Il cattivo sapore dell’aver bucato l’esordio. Perché il Messina che impatta a Cittanova sorride poco per la doppia rimonta, troppo brutto l’approccio quasi più della mancanza di idee nel finale fatto di due uomini in più.
CHI MAL COMINCIA – “Siamo solo al 5% rispetto quello a cui la squadra deve ambire a fare”. Basterebbero queste pochissime parole di mister Raffaele Novelli (voto 5,5) per chiudere l’analisi della sfida del suo Messina al Morreale-Proto. La prestazione generale dei giallorossi resta sotto la sufficienza: sotto dopo due minuti e qualche manciata di secondi, colpiti non per un cattivo approccio ma per quello che sembra essere un difetto strutturale. Difesa a zona sulle palle inattive – rompiamo gli indugi del piano tattico -, ma scarsissima cattiveria e comunicazione. Crucitti trova un gran destro, ma il pallone sbuca dopo essere stato sbucciato da un Petrucci che salta tutto solo davanti a Lai. Il capitano dei calabresi si stira, praticamente, subito: la sua mezz’ora è fantasma, perché l’ex Messina gioca solo fino al suo gol. Un peccato che Infantino non sottovaluta, soprattutto per una gestione generale che diventa nervosa. Il Messina reagisce, colpisce ma dorme di nuovo quando la palla si alza: Foggia e Lavrendi – ultimo uomo anche sul primo – saltano con Dorato in mezzo che arriva all’impatto e raddoppia. Se Lavrendi è scollato dall’avversario – va bene la zona, ma in area il contatto in marcatura ci vuole -, Foggia salta a vuoto, stupendo negativamente vista la sua attitudine fisica. Martellare sugli errori è necessario, perché non episodici ma specifici. La reazione – dicevamo – arriva ma il 5% di cui parla Novelli è ancora più chiaro: quando il Messina fraseggia, gioca di prima e ragiona con pazienza è una squadra davvero interessante; quando i solisti salgono in cattedra c’è solo confusione. Il 2-2 di fine primo tempo è meritato per la mole, meno per come arriva: Foggia accorcia – probabilmente – di braccio, con Fiumara che si becca il primo giallo aprendo la via a uno degli aspetti decisivi: i rossi. Il pareggio è figlio di incapacità in palleggio tra difensore e portiere: sveglio Arcidiacono, facile per Foggia. Il centravanti segna due reti che non resteranno nella storia, ma le cose più belle sono quelle periferiche all’area di rigore. Cuce i reparti, prende le botte – che sa anche dare -, sa regalare palloni interessanti per i compagni mostrando una buona tecnica.
POCHE IDEE – Il vero rammarico, però, resta un secondo tempo che una squadra che vuol vincere il campionato non può sbagliare. Cittanovese che si suicida sportivamente restando in 9 dopo una decina di minuti: prima Fiumara competa l’opera con un giallo inutile, poi Rizzo grida in faccia all’arbitro una rabbia, forse, motivata da qualche errore di troppo della terna ma mai giustificabile. A quel punto, però, il Messina si spegne lasciando viva la sensazione – a tutti – che in parità numerica fosse molto più padrone di campo e partita. Il gioco latita, finiscono i passaggi di prima e la pazienza, inizia una lunga serie di tentativi individuali di trovare la svolta. La Cittanovese si chiude, si raccoglie e il Messina sbatte sul muro di cross senza mordente verso un Foggia immerso in un mare di maglie avversarie. Il campo non permette l’ampiezza necessaria – è vero – ma il Messina non fa girare palla con calma e strategia, facendosi travolgere dalla maledetta ansia di dover vincere per forza essendo in doppia superiorità. In fin dei conti, poi, le cose negative sembrano pesare più di quelle positive: e non potrebbe essere diversamente. A dirlo è, soprattutto, la faccia di un Novelli visibilmente adirato per come lo spartito sia stato stracciato a favore delle giocate. Anche la sua gestione, però, è rivedibile: i giallorossi restano fedeli al 4-3-3 se non per un manciata di minuti nei quali Garofalo subentra a Giofrè e si passa a uno strano 3-3-4. Bollino alza la mano in debito d’ossigeno e si torna al classico, ma dalla panchina Novelli non pesca novità tattiche, forse, anche perché da pescare c’è pochissimo. Fuori Addessi, Sabatino e Aliperta: tre assenze non da poco, a cui va aggiunta almeno un’altra punta per rimpolpare un reparto corto. Occorrono alternative, modi per cambiare i match e dare a Novelli – sempre se vorrà – le soluzioni diverse per “sporcarsi le mani”, come aveva detto nella presentazione del sabato.
Lai 6: incolpevole sui gol, per il resto è ordinaria amministrazione.
Mazzone 5,5: tanti in errori in palleggio, la Cittanovese lo punta per tutto il primo tempo e da quella parte si balla parecchio. (dal 13′ s.t. Cascione 5,5: prestazione simile a quella del compagno)
Boskovic 6,5: sangue freddo e grande pulizia. Vince tutti i duelli e tiene contro un attacco fisico e spigoloso.
Lomasto 6: parte rigido, quando prende le misure a Dorato non sbaglia un intervento.
Giofrè 6,5: doppia fase sempre con grande vigoria e attenzione. Ha qualità per spingere, ma quando c’è da difendere è pronto. (dal 41′ s.t. Garofalo sv)
Vacca 5: sembra in ritardo di condizione. Tantissimi errori tecnici, anche se c’è da apprezzare la voglia di cercare sempre il gioco di prima e la verticalizzazione. (dal 24′ s.t. Cristiani 5: entra malissimo, subito ammonito e fuori partita)
Lavrendi 5,5: nella zona sulle palle inattive diventa – suo malgrado – protagonista negativo delle due reti. Il compito da regista lo fa a modo suo, è più ordinato che decisivo.
Cretella 5,5: le qualità tecniche si intravedono, va spesso in ansia da prestazione e nella ripresa si divora una buona chance per troppa fretta.
Bollino 6,5: classe da vendere, anche se nel primo tempo è tradito da un leggero errore nel controllo. Nella ripresa il gioco passa sempre da lui, forse un pizzico scontate alcune giocate, anche a causa di una condizione da costruire. (dal 44′ s.t. Izzo sv)
Foggia 7: un gol, forse, di mano e l’altro a porta vuota, ma la sua partita è fatta di cose molto più interessanti. Si muove, svaria, gioca per i compagni e mostra un’ottima tecnica individuale. Prezioso per far salire la squadra, resta vivo per tutta la partita. Grave, però, il buco che spiana la strada a Dorato per il 2-0.
Arcidiacono 5,5: la solita voglia ma troppo testardo in tante occasioni. Sveglio quando Latella e Petrucci combinano la frittata che porta al pari. Deve alzare i giri motore, difende troppo poco per una squadra che vuole restare cortissima.
CITTANOVESE Latella 5,5; Petrucci 5, Corso 6,5, Fiumara 4; Barilaro 6,5, Meola 6 (dal 32’ s.t. Lo Sasso sv), Lo Nigro 6,5, Rizzo 4; Crucitti 6,5 (dal 33’ p.t. Giorgiò 6 e dal 15’ s.t. Scuderi 5,5), Silenzi 6,5; Dorato 6,5 (dal 22’ s.t. Isabella 6). All. Infantino 6,5.