Basta un gran gol. Ci vuole una magia di Carbonaro per salvare il Football Club Messina: un destro che cancella una prestazione mediocre e piega un Paternò appena sufficiente. La classifica, adesso, brilla nell’ombra.
SENZA IDEE – Gioco? Nullo. Voglia? Tantissima. Quello che serve alla squadra guidata da Leo Criaco (voto 6) per battere un Paternò allineato e coperto. Una vittoria pesantissima, che serve per accorciare sul primo posto e che rende ancora più ghiotti i recuperi in arrivo. Al San Filippo la sfida ricalca, esattamente, quanto atteso: giallorossi orizzontali e con poche idee, etnei che piazzano le loro marcature a uomo in mezzo al campo e chiudono le linee di passaggio. La scossa non sembra poter mai arrivare, se non fosse per la grande voglia del giovanissimo Gabriel Bianco che – nonostante la sua classe 2002 – prende per mano i compagni e prova a creare. Troppo poco, però, perché le assenze pesano, soprattutto, per l’impossibilità di trovare un cambio di passo. La mediana è piatta: Giuffrida promuove un andamento lento favorito anche dalla passività dei compagni, anche se Palma si sbraccia per farsi vedere tra le linee. Idee pochine, lo rivelano i tentativi continuativi di lancio lungo a firma Fissore. Sempre meno, perché una squadra che vuole stare in alto deve incidere diversamente sulla sfida. La questione attacco squarcia la noia del San Filippo: chi tira in porta nel Football Club? Nessuno. Perché Carbonaro da centravanti ama svariare, peccato che l’area di rigore non venga riempita neanche dalle due mezzali. Quando Bianco salta il primo marcatore e alza la testa, in mezzo non trova nessuno. Dall’altra parte Bevis piazza due accelerazioni e un tiraccio, fumo che non convince e sostanza non pervenuta. Questo il quadro di un primo tempo dove, tra l’altro, la traversa salva Marone sul destro istintivo di Scapellato.
IL COLPO – La ripresa? Stesso quadro, perché semplicemente Coria non è un calciatore che puoi regalare e in avanti non c’è peso. In difesa Marchetti e compagni passano un pomeriggio di noia, demerito anche di un Paternò disinteressato ad attaccare. Catalano mette bene in campo i suoi, ma pensare di speculare sullo 0-0 non è possibile. Infatti, quando Carbonaro si desta dal letargo non c’è reazione nel Paternò. Il gol del palermitano è meraviglioso: un colpo secco e preciso, aggira difensore, intervento del portiere e problemi. Perché sì, di problemi questo Fc Messina sembra averne tanti. La storia del centravanti ha stancato, con la società che pare rassegnata nell’andare avanti così con in più l’aggiunta del rientrante Caballero. Leggeri? Può darsi, ma il gioco deve supplire le mancanze. Il Football Club non ha una vera identità, la colpa risiede anche in una totale disabitudine a scendere in campo. Il ritmo può fare la differenza, ma la certezza di ritrovarlo non può darla nessuno. Mercoledì, intanto, arriva il primo recupero con il Marina di Ragusa in viaggio verso il San Filippo. Occasione immediata per mostrare qualcosa di diverso: accennavamo alle mezzali, un esempio. Perché in un 4-3-3 con centravanti che ama svariare non si può non pensare a un centrocampo che accompagna diversamente. Poi ci sono gli esterni: brilla Bianco, piace la sfacciataggine di Arena, tanto che affidarsi al doppio under in avanti non pare impossibile. Soprattutto con questo Bevis. La voglia, dicevamo, ha vinto su tutto: dalla panchina anche la giusta lucidità con Arena per Giuffrida e Criaco che palesa la capacità di muovere pedine e modulo. E, poi, quella di Carbonaro: massacrato dalla critica, schiacciato dalla pressione di voler segnare a tutti i costi ma ancora a 0 reti. Una prestazione ampiamente sotto la sufficienza, poi un lampo: la cattiveria nel contrasto, la leggerezza del provarci da posizione defilata e un piede che crea bellezza. Primo gol stagionale, vittoria e, forse, testa sbloccata. Il colpo del singolo: l’unica arma offensiva del Football Club Messina.
Marone 6: ordinaria amministrazione, la traversa lo salva quando Scapellato trova un destro micidiale.
Casella 6: soffre poco ma non spinge, gara senza sbavature.
Marchetti D. 6: il lavoro è poco, lo gestisce con esperienza.
Fissore 6: come il compagno di reparto, più impegnato nella fase di costruzione che a difendere.
Ricossa 6: timido quando c’è da spingere, in fase difensiva sbaglia poco.
Palma 6: il più mobile del trio mediano, spesso ignorato dai compagni. Ci mette tanta convinzione nella doppia fase. (dal 42′ s.t. Marchetti A. sv)
Giuffrida 5,5: inizia il gioco con troppa lentezza, i compagni si muovono poco e non lo aiutano. (dal 4′ s.t. Arena 6: bella vivacità e sprazzi di tecnica pura, diventerà un’arma importante)
Agnelli 6,5: intenso fino alla fine, sempre sul pezzo e con coraggio. Ci prova dalla distanza, quando c’è da lottare non si tira indietro.
Bianco 6,5: il migliore per larghi tratti, l’unico a creare qualcosa per un tempo intero. Deve trovare concretezza. (dal 38′ s.t. Aita sv)
Carbonaro 6,5: fino al gol è una di quelle giornate da cancellare e dimenticare. Però, ha classe e quando trova il giro giusto incanta con una rete che può svoltare la sua stagione e quella della squadra. (dal 33′ s.t. Mukiele sv)
Bevis 5,5: fumoso, anche se corre tantissimo e non si risparmia quando c’è da difendere.
PATERNÒ Cavalli 6; Raia 5,5, Mazzotti 6, Raimondi 6, Guarnera 5,5; De Marco 5 (dal 27′ s.t. Savasta 5,5), Scapellato 6, Puglisi S. 5,5, Santapaola 6, La Piana 5; Di Stefano 5. All. Catalano 5,5.
*fonte foto: Football Club Messina – ph. Familiari