Cammino quasi netto per Ernesto Gabriele sulla panchina del Fc Messina. Da quando ha raccolto l’eredità di Costantino – il tecnico giallorosso – ha raccolto cinque vittorie in sei gare. Quella col Roccella fissa il quarto posto in classifica: in linea con la qualità della rosa, con l’unico rimpianto del distacco dai primissimi posti.
RISULTATISTI – Contro i calabresi era più facile fare il conto dei presenti che quello degli assenti. Fissore, Carbonaro e Giuffrida squalificati sono protagonisti che non si possono regalare neanche a una delle ultime squadre del girone, un trio da aggiungere ai soliti Melillo e Aladje Gomes con Dambros che deve alzare bandiera bianca a poche ore dal calcio di inizio. Tra assenze, avversario alla portata e curiosità verso i tre scontri diretti presenti sugli altri campi, gli ingredienti per fallire l’ultimo appuntamento del 2019 c’erano tutti. Bravi i ragazzi di Ernesto Gabriele a timbrare il cartellino della vittoria, con 6 under nell’undici di partenza a chiarire come la profondità della rosa sia mantenuta dalle prestazioni all’altezza dei più giovani. Chiedere anche lo spettacolo, però, diventava complicato e allora ecco una vittoria col minimo sforzo e favorita dalla mezza papera del 2002 tra i pali dei calabresi. Di punti sacrificati sull’altare del giocar bene – questo Football Club Messina – ne ha collezionati fin troppi. Il sinistro di Coria risolve una gara viscosa, trovando l’apriscatole giusto in una partita che difficilmente sarebbe stata sbloccata da trame di gioco ricercato. Ci mette una pezza anche il neo arrivato Marone: quasi un gioco del destino, che regala al nuovo portiere la possibilità di far comprendere quanto sia importante un estremo capace di essere decisivo nel momento giusto. Dopo la caduta di Cittanova arriva una vittoria che consolida la posizione nei playoff: top 5 raggiunta, il podio resta attaccabile col sorpasso Licata che rappresenta il più credibile degli obiettivi possibili.
IL SOTTILE EQUILIBRIO – Palermo e Savoia viaggiano ancora lontane: i rosanero hanno lasciato punti nella sfida continua coi campani, meno con tutte le altre che – come il Football Club – restano ben oltre la decina di distanza. Il -12 in classifica è constatazione chiara di come la lunghissima rincorsa non abbia accorciato le distanze nonostante il filotto: il giorno di Fc Messina-Palermo (quinta giornata), famoso per il rilancio nella corsa al primo posto di Rocco Arena, il distacco al termine della gara tra le due squadre era di 10 punti (15 per i rosanero, 5 per il Football Club); segno che nelle restanti 12 gare il cammino del Fc Messina è stato peggiore di 2 punti rispetto alla squadra di Pergolizzi. Diversa, forse, è stata la percezione vista la rimonta nella posizione in classifica. Questo per analizzare, e far comprendere, come la realtà parli di una squadra in netta crescita rispetto al target in cui questa rosa può rientrare; meno rispetto a squadre costruite per il vertice (vedi Savoia: ). A mancare, per tanti mesi, è stato l’equilibrio generale capace di dare solidità. L’avvento di Gabriele è stato foriero di prestazioni e punti, con il rammarico di quello che sarebbe potuto essere con un cammino meno volto al voler stupire. Un riassunto delle puntate precedenti che diventa necessario: il Football Club Messina dai fuochi artificiali e fatui era quello del dodicesimo e anonimo posto. Quello dalle linee compatte e dalle soluzioni semplificate ha raggiunto i piedi del podio, diventando una realtà credibile. Il calciomercato, adesso, non deve diventare boomerang imparabile: la voglia di stupire va messa nel cassetto, per ottimizzare l’ottimo lavoro di mister Gabriele andrà fornito il materiale giusto per quantità e qualità. Nomi, figurine e sparate post-adolescenziali sono materiale per Twitter o Instagram, per il campo occorre un altro mediano di sostanza e l’attesa di capire che giocatore sia Geran. Toccare il perfetto, ma sottile, equilibrio trovato da Gabriele sarebbe autogol clamoroso. Con buona pace dei Fernandez, delle difese a 3 o della speranza di poter coinvolgere Melillo in un progetto tattico che la doppia frattura gli ha negato.
I NUMERI – Come detto sono 6 le partite di Gabriele sulla panchina del Football Club Messina: 15 i punti raccolti, più della metà dei 29 totali toccati alla fine del girone d’andata. Condanna definitiva sul lavoro di Massimo Costantino che – nelle sue undici gare – aveva trovato solo 14 punti. Media punti di 0,78 per Costantino, imbarazzante se messa a confronto con quella di 2,5 raggiunta da Gabriele con la metà delle partite giocate. I numeri valgono più di sensazioni e pregiudizi: il cambio in panchina e il conseguente nuovo vestito tattico ha lanciato il Football Club Messina verso la zona playoff. Quarto posto in classifica generale, frutto di un mix tra casa e trasferta che alla fine si equilibra: 14 punti conquistati al San Filippo e decimo posto nella graduatoria parziale; 15 quelli ottenuti fuori casa e secondo posto solo alla spalle del Palermo capace di realizzare 22, dei 41 punti totali, lontani dal Barbera. L’assenza del fattore campo (innegabile) – tipico del Girone I – è stata supplita dalla capacità di trovare prestazioni e punti in casa altrui (4 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta). Poi ci sarebbero i numeri dei singoli, ma in quel campo il vero fiore all’occhiello resta la doppia cifra toccata da Paolo Carbonaro in 14 presenze.
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Football Club Messina