Irlandese, poeta, drammaturgo e noto per i suoi aforismi. Oscar Wilde ha spesso riassunto, nelle sue frasi celebri, la profondità della natura umana. Tra questi la riflessione secondo cui: “Non inventare assolutamente niente è un atto di genio puro e, in un’epoca commerciale come la nostra, indica un considerevole coraggio fisico”.

MERCATO FATTO IN CASA – Risultato e prestazione che possono far sorridere. Il pareggio di Licata rappresenta un buon passo in avanti per il Football Club Messina di Ernesto Gabriele, una ripartenza positiva dopo la sosta natalizia che apre le porte a un momento chiave della stagione. Dicembre e gennaio per migliorare e non rivoluzionare. Punto di forza indiscutibile in casa Arena, tanto che al Liotta i giallorossi hanno mostrato dieci undicesimi presenti già dall’estate. Il solo Marone – al posto del troppo discontinuo Aiello – come volto nuovo, a chiarire che la base solida sulla quale fondare la stagione ha trovato continuità. Il tesseramento di Geran e il transfert di Fernandez hanno fatto il resto, con Melillo che non andrà gravato dell’ansia da rientro vista la frattura subita. Piccoli innesti per aumentare le capacità di scelta, senza tralasciare l’abitudine già raggiunta da Fernandez nel giocare coi compagni vista la sua presenza in riva allo Stretto già da diversi mesi. La vera scossa è arrivata dal cambio in panchina: media punti raddoppiata dalla promozione di Gabriele, tanto che diventa lecito attendersi una presenza costante in zona playoff, cancellando l’altalena momentanea (figlia anche del calendario).

EQUILIBRIO SOTTILE – Non farsi prendere dalla bulimia di mercato è sempre cosa buona e giusta. Gabriele può lavorare con una rosa snella ma ricca di alternative, gestendo così i casi più spinosi senza farsi travolgere. La difesa resta il reparto più delicato: Domenico Marchetti e Quitadamo, per rendimento generale, hanno meritato la palma di titolare con Fissore sempre utile per fisicità. Tre profili titolari, con Fernandez che non sembra aver lasciato l’Argentina per guardare gli altri giocare. Patata bollente quella delle rotazioni in un ruolo tanto delicato: la difesa a 3 tanto spinta – per motivi sconosciuti – sarebbe un placebo utile per eliminare almeno una faccia triste tra i centrali, ma complicherebbe la vita del resto del gruppo. Toccherà a Gabriele trovare l’alternanza giusta, con la squalifica di Domenico Marchetti che contro la Palmese lascerà spazio ai compagni.

CAMBIARE… COME E PERCHÉ? – Dalla difesa a 3 passerebbe una modifica radicale del sistema: Melillo insieme a Coria incuriosisce (3-4-2-1?), forse al punto da far distrarre tanto da dimenticarsi che i 4 under andranno, comunque, schierati. Gli attuali titolari sono: Marone (’99), Casella e Brunetti (2000), Correnti (2001); modificando lo schieramento i primi tre potrebbero tornare ancora utili, e Correnti? Vero è che tra i 2001 ci sono il buon Pini e Camara, ma insidiare la coppia Alessandro Marchetti-Giuffrida sembra complicato. Adattare Casella nei 3 e Correnti esterno? Possibile, ma la difesa a tre nascerebbe per comprendere gli over ora in rosa. Correnti davanti? Sì, allora la coppia dei sogni Melillo-Coria non è così necessaria? In più l’over da escludere per lasciare spazio a un difensore in più sarebbe Bevis, cioè il calciatore dal cambio di passo. E Geran? Provocazioni tattiche le nostre, ma anche domande lecite visto il funzionamento dell’attuale 4-4-1-1. Un conto sarebbe creare un’alternativa utile, altro modificare – senza evidenti motivi – qualcosa capace di portare risultati.

*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Football Club Messina

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