Tutto facile, tutto bello e terzo posto solitario. Il Football Club Messina che schianta il Nola mostra di aver smaltito la sconfitta di Palermo, usa la rabbia in maniera positiva e rinsalda il gradino sul podio.
SPRECONI – Non è tutto da buttare quando si perde. Sono, anzi, le sconfitte a regalare spunti e motivazioni. Il 2-0 del Barbera diventa arma di rilancio per il Fc Messina, le recriminazioni arbitrali danno la spinta a Giuffrida e compagni per ripartire e archiviare la pratica Nola senza problemi. La ricerca del pelo nell’uovo, però, diventa necessaria per analizzare al meglio il momento della squadra di Ernesto Gabriele (voto 6,5). Crea tanto, forse tantissimo (vedasi 12 corner a 1), il Football Club Messina ma per battere Capasso deve affidarsi a due episodi: la rete di Fissore arriva su una mezza papera dello stesso portiere campano, il raddoppio è un calcio di rigore sbagliato e ribadito in rete da Carbonaro. Per una squadra che costruisce così tanto – che esprime un talento tecnico immenso e movimenti sempre interessanti – raccogliere un bottino irrisorio ed episodico rappresenta, comunque, un limite. Analisi già fatta, discorsi che si ripetono e che hanno trovato veridicità – al netto degli errori arbitrali – al Barbera dove al Football Club non è bastato creare, venendo punito alla prima palla in mezzo. Domenica prossima scontro diretto a Giugliano, altro campo dove sarà difficile poter sprecare e vincere. Terzo posto da difendere, soprattutto zona playoff da blindare anche se la tendenza del torneo parla chiaro. Le prime sono scappate: il -15 dal Palermo (rosanero a +2 sul Bari dell’anno scorso) è una mazzata numerica che ridimensiona le ambizioni di vetta sperate da Arena. Savoia lontano ma più vicino, e lo scontro del San Filippo potrebbe addolcire la distanza. L’analisi del cammino, però, racconta di una squadra in linea con il reale valore della rosa e una posizione in classifica consona a quanto costruito. La gestione Costantino ha, sicuramente, tolto una buona manciata di punti; equilibrati, poi, dall’incessante cammino di Gabriele. Un totale che dice la verità su questo Football Club Messina.
GESTIONE INTELLIGENTE – Ricerca dei difetti a parte, c’è un Fc Messina che piace e convince sia quando attacca e – soprattutto – quando difende. La vera rivoluzione di Ernesto Gabriele è stata quella di gestire senza troppi legacci tattici: i giallorossi giocano, passano sempre dalla tecnica ma si sono spogliati di tutti gli artifizi voluti da Costantino. La semplicità del modulo ha esaltato le giocate, con tanto campo da far attaccare a giocatori che andavano allontanati dalla possibilità di un palleggio corto che, troppo spesso, aveva portato a palloni persi e possesso lezioso e sterile. Libertà e semplicità sono gli ingredienti che questo gruppo anelava: non esistono formule preconfezionate per fare bene, tutto va adattato alla rosa che si ha a disposizione, Gabriele è stato intelligente nel capire che creatura fosse questo Fc Messina e a farlo brillare. La rigidità non è un pregio, anche se i giallorossi seguono un preciso spartito tattico nel quale, però, c’è tanto spazio concesso alla giocata. In fase di non possesso – vera arma in più – tutti lavorano per il recupero palla, guidati con maestria dal duo Marchetti-Giuffrida che sono sempre bravi a tenere le distanze corte tra i tre reparti. Nola avversario scorbutico, forse non convintissimo di poter pungere al San Filippo, soprattutto dopo un primo quarto d’ora di alto livello agonistico nei contrasti da parte di Fissore e compagni. Avversario spento presto – come sempre accaduto nelle vittorie di Gabriele -, partita indirizzata e classifica che sorride.
COMUNQUE CARBONARO – Il ritorno dal primo minuto del numero 7 e capocannoniere palermitano si fa subito sentire. Le prestazioni di Dambros non hanno deluso, ma il brasiliano resta calciatore diverso rispetto a un Carbonaro capace di fare giocate, soprattutto, per i compagni oltre che guardare con cattiveria la porta. Carbonaro si muove, svaria, forse gioca una partita non così convincente per quanto spreca, ma Carbonaro c’è sempre e comunque. La rete arriva, sblocca l’attaccante ma ne mostra il terzo errore stagionale dal dischetto. Un dato statistico e nulla più. La dipendenza da Carbonaro diventa molto più evidente quando il numero 7 è presente: una squadra ormai convinta, infatti, è capace di vincere anche oltre le assenze, ma quando Carbonaro scende in campo si nota l’importanza tattica e tecnica di un calciatore che ha spostato gli equilibri. Sui singoli si dovrebbero dedicare capitoli a parte: Marchetti è senza dubbio il calciatore che regola l’equilibrio, forse meno in copertina di un Coria ma probabilmente più incisivo. L’argentino è sempre nel vivo, e anche quando pare fuori dal gioco è sempre lui ad accendere la luce. Tornato Melillo che incanta sul velluto di un paio di giocate puramente tecniche, calciatore che può diventare arma in corso più che decisiva.
Marone 6: pomeriggio di noia, come è capitato spesso ultimamente nelle sfide interne, la gestione dell’ordinaria amministrazione gli evita il senza voto.
Casella 6: ordinato, gioca una partita attenta e senza sbavature.
Quitadamo 6: nessun lavoro extra, tanta gestione e anticipi sempre puntuali.
Fissore 7: quando c’è da alzare il livello agonistico non si lascia pregare. Fortunato e bravo in occasione del gol, l’errore del portiere conta ma lui c’è.
Brunetti 6,5: spinge con buona continuità e soprattutto qualità. (dal 47′ s.t. Santapaola sv)
Bevis 6: ruba meno l’occhio rispetto ad altre uscite ma è sempre utile alla squadra. (dal 40′ s.t. Aprile sv)
Marchetti 7: migliore in campo. Accorcia i reparti, cuce il gioco e quando c’è da fare legna è il primo a rincorrere. Insostituibile.
Giuffrida 6,5: in coppia con Marchetti vive una seconda parte di stagione vicina alla perfezione. Sempre vivo in fase di non possesso, qualità sempre funzionale al gioco in fase di costruzione.
Correnti 6,5: una spina nel fianco instancabile, conquista il rigore e crea sempre superiorità. (dal 35′ s.t. Falco sv)
Coria 6: giornata strana per l’argentino, tanta qualità ma troppo spesso fumosa. Lezioso quando non serve, anche se dai suoi piedi nascono continui pericoli. (dal 16′ s.t. Melillo 6,5: una mezz’ora spettacolosa, fatta di dribbling e finte che fanno intravedere il calciatore ammirato al Troina)
Carbonaro 6,5: non brillante come al solito ma sempre il migliore nel muovere la difesa avversaria e coinvolgere i compagni. Polveri troppo bagnate, sbaglia anche il terzo rigore stagionale ma è fortunato nel poter ribadire in rete. (dal 31′ s.t. Dambros sv)
NOLA Capasso 5,5; Reale 5 (dal 23′ s.t. Sannia S. sv), Mileto 5,5, Sannia A. 5 (dal 23′ s.t. Gargiulo sv); Calise 5,5 (dal 34′ s.t. Marigliano sv), Cardone 5,5, Cavaliere 5, Guarro 5; Faella 5 (dal 31′ s.t. Coppola sv), Maggio 5, Giliberti 5 (dal 23′ s.t. Andrulli sv). All. Esposito 5
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Football Club Messina