“Passare un brutto quarto d’ora”? Merito dello scrittore francese Rabelais: a Lione, senza soldi per dormire e tornare a Parigi, fece credere all’albergatore di voler attentare alla famiglia reale. Denunciato, non pagò il conto e tornò a Parigi gratis. Giunto davanti al Re, suo amico ed estimatore, si fece una risata per questo stratagemma.
L’AVVERSARIO DI CATEGORIA – Un brutto quarto d’ora. Forse sta tutto qui, o forse non esistono squadre capaci di correggere – in toto – i propri difetti in un singolo mese. A differenza dello scrittore François Rabelais, che pagò solo un viaggio poco gradevole prima delle risate con l’amico Re, il Football Club Messina paga l’interruzione della striscia vincente. L’approccio della squadra di mister Gabriele, al Morreale Proto di Cittanova, è tutto sbagliato, perché l’avversario era di quelli pericolosi e da anticipare. La caduta contro la Cittanovese rientra nella casistica dei classici episodi tipici di ogni campionato. Esistono gare – in ogni categoria – che escono dal concetto di valore assoluto (chiedere a Sarri post Juventus-Sassuolo). La gara contro la formazione di Ferraro non era tra le più difficili da leggere, anzi, proprio le caratteristiche da “squadra tipica” favoriscano un pronostico tendente verso l’aumento dei fattori di rischio. Nella presentazione – come adesso nel commento – era giusto evitare di focalizzare l’attenzione sulle assenze, perché una formazione dalle ambizioni forti tralascia simili argomenti. Allo stesso tempo era l’occasione perfetta – dopo quanto successo col Castrovillari – per dimostrare la non dipendenza da Carbonaro. Nel complesso è stato così: Coria ha giocato in crescendo, Dambros ha finalizzato l’unica palla veramente pulita e non sono state le carenze offensive a decretare la sconfitta. A risultare fatali, infatti, sono stati gli approcci (la sfortuna non esiste): non solo quello poco incisivo del Football Club Messina; ma anche, e soprattutto, quello da squadra convinta e decisa a chiuderla presto di una Cittanovese alla quarta vittoria in fila, e che in casa aveva già battuto Savoia e Messina. Ottavo successo in campionato per i calabresi, uno in più del Football Club, per chiarire come Silenzi (al passo d’addio) e compagni non abbiano mezze misure: 8 vittorie ma anche 7 sconfitte e un solo pareggio; 22 gol segnati e 20 subiti.
IMPARARE – Sciorinare numeri può essere poco affascinante ma fa comprendere a cosa si va incontro. L’avversario conta sempre quando analizzi un risultato, spesso fa capire prima come andrà a finire. Una sconfitta, poi, può tranquillamente essere episodica e non riaprire vecchie ferite. Nel gioco della rincorsa, però, ogni rallentamento equivale a una resa: il Football Club Messina si era abituato alla vittoria, forse troppo da non capire che la sfida di Cittanova sarebbe stata risolta nella prima mezz’ora. Sbagliando si impara, e in stagione rappresenta una prima volta questo tipo di atteggiamento iniziale. Parentesi da non sottovalutare, perché di campi come quello di Cittanova ne è pieno un Girone I da sempre insidioso.
CORREZIONI – Mister Gabriele si rifugia nella sfortuna, concetto retorico che non trova aderenza con la realtà ma che torna sempre utile nei post partita più pastosi. Più giuste le proteste per un rigore dato dall’assistente e negato – senza ragione – dall’arbitro. Le reti subite arrivano da evidenti errori di atteggiamento di squadra e mancate letture. Il colpo di testa di Sessa è deviato da Casella, ma è anche vero che il mediano calabrese salta solo in mezzo all’area a difesa schierata. Battuto l’incolpevole Marone, esordio per lui dopo il flop Aiello. Tatticamente si mischia e rimischia, forse per paura che l’assenza di Carbonaro vada supplita da alchimie e non dalla continuità nel gioco. Due reti in quarto d’ora palesano un errore nell’atteggiamento iniziale, la reazione resta veemente e favorita dal ritorno a uno schieramento più conosciuto. Il pari sarebbe potuto arrivare, ma la sconfitta tornerà utile a mister Gabriele e staff dirigenziale per comprendere dove intervenire in vista del mercato. Melillo resta il primo acquisto, poi tanto dipenderà dall’equilibrio nelle scelte tra le esigenze del tecnico e le voglie della dirigenza (presidente compreso). Football Club Messina che resta a un punto dalla zona playoff, una sconfitta non cambia i piani ma aver reale contezza di pregi e difetti resta il primo passo verso la crescita.
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Football Club Messina