Ancora gli episodi a condannare l’Fc Messina. Come nella sfida d’andata. Solo che al Barbera, i rimpianti per i giallorossi sono enormi, dopo un primo tempo dominato, almeno fino al primo gol di Sforzini, che regala al Palermo una vittoria fondamentale.
DOMINIO E BEFFA – Identità. A prescindere da tutto. Mister Gabriele ha imposto una sola direzione al suo Fc Messina in vista della trasferta, almeno sulla carta, più insidiosa dell’anno. Non a caso le scelte del tecnico vanno inquadrate nella logica della continuità. Fatta, infatti, eccezione per Correnti – che sostituisce Camara, fermo ai box – l’11 base conferma il concetto di cui sopra. Non a caso, i due ballottaggi della vigilia (Dambros-Carbonaro, Fissore-Quitadamo) si risolvono in favore dei tasselli che nelle ultime settimane hanno trovato spazio nello scacchiere titolare (nel caso di Carbonaro, ovviamente, la condizione non ottimale dell’attaccante si rivela un fattore chiave). Continuità, si diceva. Ecco dunque che il quartetto di difesa davanti al portiere Marone è composto dagli esterni Casella e Brunetti e dalla coppia di centrali Domenico Marchetti-Fissore. In mediana, solito duo centrale: Alessandro Marchetti-Giuffrida, con Correnti e Bevis in corsia. Facundo Coria, come di consueto, recita dietro il terminale offensivo Dambros. Floriano prova subito a far sentire tutto il suo peso, quando al 4′ dopo uno splendido gesto col tacco, mette in mezzo una palla velenosissima su cui Sforzini però non arriva. La replica arriva a stretto giro, con il colpo di testa, a dire il vero telefonato, di Facundo Coria. Il Football Club Messina gioca a viso aperto, e recrimina fortemente per una strattonata in area, che pareva netta, ai danni di Fissore, sugli sviluppi di un piazzato. Poco dopo arriva l’occasionissima, con Coria che da due passi si vede respingere il colpo di testa in corner. Un minuto più tardi, ancora di testa, a sprecare la grande chance per il vantaggio è Fissore. Mani ai capelli, per l’8 giallorosso, ma la personalità degli ospiti è la chiave di lettura del primo scorcio di gara: è ancora l’Fc Messina, infatti, a presentarsi dalle parti di Pelagotti, ma Dambros perde il tempo per sganciare il colpo letale. Sulla prestazione del brasiliano, però, va sottolineato un aspetto. E cioè la grande capacità di districarsi in spazi strettissimi, qualità che gli permette di creare non pochi grattacapi alla difesa rosanero. E così il centravanti dell’Fc sfiora ancora il gol: gran tiro a incrociare, che costringe Pelagotti ad una splendida parata. Arriva pure il destro da fuori di Alessandro Marchetti, neutralizzato da Pelagotti. Se non è dominio, siamo vicini. Però il calcio non ha logica, e il gol arriva nell’altra porta, tra le proteste vibranti della formazione messinese: Sforzini la mette dentro da due passi, di testa, in una situazione di gioca caotica, nella quale il Football Club recrimina per la presunta carica sul suo portiere, Marone.
RITMI BASSI, POI IL SIPARIO – La ripresa offre subito uno spunto significativo: Gabriele toglie Fissore e mette dentro Paolo Carbonaro. É un 3-4-1-2, con l’attaccante palermitano che affianca davanti Dambros. Spregiudicata, la mossa di Gabriele, perché al di là del modulo, va considerata la scelta di togliere Fissore, e quindi di lasciare nei tre di difesa due terzini under, cioè Casella e Brunetti, peraltro ammonito. Squadre praticamente a specchio, pertanto, perché Pergolizzi nel frattempo era già passato a tre dietro, quando l’iniziale superiorità numerica dell’Fc Messina a centrocampo aveva creato più di un problema ai rosanero, sempre in affanno nelle due fasi di gioco. La partita offre meno sbocchi e ritmi decisamente più bassi, rispetto al primo round. Si gioca dentro una cornice di maggiore equilibrio, complice anche le continue interruzioni del gioco. Spartito che fa, manco a dirlo, il gioco del Palermo, che bada più che altro a congelare il risultato in una ripresa avara di spunti per il taccuino. Almeno fino allo strappo di Bevis, che apparecchia per Carbonaro, anticipato per un soffio da Lancini. Il sipario sulla sfida cala prima del triplice fischio: Ficarrotta, in contropiede, serve sul velluto Sforzini, che non perdona. Giochi chiusi, grazie al cinismo della capolista. Che oggi, se ce ne fosse bisogno, spiega alle inseguitrici come si vincono i campionati.
PALERMO 2
FC MESSINA 0
MARCATORE Sforzini al 35′ p.t.; Sforzini al 45′ s.t.
PALERMO (4-3-3) Pelagotti; Accardi, Peretti, Lancini, Crivello (dal 42′ s.t. Mauri); Kraja (dal 10′ s.t. Ambro), Martin, Langella; Felici (dal 11′ s.t. Silipo), Sforzini, Floriano (dal 28′ s.t. Ficarrotta). (Fallani, Rizzo, Pinna, Marong, Cangemi, Florio). All. Pergolizzi.
FC MESSINA (4-4-1-1) Marone; Casella (dal 40′ s.t. Miele), Marchetti D., Fissore (dal 1′ s.t. Carbonaro), Brunetti; Bevis, Marchetti A. (dal 43′ s.t. Geran), Giuffrida, Correnti; Coria; Dambros (dal 23′ s.t. Quitadamo). (Aiello, Aprile, Falco, Fernandez, Santapaola). All. Gabriele.
ARBITRO Di Francesco di Ostia Lido
NOTE Spettatori 17 mila circa. Ammoniti Brunetti, Alessandro Marchetti, Kraja, Accardi, Sforzini, Ficarrotta. Corner 1-4. Recupero 2′ e 5′.