Messina-Casertana, visto che mi vuoi lasciare

Pubblicato il 21 Settembre 2024 in Primo Piano

Il finale che non ti aspetti. O forse sì, perché in questo paradossale mondo del Messina nulla può, davvero, stupire. Quasi un’ora di dominio calcistico, poi la Casertana rimonta sfruttando la dormiveglia giallorossa. Modica saluta e se ne va, chiedendo scusa per il tempo perso (sprecato?) fin qui.

IL CAOS TOTALE – La cronaca post partita prende il sopravvento, così quanto accaduto sul terreno passa in secondo piano. Prima, infatti, andrebbero comprese le motivazioni che hanno portato Giacomo Modica a dire addio. Un intervento che pare programmato nel dettaglio – anche se probabilmente figlio del momento, dell’attimo -, dal suo arrivo in sala stampa al negare le domande fino alla dichiarazione in flusso di coscienza con cui si dimette in maniera irrevocabile. Termine che, però, dalle parti di Gualtieri deve avere un significato diverso visto che, pochi minuti dopo, il presidente Sciotto affida all’ufficio comunicazione le parole con cui respinge le dimissioni e conferma la fiducia. Una formula quasi standard, anche perché dalle parole di Modica non pare mancare la fiducia, ma altro. La storia è sempre la stessa, con quel filo sottile – ma lesionato – che teneva insieme un rapporto impossibile. Modica era stato tranchant fin troppe volte, con la proprietà che aveva spesso preferito fare spallucce. Al massimo, pronta solo a difendere il rapporto con l’amministrazione; che resta saldo – al netto di qualche dichiarazione di facciata di Basile – visto l’appello ad abbonarsi del presidente del Consiglio comunale. Non un tema secondario. Giovedì, nella conferenza pre gara, qualche scricchiolio c’era stato nuovamente quando Modica – rispondendo sul famoso tema “dell’asticella” – aveva sottolineato che anche potersi allenare al San Filippo ogni tanto sarebbe stato un passo avanti rispetto al passato. Insomma, siamo sempre di fronte a uno scenario di pochezza organizzativa clamorosa, con l’aggravante di una rosa che rappresenta una totale scommessa se paragonata a quella dello scorso anno. Certo, ribadiamo che questo gruppo abbia qualità e caratteristiche più vicine al credo di Modica, ma lo spessore tecnico e caratteriale del gruppo passato è assente. Al centro di questo progetto c’era – ormai il passato deve regnare sovrano – il lavoro di Modica e l’applicazione di ragazzi, qualcosa che si era intravisto anche con i difetti del caso. Perché tra Potenza e Casertana i punti buttati sono 4. Oggi, però, tutto questo quanto conta? Zero, se la parola “irrevocabili” ha un senso. E dovrebbe averlo, perché un tornare sui propri passi da parte di Modica non sarebbe un esercizio di responsabilità. Anzi, il contrario. E ora? Mercoledì si torna in campo, a Latina, e andrà compreso in che modo. Resta nel suo silenzio perenne il ds Pavone e con l’addio di Modica anche la sua posizione potrebbe diventare incerta. Che Sciotto abbia respinto il tutto è quasi logico, perché il suo Messina è il regno dell’improvvisato quindi l’addio di Modica – e se con lui andasse via l’intero gruppo di lavoro – significherebbe azzeramento completo. E proseguire con soli apprendisti dirigenti non sarebbe pensabile. Ma non impossibile… visti i pregressi.

NEL BENE E NEL MALE – C’è stata una partita e che abbia inciso su quanto accaduto dopo è innegabile. Il Messina piazza un dominio netto per quasi un’ora, poi cala in maniera evidente senza che Modica (voto 5,5) riesca a contenere la rimonta. Resta in attesa di non si sa bene cosa, con una squadra in calo e un avversario diverso. Iori sbaglia l’approccio anche tattico, poi cambia subito con Paglino che allarga realmente il gioco e crea superiorità. Il resto lo fa Bakayoko e per il Messina diventa difficilissimo contenere. Modica non toglie ritmo ai campani, non mette idee nuove e resta passivo spettatore di un pari che arriva, anche, per una difesa non all’altezza. Carretta si beve Ortisi e Rizzo, poi Bakayoko sfonda e Manetta si arrende nel commettere fallo. Blocco che non avrebbe potuto portare ad altro. Una resa totale. Curtosi ci aveva anche messo la pezza parando il penalty, ma che il Messina non abbia perso è già tanto. Un peccato, perché prima di questo disastro i giallorossi erano stati belli e concreti. Sin dall’approccio, che era stato uno dei problemi, con Petrungaro a inclinare la sfida. Non tanto una questione di trama, ma di cattiveria col pallone recuperato e rigiocato. Tridente pesante, con Luciani a dare profondità e gli esterni per mettere vivacità. E funziona, perché Iori sceglie di giocare a specchio ma non trova mai le distanze. Petrungaro mostra una crescita intravista già a Crotone, il suo primo tempo è di sola qualità. Il vantaggio e il raddoppio, con Luciani bravo nel timing e perfetto nel saltare Zanellati con una finta per poi insaccare. Primo tempo perfetto, anche in difesa dove si rischia solo una volta – quando Salomaa si divora il pari -, anche grazie a un atteggiamento di squadra meno superficiale. Petrucci in regia mostra lucidità, ma la condizione è lontana. Probabilmente con la voce guida meglio di Anzelmo e tiene le distanze meno larghe. Accorgimenti tattici che, però, sono meno interessanti da descrivere visto che Modica non è più l’allenatore. Per questo, anche la narrazione della ripresa diventa mero esercizio stilistico. Come detto, la Casertana cambia uomini, tattica e passo. Il Messina, invece, resta passivo: Modica scuoce tre calciatori a bordo campo, attende una decina di minuti per cambiare e nel frattempo la Casertana fa uno e due. Evidente che l’inerzia andasse spezzata e le contromisure trovate. Un black-out che ricade nelle responsabilità del tecnico. Tra Potenza e Casertana sprecato un capitale, perché dal San Filippo passa la salvezza di questo Messina. Dicevamo, si torna in campo mercoledì a Latina, ma come? Chissà. Sciotto proverà a ricucire, mal che vada… improvviserà.

POST SCRIPTUM – Era la serata del ricordo di Totò Schillaci e Christian Argurio, che preferiamo non citare nell’analisi di un momento grottesco. Non lo meritano. Ci resterà il ricordo di un calciatore venuto dal niente e arrivato (quasi) sul tetto del mondo. E di un ragazzo, bravo e gentile che il suo amore per Messina e il Messina non lo ha fatto mancare mai. Ciao.

Curtosi 6,5
Un bel intervento in mischia, poi para anche il rigore di Damian. Certo, trasmette ancora qualche insicurezza ma è il meno peggio di una difesa troppo leggera.

Lia 6
Tiene la posizione, spinge quando può e poi va in difficoltà quando entra Bakayoko. Per applicazione e impegno va sempre lodato.

Manetta 5
Altra prova non sufficiente. Nel primo tempo è tutto troppo facile, nel secondo non percepisce il pericolo e non aiuta la squadra a non abbassarsi. Commette un mezzo fallo da rigore su un corner, graziato. Quando va secco su Bakayoko neanche il mediocre Baratta può salvarlo.

Rizzo 5,5
Prende un giallo che più inutile non si può. La sua partita è condizionata, oltre che mediocre sia dal punto di vista tecnico che tattico.

Ortisi 5,5
Al solito. Una cosa buona, due sbagliate. Firma un altro assist, poi è superficiale in fase difensiva. Si fa ubriacare da Carretta, ma pare anche poco convinto in ogni contrasto difensivo. (dal 35′ s.t. Morleo s.v.)

Pedicillo 6
Lui resta sempre a galla. Quando tocca il pallone non è mai banale, nel primo tempo mette ritmo dove manca poi si spegne con gli altri.

Petrucci 5,5
Buone cose alternate a momenti a vuoto. La sua regia è ordinata, ma senza grossa inventiva. Si vede che la condizione è ancora poca. (dal 33′ s.t. Anzelmo s.v.)

Garofalo 6
In fin dei conti, difficilmente mette in campo una prestazione negativa. Fisicamente regge e tecnicamente è sempre utile. (dal 33′ s.t. Frisenna s.v.)

Anatriello 5,5
Si muove parecchio, toglie riferimenti ai difensori avversari, ma manca di precisione rispetto alle precedenti uscite. Da esterno non dispiace neanche. (dal 40′ s.t. Cominetti s.v.)

Luciani 6,5
Bellissima la rete del raddoppio, bravo nell’attaccare la profondità. Negli spazi si vedono le cose migliori, ma anche con l’uomo addosso si gioca le sue chance. Come nel finale, quando si libera della marcatura ma spara su Paglino.

Petrungaro 7
Subito in rete, poi un paio di belle giocate compreso l’assist perfetto per Luciani. Nella ripresa sfiora la doppietta con una bella acrobazia. In crescita. (dal 33′ s.t. Ndir s.v.)

CASERTANA Zanellati 5,5; Mancini 5,5, Bacchetti 6, Gatti 6, Falasca 5,5; Bianchi 5,5, Proia 5,5 (dal 25′ s.t. Damian 6,5), Matese 5 (dal 31′ p.t. Paglino 6,5); Carretta 7 (dal 25′ s.t. Capasso 6,5), Asencio 5 (dal 25′ s.t. Iuliano 6), Salomaa 5 (dal 18′ s.t. Bakayoko 6,5). All. Iori 6,5

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

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