Fc Messina, la buona semina

Pubblicato il 27 Giugno 2020 in Primo Piano

Prima le certezze. Da questo decide di ripartire il Football Club Messina di Rocco Arena. Prima dell’apertura ufficiale del mercato, e successive trattative, arrivano le riconferme di alcuni tra i protagonisti della passata stagione. Parola d’ordine: continuità.

LA BASE – I piccoli stravolgimenti societari, con l’addio di Morello e il passaggio di Grabinski dalla panchina alla scrivania, rappresentano l’unica novità sostanziale in casa Football Club. Pieni poteri a Marco Ferrante per la parte tecnica, con l’ex bomber del Torino che pare muoversi su una precisa idea e identità. Di Limatola e Rizzieri si parla da mesi, una volta ufficializzati si comprenderanno meglio i quadri, nel frattempo sull’asse Ferrante-Arena il Fc Messina lavora per il futuro campionato. Ovvia e scontata la conferma di Gabriele in panca: media punti, prestazioni e solidità non potevano avere destino diverso. Quanto portato dal tecnico calabrese – dal suo subentro al posto del deludente Costantino – è rispecchiato da una classifica passata dalla parte destra alla zona playoff. Il lockdown ha fermato il processo di crescita, anche se i valori espressi sembravano essere arrivati a un buon limite. Proprio sui difetti dovrà lavorare il Fc Messina: il -17 dal Palermo è una realtà, pesante come il -10 dal Savoia nonostante i 4 punti negli scontri diretti. L’approccio al torneo – nella gestione Costantino – ha azzoppato qualsiasi sogno di altissima classifica, lasciando una scia di facile e giusta ironia sulle parole di un Rocco Arena convinto di poter primeggiare. Ma i campionati non si vincono nelle interviste o su Instagram, anzi, sono quelli i peggiori nemici di chi deve dimostrare più di quanto il proprio egocentrismo aiuti a dichiarare. Archiviata la stagione 2019/20, però, il Football Club Messina ha il vantaggio di poter ripartire da un gruppo solido e voglioso di crescere rispetto all’anno precedente.

UOMINI E CATEGORIE – Il biennale firmato lo scorso ancora allo Stretto capitan Giuffrida e Fissore. Le trattative di questi giorni, invece, regalano a mister Gabriele un secondo ballo con i vari Domenico Marchetti, Quitadamo, Dambros, Carbonaro e Coria. Solidi over ai quali aggiungere gli under Casella e Camara. Vicinissimo a rispondere all’appello il ‘99 Marone che potrebbe, presto, tornare in rosa dopo la scelta della LND di considerare i classe 1999 ancora under. Lontani, invece, Bevis e Melillo che non dovrebbero tornare a vestire il giallorosso. Buon blocco di conferme, quindi, con l’attesa che resta per un’altra colonna come Alessandro Marchetti. Alcune non conferme, però, aprono il campo a una ricerca di over in grado di colmare il gap con la zona promozione diretta. Per vincere un torneo duro come la D, infatti, occorre una buona continuità realizzativa che passi da una presenza offensiva fissa è indiscutibile. Discorso simile in mediana dove, al netto della generosità di Giuffrida, servirà un roseto che dia ampie garanzie sul campo e nelle rotazioni a mister Gabriele. Proprio a centrocampo inizia a filtrare qualche nome da categoria superiore: forse solo pour parler, dato che gli interessati hanno di fronte la coda di stagione in Serie C. Categoria che il Football Club Messina spera, ancora, di agganciare in extremis – e per questo monitora profili importanti -, anche se la questione ripescaggio andrebbe, probabilmente, messa da parte. Le chance, infatti, che il numero di squadre utili al completamento dei 60 posti nella prossima C possa allargarsi fino al Fc Messina non sono altissime o scontate, con buona pace di dirigenti speranzosi. Ci saranno da comprendere, infatti, quali criteri verranno adottati – i presidenti Ghirelli e Sibilia hanno più volte rimarcato la questione del merito sportivo – per cercare di premiare, fin dove possibile, le 9 seconde del gironi di D. Cambierebbe poco – se non per alcune cifre o profili – dato che una Serie D a vincere non avrebbe costi di gestione inferiori (modalità di ripescaggio e iscrizione a parte) a una buona Serie C.

FUTURO – Pensando – realisticamente – a un Fc Messina in D, allora, il lavoro di Ferrante e dirigenti procede sotto buoni auspici. Mister Gabriele non è sembrato schiavo di sistemi e moduli, tanto che diventa più complicato capire a priori su che calciatori, per caratteristiche, stia lavorando il Fc Messina. La solidità e la grinta del comparto difensiva ha meritato la riconferma in blocco, con il solo Brunetti rientrato alla base Sicula Leonzio. Come scritto in precedenza, però, il lavoro su centrocampo e attacco dovrà partire dai difetti prima che dai pregi. Solo così, probabilmente, il Football Club Messina potrà iscriversi al partito delle grandissime. Avversari ancora da scoprire: tra playout di C e società a rischio, infatti, il futuro del Girone I resta nebuloso. Come tutto da comprendere, infine, resta il futuro legato agli stadi. Argomento, questo, che esula dal discorso prettamente legato al Fc Messina, che però resta soggetto interessato alla questione. Celeste riconsegnato al Comune, col bando per la struttura di via Oreto lontano dal vedere la luce. San Filippo, invece, già sul piatto con il bando aperto fino al 30 settembre. Se il Football Club Messina di Arena, più una buona fila di sponsor, e associati (obbligatoria l’ATI visti i criteri imposti nel bando) saranno interessati dovranno prevedere un progetto dall’imponente esborso economico: non tanto per la concessione prevista nel bando, quanto per le eventuali migliorie. Argomento e tesi validi anche per l’Acr Messina. Indipendentemente dalla forza economica o dall’ambizione, infatti, è così scontato che una società di D – che quindi è legata a fatturato da indotto irrisorio – possa davvero essere interessata a un mausoleo che necessita di svariati interventi? Discorso diverso se fossimo di fronte a ben altre categorie, o ben altre possibilità previste nel bando. Ma se il bando è stato pubblicato in Gazzetta Europea nella versione prevista senza modifiche e se le migliorie possibili rientrano solo “nelle proposte” dell’offerente e non previste a priori (vedi Bergamo e Atalanta)… allora è scontato credere che al Comune (soltanto?) il documento andasse bene così.

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