Primo Piano
Messina 2.0: dare a Sciotto quel che è di Sciotto
Perdonare non è mai semplice. Soprattutto quando l’amarezza accumulata in 10 anni è diventata una costante emotiva per una tifoseria che di pazienza ne ha avuta tanta, forse troppa.
Perdonare non è mai semplice. Soprattutto quando l’amarezza accumulata in 10 anni è diventata una costante emotiva per una tifoseria che di pazienza ne ha avuta tanta, forse troppa.
Prende forma il secondo Messina dell’era Pietro Sciotto. Scaduto il termine del 30 giugno, e rispedita al mittente l’offerta dell’anonimo gruppo friulano, il patron giallorosso sembra pronto a rilanciare la sua creatura.
Un gruppo encomiabile, almeno fino all’ultimo istante, quello del pari-beffa. Altro che docce fredde, assenza di stimoli, incertezze sul futuro.
L’arbitro? Una vittima della società moderna. Nell’era dell’apparenza e della visibilità fare da contorno non piace, affascina di più potersi ritagliare una porzione di palcoscenico.
“Caro Armando, ma che fai?”… domanda che non può avere risposta logica o appagante. Prisco espulso per aver fatto pipì in campo, una notizia che rimbalza sui media nazionali e strappa sorrisi che si trasformano in vergogna dalle parti di casa Messina.
«Per me Messina non è un semplice passaggio professionale. Rappresenta qualcosa di importantissimo nella mia vita, le parole non servono a nulla se non sono accompagnate dai fatti. Col presidente ci siamo incontrati mercoledì, abbiamo parlato del caso Yeboah. Lui sa benissimo cosa serve per proseguire insieme: staff, organigramma e chiarezza sulla gestione degli stadi. […]
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