quelli complicati da soste e rinvii che Novelli ha sempre accolto con un: “Accettiamo le decisioni e continuiamo a lavorare. Facciamo un lavoro che è anche la nostra passione, siamo fortunati. Non possiamo lamentarci o dire di essere stanchi”.
TROPPO FORTI – Il 3-0 al Marina di Ragusa non può essere archiviato senza parole, ma quelle dedicate a Novelli erano doverose e meritavano di esserci prima della vittoria finale o di amari colpi di scena. Puntavano sull’aspetto umano. Uno spessore innegabile, lo stesso che lo porta a condividere in sala stampa un lutto appena subito, quello di un parente stretto che lo costringe a una tristezza che gli vela gli occhi. Poi, c’è quello tecnico: che si mostra anche nel successo largo contro i ragusani. Messina cattivo, volenteroso e voglioso di chiudere subito il discorso. Il Marina arrivava da due settimane di passione: tra Covid, rinvii, attese e tamponi negativi arrivati 24h prima. Mister Utro prova a giocarsela, ma dura pochissimo e crolla sotto i tiri mancini di Aliperta e Bollino. Spettacolare il primo gol, con il lancio millimetrico del numero 8 e la demi-volée del fantasista col 10 sulle spalle. Partita sbloccata e finita, con Foggia che rimanda l’appuntamento col suo ventesimo gol per dare spazio a un paio di errori. Poi una rovesciata per scaricare rabbia e gioia, il resto è accademia. Caruso trova il tempo per mostrarsi, ancora una volta, decisivo quando chiamato in causa. Una parentesi, che serve a dare ragione alla fretta con cui Cocchino D’Eboli accelerò per portare l’estremo difensore laziale a Messina. Il tris firmato Arcidiacono racconta due cose: il sigillo del capitano sfortunato – visti i tanti acciacchi stagionali – e un assist clamoroso di Mauro Bollino. C’è una nota stonata: l’infortunio di Lavrendi. In attesa dei controlli, infatti, resta la brutta sensazione nel vederlo uscire dolorante in barella. Tanto che Arcidiacono decide di sventolare la maglia 24 del compagno dopo la sua rete. Un neo, non da poco, in una giornata carica di emozione per l’avvicinamento decisivo alla meta. Niente festa, però, perché il Football Club passa a Paternò e rimanda tutto all’ultima, come Novelli aveva predetto 10 mesi fa. Un’ultima apparizione – quella contro un Sant’Agata fresco di salvezza – che, tra valori e motivazioni, non può spaventare. Champagne in fresco, il diritto di stapparlo è tra le mani, i piedi e la testa dei calciatori del Messina.
Caruso 6,5: quando il Marina chiama, lui risponde. Valore aggiunto.
Cascione 6: gara ordinata e senza errori nella quale non c’è bisogno di strafare, anche se qualche bella discesa non manca. (dal 14′ s.t. Mazzone 6: entra a risultato acquisito, non commette sbavature)
Lomasto 6: pomeriggio senza grossa fatica, gestisce con esperienza.
Sabatino 6: copia e incolla del compagno di reparto.
Giofrè 6: spinge con buona volontà, non serve eccedere.
Lavrendi 6: mette la sua esperienza in campo, deve lasciare la sfida all’intervallo per quello che sembra un brutto infortunio. (dal 1′ s.t. Cristiani 6: solito dinamismo e capacità di tenere i ritmi alti)
Aliperta 6,5: stupendo il lancio che serve a Bollino la palla del primo gol, ne sfiora uno su punizione e gioca una partita di buon livello tecnico. (dal 22′ s.t. Crisci 6: regala la sua freschezza a una mediana stanca)
Cretella 6,5: un paio di giocate tecniche sempre utili e una intensità fondamentale.
Bollino 7,5: Aliperta lo lancia alla grande, ma lui ci mette un sinistro dal limite chirurgico. La prima di un paio di perle di grande classe, l’ultima è l’assist per il tris di Arcidiacono.
Foggia 6,5: un gol, uno sfiorato e forse mezzo entrato, un paio – uno soprattutto – clamorosamente sbagliati. Non sarà la sua giornata migliore, ma timbra il cartellino per la ventesima volta in stagione. (dal 26′ s.t. Manfrellotti 6: l’impegno non manca mai, non è una cosa da poco visto il poco spazio avuto)
Cunzi 6: un tempo e poco più pieni di grande voglia e giocate che mostrano un talento che non teme l’eta. Un po’ impreciso sotto porta. (dal 6′ s.t. Arcidiacono 6,5: entra con grande voglia, firma il gol finale con una bella giocata dopo il servizio di Bollino)
MARINA DI RAGUSA Pellegrino 5 (dal 30′ s.t. Alvani sv); Di Bari 5,5, Puglisi 5, Monteleone sv (dal 19′ p.t. La Vardera 5,5), Cervillera 5,5; Brunetti 5,5, Basualdo 6 (dal 26′ s.t. Bellomo sv), Mauro 6 (dal 19′ s.t. Castellino 5,5); Manfrè 5,5, Sorriso 5 (dal 6′ s.t. Capitano 5,5), Baldeh 5,5. All. Utro 5,5.
*fonte foto: Acr Messina – ph. Furrer