Ritiro al fresco, o al caldo, silano per una squadra ancora alla ricerca del suo scheletro. Mister Costantino lavora con un paio di over e una serie di ragazzi in prestito o da valutare, evoluzione lenta di un Fc Messina ancora troppo lontano da essere una realtà.
LE ASPETTATIVE – Ad alzare l’asticella è stato, in primis, il presidente Rocco Arena sempre prodigo di retorica storica e ambizioni elevate. Realtà e parole che non trovano, al momento, una collisione capace di offrire una rosa in grado di occupare le zone alte della griglia di partenza della prossima Serie D. Aspetti tecnici da mettere in primo piano: saltati Crucitti e Moi, con Benassi in attesa di comprendere se le offerte dalla Serie C diverranno concrete, il pacchetto over a disposizione di Costantino è formato dal fedele Giuffrida (fermo da un anno), dal buon prospetto Quitadamo e dall’esterno offensivo Carbonaro; il resto rimane un grosso punto interrogativo tra post-dilettanti giunti dal calcio spagnolo e tanti giovani che non dovranno soffrire di troppe aspettative (come non dovrebbe nessun giovane). Il ds Morello si affretta a chiarire come il mercato rimanga in attesa di comprendere come si muoveranno le squadre di Serie C, un paravento che terminerà a breve e che dovrà sgombrare il campo dall’impasse per lasciare spazio a un’attività fin qui inesistente. Costantino lavora al caldo silano con un gruppo che difficilmente verrà, poi, proposto in campo. L’inesperienza di Morello e Ferrante non è un alibi credibile, come difficile risolvere il tutto con una mera questione di soldi dato che nel calcio non basta un bel contratto per ottenere una firma. Un caffè con Ricciardo come buon proposito, perché il profilo dell’attaccante siciliano sarebbe un biglietto da visita in grado di dare un’altra credibilità a una società fin qui ancora distante dalle aspettative presidenziali. Un incontro che, però, non ha portato a nulla di diverso di una chiacchierata, sostanza ancora fumosa ma classico delle trattative del calciomercato.
LAVORI IN CORSO – Chiavi del Celeste ottenute, sopralluogo effettuato ma cantieri che dipendono ancora dall’appoggio comunale alle idee, mirabolanti, del gruppo Fc. La famosa telecamera puntata 24 ore su 24 non può inquadrare ancora nulla, anche se il sito ufficiale è finalmente attivo. Contorni, questi ultimi, che non danno il reale polso della forza in essere; il vero punto resta quello tecnico, il nodo sportivo è quello da sciogliere prima di puntare su avveniristici lavori per un Celeste monumento dimenticato da amministrazioni volutamente distratte. La questione stadio, poi, ha trovato una inquietante pagina nella presenza, durante gli incontri istituzionali, di quel Salvatore Micari arrestato nei giorni scorsi all’interno dell’operazione antidroga Tunnel. Dalla società registriamo un “no comment” e la puntualizzazione di come nessun ruolo societario sia mai stato ricoperto da Micari: materia delicata e per magistrati, da trattare con la correttezza che il mestiere impone e non con la scure del qualunquismo social. Apprendere, informarsi, chiedere e attendere il lavoro dei professionisti in merito, senza la fretta dei processi mediatici… la deontologia questa sconosciuta. Tornando al pallone: il cantiere di Costantino resta aperto, difficile comprendere che calcio vorrà offrire il tecnico calabrese mai brillante in carriera per spettacolo ma più per una concretezza buona per piccoli traguardi importanti.
RETROVIE – Luglio ancora vivo, l’agosto del Fc Messina però parlerà già di campo ufficiale con una Coppa Italia da affrontare presto, un avvicinamento che costringerà una sveglia collettiva del comparto tecnico. Il Girone I nascente è ancora complicato da analizzare, senza neanche la certezza di quali squadre parteciperanno tra campane da dividere con Foggia, Siracusa e Palermo che dovranno trovare nuove forze per ripartire e chissà chi finirà nel pastoso girone calabro-siculo. Al momento, però, la formazione di Costantino non è classificabile tra quelle in grado di attaccare la vetta, ovvio che il tempo resta dalla parte di qualsiasi società ma un ritiro convocato per metà luglio impone una cronaca già critica, contrappasso per una realtà che sin dalla sua genesi ha puntato in alto senza alcuna mezza misura dialettica.