Agosto resta il mese più corto per una società di calcio. Il tempo corre veloce, l’esordio si avvicina e con esso la scadenza del calciomercato. Il mese più caldo è anche quello più duro e spesso decisivo. Finisce il ritiro, lunghissimo, per un Fc Messina ancora distante dall’essere completo.
LA FREDDEZZA – Mister Costantino torna in sella a giocarsi le chance per il rilancio di una carriera con tanti scuri e qualche chiaro, lo fa con una squadra diventata sempre più arma a doppio taglio. Rocco Arena da salvatore della patria a nemico per buona parte della Messina calcistica, quella che inneggiava Oberdan Biagioni nei giorni della lite con Paolo Sciotto e che oggi ritrova la voglia di supportare la società dei concessionari grazie allo spessore morale e professionale di Rando, D’Arrigo, Manzo e Obbedio. La scelta di trasformare il CdM in un Fc Messina dal nome storico e dalla storia corta non sembra aver convinto la tifoseria che, anzi, rigetta il tentativo e torna a urlare l’unicità della squadra cittadina. “Il Messina è uno” diventa ritornello stucchevole, anche perché di città con la doppia cittadinanza calcistica ne è piena l’Italia, la cosa più giusta resta tifare con una buona dose di rivalità da fomentare. Il resto è noia. Un distacco spezzato da qualche curioso che attende le mosse di Arena&co. per capire cosa ne sarà di tanti progetti sbandierati come immediati e rimasti nella pila delle cose da fare. In primis il campo, con l’esordio in Coppa Italia che arriva veloce (18 agosto a Palmi) per testare una squadra che al momento presenta un paio di over e troppe incognite.
LA ROSA – Domenico e Alessandro Marchetti, Carbonaro, Quitadamo, Giuffrida e Melillo dovrebbero rappresentare l’ossatura della squadra di Costantino; un paio di questi già a servizio del tecnico calabrese in alcune sfortunate occasioni. Troppo poco al momento, anche se Morello e Ferrante continuano con la cantilena di un agosto torrido sul mercato, nel frattempo Ricciardo sceglie Palermo e apre la questione attacco Fc: senza gol non si canta messa, in Serie D come ovunque ma soprattutto per una società che, da dichiarazioni presidenziali, punta all’obiettivo massimo. Nessun processo perché il tempo continua a esserci, diventa però materia di dibattito il lungo impasse che accompagna la fine del lavoro in Sila e il ritorno a Messina della squadra di Costantino. Difficile credere che il tecnico sia felice di aver lavorato con un manipolo di over e tante belle speranze, anche se il 2003 Santapaola ha colpito per tecnica e personalità. Non il solo perché tra gli under alcuni nomi interessanti ci sono: Brunetti, Pini e Carrozza sono profili da tenere sott’occhio, con la consapevolezza che saranno sempre gli under a spostare gli equilibri quale che siano gli obiettivi.
IL CONTORNO – In attesa di veder puntata la telecamera h24 sui lavori del Celeste – più improbabile che difficile – sembra proseguire la voglia di Arena di far tornare a brillare lo storico impianto del viale Gazzi. Giocarci, lo abbiamo già detto, assomiglia più a un miraggio. Già vederlo nelle condizioni di ospitare allenamenti ed eventi sportivi sarebbe un passo avanti. Sulla questione Celeste si gioca tanto della credibilità di Rocco Arena, cartina al tornasole delle reali intenzioni dell’imprenditore milanese sul calcio messinese. Non si sta in Paradiso a dispetto dei santi quindi anche Arena attende il momento di pesarsi agli occhi della piazza. Il calcio resta l’argomento più serio tra quelli meno seri, per questi motivi non vanno sottovalutati i sentimenti che hanno portato alla fedeltà all’Acr Messina o al fascino conquistatore dell’Fc. Una piccola bega cittadina che ha animato l’estate e forse fatto comprendere ad Arena che qualche errore comunicativo poteva essere evitato. Il tifo è qualcosa di misterioso, per alcuni sacro e per altri ragione di vita, riuscire a spezzarlo con un acronimo è praticamente impossibile. Oltre che inelegante. E anche andare a pescare l’acronimo non era così necessario. Altro sarebbe stato proporre il proprio piano e metterlo sul mercato, senza strombazzi e voglia di essere alternativi. Resta sovrano il diritto di chiunque di tifare per chi gli pare, e così sia. Il campo sarà giudice della capacità gestionali e tecniche di questo Fc Messina, col primo appuntamento in Coppa Italia da non analizzare con leggerezza e superficialità.