Due vittorie, cinque gol realizzati e nessuno subito. Il biglietto da visita di Ernesto Gabriele da allenatore del Football Club Messina rinsalda la sua posizione, rilancia la formazione giallorossa in zona playoff e, soprattutto, chiarisce che tanti dei vizi visti in precedenza non erano così imparabili.
BELLI MA SOLIDI – L’asterisco posto a quasi tutte le prestazioni del Fc Messina modello Costantino rimaneva nelle fragilità – tattiche e psicologiche – che erano costate punti e ambizioni. Le rimonte subite con Biancavilla e Nola, le incertezze con l’Acireale, fino alla tombale caduta con il Castrovillari come corollario giustificante l’esonero dell’ex Vigor Lamezia. La sua successione – interna – sembrava passaggio momentaneo in attesa di un nuovo tecnico: a convincere della bontà di Gabriele sono state due vittorie capaci di mostrare una squadra ancora ritmata dalla ricerca di un calcio offensivo ed estetico, il tutto misto a una originale solidità e concretezza. Ernesto Gabriele ha convinto dirigenza e presidente Arena: con il numero uno che rivendicherà di aver sempre puntato sull’ex secondo, nel più classico gioco delle parti utile a rinsaldare la posizione del tecnico. Le parole, comunque, non cambieranno la sostanza di un allenatore consapevole del materiale a disposizione e attento nel correggere i difetti mostrati: favorito dall’aver visto nascere il gruppo, di averlo visto evolversi positivamente e negativamente e di aver, probabilmente, covato idee diverse dal primo in carica.
IL RISPETTO PER LA CATEGORIA – La duttilità di Costantino è diventata, presto, una sorta di confusione mascherata da spregiudicatezza. L’infortunio di Melillo e il ritardo di Coria hanno complicato i piani, la discontinuità dei risultati ha fatto il resto mettendo instabilità nelle scelte. La formula con Bevis e Correnti interni di centrocampo ha intrigato, diventando presto eccessiva se proposta come definitiva. La categoria, infatti, non permette sbilanci di natura totalmente offensiva e tecnica: l’infortunio di Alessandro Marchetti ha inciso, decidere di sostituirlo con un sistema radicalmente spregiudicato si è rivelato tragicamente fatale. La rivoluzione di Gabriele è andata incontro al rispetto di un campionato complicato: Giuffrida deresponsabilizzato da compiti di regia, affiancato dal rientrante Marchetti per aumentare il tasso di quantità e limitare la fatica degli offensivi in fase di non possesso. Campionato livellato verso il basso – si dice comunemente -, torneo che comunque merita rispetto e che ha dimostrato (vedi Palmese-Palermo) che non è possibile abbassare il livello di guardia. Il 4-4-1-1 di Gabriele innalza la solidità, protegge meglio i due centrali difensivi e scatena il duo Carbonaro-Coria. Sull’argentino l’altra scelta degna di interesse: due volte sostituito presto, due volte quando la squadra aveva allungato sull’avversario e necessitava di corsa maggiore. Lucidità per un Ernesto Gabriele che prova a promuoversi da solo.
IL MERCATO – Dopo l’addio di Costantino si aprono le porte – o quantomeno cedono le resistenze – al tesseramento del difensore centrale Julian Fernandez. L’argentino è in gruppo da un paio di settimane, il suo ingaggio è rimasto congelato – anche per una certa ritrosia tecnica – ma adesso appare più vicino. Reparto che troverebbe, così, un quarto uomo nonostante un Quitadamo primo rincalzo di lusso viste le buone prestazioni ma le continue panchine. Problemi, eventuali, di abbondanza che dovrà gestire Gabriele. Discorso diverso, invece, quello che riguarda l’attacco: Aladje Gomes è crollato sotto i dolori di un ginocchio malmesso. Il suo viaggio a Bologna chiarirà il futuro, restano comunque due i pezzi da ricercare per un reparto – al momento – Carbonaro dipendente.
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Football Club Messina