Primo Piano
Messina, tanto rumore per nulla?
Il luna park Messina non chiude mai. Non c’è Natale che tenga, anzi: sotto l’albero c’è stata propinata l’ennesima puntata di una telenovela senza fine. Sfiancante. Struggente. Deleteria.
Il luna park Messina non chiude mai. Non c’è Natale che tenga, anzi: sotto l’albero c’è stata propinata l’ennesima puntata di una telenovela senza fine. Sfiancante. Struggente. Deleteria.
Azionare la leva dell’orgoglio. Guardare all’avversario e non pensare ad altro, nemmeno al fatto che questo sia il derby dello Stretto meno sentito della storia di una sfida tra le più affascinanti del calcio italiano.
Un po’ allenatore, un po’ d.g., un po’ d.s., un po’ capopopolo, un po’ uomo-immagine. Ripiegare sul concetto di manager all’inglese non basta: Cristiano Lucarelli quel perimetro lo ha superato nettamente.
Lucarelli la scorsa settimana aveva parlato di effetto San Filippo. Per far passare sostanzialmente un messaggio: il Messina stenta a far decollare il gioco a causa di un terreno che non aiuta lo sviluppo di una manovra articolata in fase di costruzione.
Giro di boa con lo scatto necessario. Al De Simone, contro il Siracusa, l’obiettivo minimo del Messina è uscire indenne. Quello non troppo sbandierato, per evitare di generare false illusioni, si fonda invece sull’unico verbo che rilancerebbe la squadra di Lucarelli: quello della vittoria.
Tre partite, nove punti in palio: un bottino a cui aspirare nella sua interezza. Vibonese, Siracusa e Reggina all’orizzonte, squadre evidentemente alla portata di un Messina che non può permettersi ulteriori frenate.
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.