La partita? Finisce in secondo piano. Gli esoneri di Pino Rigoli e Leo Criaco decisi dai vertici del Football Club Messina, infatti, si prendono la scena aprendo a una riflessione sul delicato momento che la società di Rocco Arena sta attraversando.
L’ESONERO – Difficile non mescolare le questioni di campo con quelle umane. Il Covid è entrato con forza in casa Football Club, con i traumi maggiori che sono toccati proprio al tecnico Rigoli. Il ricovero, le condizioni preoccupanti e il miglioramento in attesa del tampone che potrebbe farlo tornare a casa già in questi giorni. Difficile, quindi, slegare la svolta tecnica da quella del momento vissuto dall’allenatore di Raccuja. Forse eccessivamente utopico, però, pretendere di trascinare i rapporti per mera delicatezza. I rapporti, infatti, restano al centro delle motivazioni, molto più di quanto possa pesare una sconfitta. La caduta di Acireale ha una genesi profonda, che risiede in un atteggiamento difensivo annoiante e granitico e nella passività della panchina. Rigoli e Criaco, però, non lasciano il Football Club per questo: non sarebbe stato credibile, visti anche gli 8 punti nelle precedenti e complicate quattro uscite. Alla base – ma si accettano scommesse sulle smentite – potrebbe esserci l’incrinarsi lento ma costante del rapporto tra società, squadra e staff tecnico. Film già visto nel calcio, nulla di eccezionale o nuovo, ma sicuramente dirompente e spiazzante. Anche la scelta del sostituto – il ritorno di Massimo Costantino – sembra suggerire che la società abbia voluto rimettere lo spogliatoio in mano a un tecnico più vicino caratterialmente al gruppo. In una situazione tanto oscillante, però, c’è la faccia della medaglia che dice che la rosa – rifinita dagli ultimi arrivi di Monti e Piccioni – aveva il marchio proprio di Rigoli. Una lista che comprende Agnelli, Lodi e i giovani under d’attacco, una precisa volontà dell’ormai ex allenatore quella di puntare sui giovani nel reparto offensivo.
LE RESPONSABILITÀ – Motivazioni – o presunte tali – a parte, poi, la riflessione si sposta rapidamente sul peso e l’impatto che questa scelta potrebbe comportare. Il ritorno di Massimo Costantino rappresenta la terza guida tecnica stagionale: prima Ernesto Gabriele, saltato alla terza giornata, poi Rigoli rimasto in sella per 12 partite con 22 punti conquistati (media 1,83). Gabriele pagò un profilo non all’altezza degli obiettivi – secondo la società -, idea che convinceva anche una squadra votata, fin lì, solo a difesa e contropiede. Con Rigoli, però, non è mai cambiato l’approccio tattico e, come detto, anche quello dei rapporti interpersonali non è decollato. Resta il fatto, però, che dopo 41 giornate dall’inizio dell’avventura di Rocco Arena quello di Massimo Costantino sarà il quinto “nuovo inizio”. Un po’ troppo, soprattutto per una società – e un presidente – che dallo scorso anno ripete con ossessiva convinzione l’obiettivo del salto di categoria. Non è questo, infatti, il modo in cui si vincono i campionati. Lo dice la storia di questo strano sport, dove una delle regole principali resta la continuità, dettata da unità e visione comune. Se Arena, come pare, non è riuscito a creare una visione unica che coinvolga sé stesso, squadra e tecnici con porta girevole, allora, il primo a doversi ricoprire il capo di cenere è – ancora una volta – lui. Il Football Club Messina resta in corsa, come ovvio, in un campionato che sembra andare sempre più verso una volata con tanti protagonisti più che a fughe. Resta in corsa, classifica alla mano, ma per esserlo davvero sembrano mancare gli ingredienti necessari. Dimostrare il contrario, adesso, toccherà in primis a una squadra orfana di ogni paravento dopo l’esonero di Rigoli e che dovrà saper gestire il persistente stato di incostanza dell’umore societario.
LA PARTITA – La squadra, quella che ad Acireale ci mette tanto del suo per lasciare ai ragazzi di Pagana 3 punti e il ritorno in zona promozione. Il vantaggio di Arena inclina la sfida, ma il Football Club butta via la chance con un atteggiamento solo difensivo e arroccato. Non capisce – la squadra guidata per l’ultima volta da Leo Criaco (voto 5) – che l’Acireale era una preda ferita da finire. Restano in partita i granata, non regge il classico muro dei giallorossi che viene scalfito e abbattuto dalla classe di Rizzo e dagli errori individuali. Il pari dell’argentino – con una punizione bellissima – rimette le cose in pari ma, immediatamente, regala la sensazione che il match finirà dalle parti dell’Acireale. Raddoppia presto Buffa – giocatore molto interessante -, aiutato anche da Carbonaro che perde la marcatura, e la sfida non dice nulla di più. Una partita brutta, tecnicamente fallosa e impregnata di nervosismo. Quello dell’Acireale, arrivato all’ultima spiaggia, che contagia il Football Club e lo abbatte. Alla fine i ragazzi di Pagana la vittoria la meritano, buona pure per calmare gli animi di una tribuna accesa. La passività della panchina è evidente colpa, con una sola sostituzione e tanti protagonisti rimasti a guardare. Giuffrida, a esempio, avrebbe potuto dare una cattiveria agonistica diversa a inizio ripresa. Nulla di tutto ciò e la squadra di Pagana può imprimere il proprio ritmo, anche caratteriale. Acireale che torna in corsa, in un campionato che in testa vede un Messina solido e credibile a cui si aggiungono formazioni concrete come Gelbison e San Luca (che deve recuperare 3 gare). In mezzo il Football Club Messina: terzo in classifica, con due gare da recuperare che possono lanciarlo in alto ma che, ora, deve curare conflitti interiori e inquietudini. Solo a quel punto, allora, si potrà considerare la squadra di Arena una credibile realtà.
Marone 5,5: poteva fare di più e meglio in occasione del pari di Rizzo, la punizione dell’argentino è, però, bellissima. Per il resto gioca una partita attenta.
Aita 5: leggero quando difende, mai incisivo quando prova ad accompagnare la manovra offensiva.
Marchetti D. 5,5: una gara di lotta, giocata col solito carattere ma con qualche errore in fase di possesso. Nel finale si fa espellere e salterà la prossima.
Fissore 5,5: come il compagno di reparto deve giocare una gara di lotta, perde qualche contrasto aereo che favorisce l’attacco delle seconde palle sempre ai granata.
Ricossa 5,5: bellissimo il lancio che serve Arena per il vantaggio, poi si spegne e soffre la velocità di Souare prima e Mbaba poi.
Palma 5: disordinato, perde troppi palloni e non diventa mai un fattore in zona offensiva.
Lodi 5,5: fatica a calarsi nel match e si gestisce con l’esperienza, qualche spunto si vede ma non basta.
Marchetti A. 5: il pallone gli scotta troppo, deve pensare più a spazzare che a giocare anche per colpa di un atteggiamento di squadra passivo. Il giallo lo condiziona. (dal 23′ s.t. Bevis 5: con più cattiveria avrebbe potuto sfruttare una buona occasione creata da Ricossa)
Arena 6,5: un gran bel gol, poi tante botte subite. I difensori di Pagana lo puntano, lui regge con personalità ma predica nel deserto.
Caballero 6,5: non viene mai servito per colpire, allora si ritaglia una sfida fatta di palloni protetti e smistati, tante botte con i ruvidi centrali e il tentativo di alzare il baricentro della squadra.
Carbonaro 5: primo tempo davvero ottimo, con giocate tecniche e la capacità di unire centrocampo e attacco. Poi cala, troppo, e perde Buffa in occasione del raddoppio che costa la sconfitta.
ACIREALE Mazzini 6; Cannino 6 (dal 10’ s.t. Mbaba 6,5), Silvestri 6,5, Viscomi 6, La Vardera 6; Buffa 7, Cozza 6,5 (dal 40’ s.t. Ba sv); Souare 6,5 (dal 26’ s.t. Orlando 6), Rizzo 7,5 (dal 36’ s.t. Mauceri sv), Savanarola 6; Pozzebon 5,5 (dal 45’ s.t. De Felice sv). All. Pagana 6.
*fonte foto: Football Club Messina – ph. Familiari