Reagire. Il Football Club Messina deve scrollarsi di dosso le scorie del brutto pari di Ragusa, a complicare ancora di più il percorso verso la vetta ci proverà un Sant’Agata a caccia di pesanti punti salvezza.
L’ANIMA – Dalla doppietta di Piccioni è giusto – per la squadra di Costantino – ripartire. L’aver evitato la sconfitta resta un forte segnale: più facile, infatti, sarebbe stato crollare sotto i colpi di un Marina di Ragusa affamato di riscatto. Così non è stato, con la beffa firmata dal pallone sparato nel parcheggio da Bevis in pieno recupero. Sarebbe valso il 3-4, altro segnale che fa comprendere come il Football Club sia squadra viva, ma comunque fragile. Un gol sbagliato, due, tre, poi l’errore che diventa ossessione e cruccio continuo. Non tanto le reti fallite, poi, ma la percezione reale che arrivati davanti all’ultimo gradino – Giuffrida e compagni – facciano il passo indietro e non quello avanti. Strano, leggendo i nomi di alcuni dei protagonisti, ma solo di alcuni. La sconfitta nella stracittadina era stata assorbita dai 2 punti recuperati il turno successivo, poi persi, appunto, a Ragusa. Una tendenza che si ripete – perché alla 24ª giornata esistono più verità che teorie – che rischia di essere fatale nella rincorsa al primato. La doppietta di Piccioni, però, è la reazione – e anche il messaggio – a cui deve appigliarsi il Football Club per provare a cambiare il trend. La classifica e i suoi numeri restano dalla parte della squadra di Costantino, ma il vero aiuto il Football Club deve chiederlo a se stesso. Calendario duro, sempre in salita tra avversari che vogliono evitare la retrocessione e scontri diretti. Trovare motivazione nella difficoltà può diventare arma solida, mista alla consapevolezza di non poter più sbagliare visto il cammino del Messina di Novelli.
ALTERNATIVE – Il momento in casa Football Club, allora, è abbastanza chiaro. Dall’analisi al campo il salto è breve, racconta di una squadra che fa la conta degli infortunati con il solo Aita a tornare disponibile. Più lunga la pausa per Giuffrida e, soprattutto, Caballero. L’argentino prova ad accorciare i tempi del suo problema muscolare, restando arma fondamentale per Costantino, nonostante gli errori delle ultime settimane. Ha brillato Piccioni e lui si affiderà il tecnico, in coppia con Carbonaro e – fondamentale – con Coria alle loro spalle. Il numero 10 non può mancare nello scacchiere del Football Club, e sacrificarlo per incastri under non è più credibile per una squadra che cerca grondante sostanza offensiva. Il finale di Ragusa ha raccontato di una difesa a 3 mista a sbilanciamento: una soluzione plausibile, anche visto il sistema simile adottato da Giampà e il suo Sant’Agata. Giocare a specchio – tradendo la propria identità -, però, sembrerebbe somigliare a una coperta di Linus. I problemi del Football Club, infatti, non sono di ordine tattico. Difesa a 3 o 4 cambia poco senza una cattiveria agonistica rabbiosa, ma spesso mancante. Il dubbio tattico ruota sull’under 2000: Casella nel trio difensivo o Arena a centrocampo e squadra a trazione anteriore. L’altro dubbio in mediana dove Agnelli e Palma si contendono una maglia, e in questo caso la questione tattica conterà zero. Di fronte una squadra vera: il Città di Sant’Agata di Mimmo Giampà ha cambiato rotta nell’ultimo mese e mezzo, fatto di risultati positivi e il tentativo concreto di uscire dalla zona playout. Due 0-0 pesanti con Rotonda e Gelbison e la vittoria con l’Acireale a spiegare che per il Football Club Messina la battaglia sarà di quelle durissime.
FC MESSINA (4-3-1-2) Marone; Aita, Marchetti, Da Silva, Ricossa; Agnelli, Lodi, Arena; Coria; Piccioni, Carbonaro. All. Costantino.
SANT’AGATA (3-4-3) Ferrara; Dama, Brugaletta, Gallo; Franchina, Favo, Marcellino, Fragapane; Tripicchio, Alagna, Cicirello. All. Giampà.
*fonte foto: Football Club Messina – ph. Familiari
