Dal raduno al ritiro. Lavora e inizia a faticare davvero la squadra di Ernesto Gabriele: per il Football Club Messina sono giorni di preparazione in quel di Fiuggi. Gruppo che si modella, basato sulla continuità cresciuta nel tempo ma che necessita – velocemente – di altri tasselli di alto livello.
L’AFFAIRE LEDESMA – Non può cadere nel silenzio la vicenda legata a Pablo Ledesma. Il centrocampista argentino, ex Boca e Catania, rappresentava il vero colpo di mercato dei giallorossi. Annunciato con – naturale – codazzo di entusiasmo da parte della tifoseria. Calciatore non più verdissimo ma in grado di dare quella dose di esperienza – e qualità – necessaria per non sprecare mesi di campionato come nella stagione bruscamente interrotta. I problemi burocratici legati al Covid e, soprattutto, intoppi di carattere familiare sembrano aver allontanato definitivamente il Football Club Messina e l’argentino. Indelicato – in casi del genere – scavare dietro la definizione di “problemi familiari”. Vicenda che complica i piani del Fc Messina, soprattutto, dal punto di vista dell’immagine dato che all’ingaggio di Ledesma era legato il segnale che Arena&Co. volevano lanciare al resto del campionato, già al momento dell’annuncio. Proprio l’annuncio, tra l’altro, fa comprendere come tra le parti tutti gli accordi fossero stati trovati. Argentino o no cambia poco, perché l’ambizione che il Fc Messina sembra coltivare non dovrebbe tramontare da un colpo saltato o meno. La questione che si apre, invece, torna a essere tecnica e tattica. Il secondo giorno di ritiro a Fiuggi è anche quello per ufficializzare il ritorno di Kilian Bevis. Il francese, esterno estroso, rappresenta un ottimo colpo viste le qualità espresse lo scorso anno, soluzione che però non può essere accolta come alternativa a Pablo Ledesma. Non una differenza di qualità, ma in primis di ruolo e responsabilità. All’argentino, infatti, sarebbero state affidate le chiavi della squadra nella fascia mediana: compiti di costruzione per sgravare Coria dal lavoro di cucitura. Calciatore che avrebbe potuto far sposare le sue caratteristiche con quelle di Giuffrida e Marchetti, adesso col ritorno di Bevis la prospettiva è quella di un proseguo – dal punto di vista tattico – su quanto fatto vedere lo scorso anno.
LA PRIMA PUNTA – Altro giro, altra corsa. E, spesso, in casa Football Club Messina sono le parole ad avvilire i fatti. L’incessante voglia dialettica del presidente Rocco Arena, infatti, accresce le aspettative dell’ambiente e prepara i detrattori a rinfacciare questa o quella dichiarazione. In una fase di calciomercato, poi, ogni spiffero diventa tempesta. Tutto ruota sulla figura della prima punta: le conferme di Dambros e Carbonaro non bastano, con l’addio di Aladje Gomes da colmare. Lo stesso Marco Ferrante, infatti, ha delineato chiaramente le caratteristiche ricercate da lui e Cesar Grabinski. Una prima punta di peso, un centravanti classico che possa giocare in coppia con uno dei colleghi di reparto e – in alternativa – fare da riferimento centrale di un tridente. In queste settimane, di trattative vere o presunte, i social – e non solo – si sono riempiti di profili di categoria superiore: Maxi Lopez, Floccari e Sforzini sono i nomi che hanno animato – troppo spesso in maniera stucchevole – più le piazze virtuali che la realtà. Boutade e nulla più, tipiche vicende che non aiutano e che, anzi, diventano imparabili boomerang. Nel calciomercato, poi, passerà sempre una differenza colossale tra il provare a trattare e il concludere. Una trattativa senza esito positivo non è – per forza di cose – una trattativa che non esiste. Lana caprina: trappola di un mondo malmostoso – come il mercato – che si intreccia agli anni della comunicazione social dove – tra addetti ai lavori e tifosi – si è dispersa la logica e fondamentale distanza. Giro di chiacchiere utili per tornare al punto: al Football Club Messina occorre più un calciatore funzionale che un nome mediatico. Tra incastri under e soluzioni tattiche, infatti, ci sarà da scontentare più di un over dal passato titolare, per questo motivo l’innesto offensivo deve giustificare non solo il bisogno – vivido – di reti dei giallorossi, ma anche le necessità di Gabriele di far quadrare il materiale a disposizione.
FATTORE UNDER – Come per ogni squadra – grande classico – la questione under tiene banco. Il Football Club Messina riparte dalle certezze Marone e Casella, con Camara già capace di strappare una maglia con buona continuità. Interessante, nelle premesse, l’ingaggio della punta Ebui, anche se il suo essere un 1999 lo fa rientrare più nelle rotazioni over che under. Scalpitano Gnicewicz e i nuovi arrivati Ricossa e Garetto, ma lo slot da coprire è quello del 2002. Mettendo da parte – non per cattiveria – i calciatori in prova, al momento in rosa gli unici in grado di coprire la casella obbligatoria sono i centrocampisti Guzman Rocchetti e Thomas Gille. Soprattutto il secondo, poi, sembra avere le doti giuste per uno spazio tra gli undici titolari. Troppo poco, anche numericamente, per quello che rappresenta un obbligo molto delicato. Lo scorso anno proprio l’apporto dei giovani diede buona linfa ai giallorossi: oggi – va sottolineato – gli addii di Brunetti e Correnti non possono cadere nel dimenticatoio, cercando di capire e analizzare come i due profili verranno sostituiti.
*foto tratta dalla pagina ufficiale del Football Club Messina