Messina-Monopoli, il senso di incompiutezza

Pubblicato il 21 Ottobre 2024 in Primo Piano

Si deve fare di più. Il pari contro il Monopoli mostra un Messina maggiormente quadrato in difesa, ma ancora troppo leggero in avanti. Una sola vittoria in stagione è troppo poco, con la cattiva sensazione che le soluzioni per migliorare non possano passare solo da allenatore e squadra.

ASSENTI – Terzo pareggio consecutivo, tra l’altro con un solo gol segnato. Certo, gli avversari portavano i nomi di Benevento, Trapani e Monopoli, quindi, è corretto tirare una riga e parlare di aspetti positivi. La consapevolezza, infatti, impone di non poter bacchettare troppo un Messina troppo meno attrezzato di questi avversari per recriminare fin troppo. Chiaro, a Trapani la vittoria era vicina una manciata di secondi, ma in fin dei conti il bilancio di un trio complicato non è malvagio. Questo, perché occorre comprendere quanto i giallorossi siano in una condizione di difficoltà oggettiva rispetto alle formazioni della fascia medio-alta. Contro il Monopoli, comunque, si è creato e provato a vincere. Ai punti, probabilmente, il pareggio è giusto ma la partita con la squadra di Colombo è la classica in cui chi avrebbe vinto non avrebbe rubato nulla. Insomma, equilibrata tanto da poter essere inclinata con una giocata. Magari, quella tirata fuori da Petrungaro. Peccato, anche per la bellezza del gesto. Il match, per entrare nell’analisi, è stato bruttino. A tratti noioso, anche perché il Monopoli presentava tante di quelle assenze da non poter essere brillante. Colombo vuole una partenza forte, poi – quando capisce che avrebbe sofferto – stringe le maglie e abbassa la linea. Pure troppo, perché i pugliesi si spezzano in due e Yeboah fallisce nel suo compito da contropiedista. Il Messina paga l’assenza di un play lucido, infatti manovra con tecnica ma poca velocità. Gli avversari sono fisici e vanno avvolti e colpiti con l’inserimento dei centrocampisti. Funziona poco, perché il Monopoli si abbassa presto. Modica (voto 6) perde Anatriello e gioca la carta Mamona. Luciani non stava bene, Cominetti neanche c’era. Il ragazzo scuola Cremonese entra per modificare leggermente l’atteggiamento: sì attacco della profondità, ma anche contropiede con palla lunga quando possibile. Alla fine, non è che ci sia così tanto da analizzare. La partita non tira fuori soluzioni particolari, con le assenze – di entrambe le squadre – che pesano parecchio per il tipo di calciatori che finiscono per mancare. Il Messina aveva necessità di vincere, anzi quasi l’obbligo. Perché un solo successo è troppo poco, perché fare la conta di quello che sarebbe potuto essere è tipico di chi, a fine stagione, piange lacrime amare.

MERCATO – In classifica i veri punti che mancano sono quelli contro Potenza e Trapani: 4 punti persi a pochi istanti dalla fine, segno che quando c’è da sconfiggere l’ultima alta pressione ci si scioglie nella confusione. Il resto è tutto un potenziale: a Latina il pari è maturato nel primo tempo e nel finale il palo di Bocic ha fatto tremare; contro la Casertana il pari campano è arrivato presto e c’è stato tempo per vedere Luciani sbagliare il 3-2. Insomma, non si può mettere il punto dove si preferisce. Le partite vanno analizzate nella loro totalità e non basta la parte di prestazione che conviene per recriminare. Contro il Monopoli c’è stata maggiore vigoria in difesa, con i pericoli che sono stati limitati a qualche calcio da fuori. Bene così, ma l’evoluzione della sfida ha favorito il tutto. L’aspetto cruciale, però, pare essere quello offensivo. Anatriello è uscito con una spalla in disordine, vedremo quanti saranno i turni di stop forzato. La sua assenza peserà, perché il ragazzo scuola Bologna pare l’unico con vera confidenza con la rete. Luciani sembra ricalcare gli inciampi dello scorso anno, mentre i vari Mamona e Re non paiono ancora all’altezza dei compiti richiesti. Discorso diverso per Petrungaro: il numero 11 è in crescita evidente, anche dal punto di vista delle responsabilità pare essere il calciatore su cui puntare. Tecnica, una certa sfacciataggine nella giocata e qualità di lettura interessante. Cosa manca? Concretezza, quella necessaria per spaccare partite come quella contro il Monopoli. La rovesciata è un gesto strabiliante e poco può farci se Vitale è reattivo; meglio poteva fare, invece, nella conclusione a inizio ripresa respinta da De Risio in prossimità della linea di porta. Come anche nel primo tempo, quando nel finale ha preferito cadere per un lieve e innocuo sfioro più che calciare. Ecco, dai suoi piedi e dalla sua crescita passerà tanto. Come dalle soluzioni nelle due fasi che Modica dovrà implementare. Però, non basta. Lo dicevamo prima, non si può pensare che questo allenatore e questa rosa possano bastare. Serve altro. Gennaio è ancora lontano, ma diventa essenziale arrivarci col massimo dei punti possibili. Poi, servirà intervenire in tutti i reparti. Il lavoro è il verbo che guida tutto – come spiega lo stesso Modica -, ma c’è anche la presa di coscienza della realtà che suggerisce come questo gruppo sia deficitario in termini di esperienza e numeri. Lo storico di carriera parla di un reparto offensivo con poche reti a referto, sperare in un’inversione di tendenza estemporanea è davvero troppo. Come in difesa, dove sia numericamente che qualitativamente serve un grande aiuto.

Krapikas 6,5
Bravo quando chiamato in causa, continua a trasmettere una serenità sempre più necessaria.

Lia 5,5
Troppe volte imperfetto in chiusura, mentre in avanti appoggia con insistenza ma pecca in precisione. Un solo cross ben fatto, quello per la sforbiciata di Petrungaro. (dal 39′ s.t. Salvo s.v.)

Manetta 6
Ordinato nel prendere posizione sugli attaccanti avversari, in alcune letture non è reattivo e fa rischiare l’intera squadra.

Rizzo 6,5
Bravo nell’uno contro uno, sempre brillante quando c’è da piazzare una chiusura acrobatica.

Morleo 6
Intelligente nel non cercare di strafare, dalle sue parti non ci sono troppi pericoli e quelli potenziali è bravo nel limitarli. (dal 28′ s.t. Ortisi 6: pizzica la traversa direttamente dalla bandierina, entra bene in partita ma pare sempre troppo superficiale)

Garofalo 5,5
Impreciso in troppe circostanze, anche frettoloso e impaurito quando arriva la palla giusta per il vantaggio. La confusione in fase di sviluppo incide sulla sua prestazione. Meglio sulla sinistra che a destra.

Frisenna 6
Prova a calarsi nel ruolo di play senza troppi fronzoli, ma diventa spesso scolastico. Meglio da interno, anche se la sua partita è più di sacrificio che altro.

Pedicillo 6
Resta sempre a galla grazie alla tecnica, da play piazza un paio di bei lanci illuminanti. Sta diventando un jolly, ma per incidere deve pretendere di giocare in un solo ruolo. Forse, quello non ancora fatto finora.

Re 5
Impalpabile. Esordio da titolare, ma evidente come sia lontano da una condizione accettabile a supporto. (dal 28′ s.t. Petrucci 5,5: non entra in partita, prova due giocate ma le sbaglia)

Anatriello 6
La sua partita dura poco, poi la spalla lo tradisce dopo una caduta nel tentativo di sforbiciare. Si attendono gli esami per comprendere i tempi di recupero. Da centravanti, comunque, è più incisivo. (dal 36′ p.t. Mamona 5,5: tanto fumo… poi sempre la scelta sbagliata. Deve sfruttare meglio le sue doti fisiche. Importante, poi, saper giocare con e per la squadra)

Petrungaro 6,5
Alla domanda se fosse lui l’uomo che deve dare quel qualcosa in più in termini di creazione e finalizzazione, Modica ha risposto in maniera positiva. Logico, perché è proprio lui il giocatore più intenso e continuo. Qualità e spunti, manca solo un pizzico di cattiveria sotto porta. Le caratteristiche per diventare importante ci sono tutte. (dal 39′ s.t. Luciani s.v.)

MONOPOLI Vitale 6,5; Cristallo 6,5, De Risio 6 (dal 3′ s.t. Cascella 6), Viteritti 6; Valenti 6 (dal 22′ s.t. Virgilio 5,5), Scipioni 5,5 (dal 22′ s.t. Falzerano 6), Battocchio 6, Bulevardi 6, Yabre 5,5; Grandolfo 6 (dal 40′ s.t. De Sena s.v.), Yeboah 5,5 (dal 40′ s.t. Bruschi s.v.). All. Colombo 6

*foto copertina: SS Monopoli 1966 – Facebook ufficiale

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