Cartesio fu tra i filosofi più attivi nello sviluppo dello scetticismo metodologico. Fino a quel momento, infatti, era valido il teorema del dubbio scettico: il dubitare per dubitare, per profonda sfiducia nell’uomo. Col dubbio metodico, invece, si cercò di mettere alla prova le conoscenze per giungere a certezze meno discutibili.
BILANCIO NEGATIVO – Il calcio, spesso, è deciso da momenti estemporanei che tradiscono l’andamento generale. Il Football Club Messina – che cade a Giugliano – paga oltre i propri demeriti: sbagliato, però, archiviare la sconfitta come episodica. Andamento lento negli scontri diretti per la squadra di Gabriele: escludendo il Licata (settimo in classifica contro il quale sono arrivati comunque due pari), infatti, i giallorossi hanno trovato il successo soltanto nella gara di andata proprio contro il Giugliano e nella trasferta di Troina. Solo pari e sconfitte, poi, tra Savoia, Palermo e Acireale. Troppo poco, sicuramente, per una squadra dalle fortissime ambizioni ma dal cammino discontinuo. Girone di andata condizionante, con i troppi passi falsi della gestione Costantino a rendere azzoppante qualsiasi rallentamento. Il ruolino di Ernesto Gabriele resta brillante, chiaro che ogni mancata vittoria complichi la classifica più di quanto dovrebbe. Terza sconfitta per il tecnico calabrese (Cittanovese, Palermo e Giugliano), con i primi posti volati via e la paura di crollare fuori dalla zona playoff che passa da un trittico difficilissimo. Savoia, Acireale e Acr Messina fino a un 8 marzo che diventa la data che dirà tanto sul destino dei giallorossi. Vero che Troina e Licata non sembrano avere la continuità necessaria (soprattutto in trasferta) – e neanche un calendario in discesa -, ma credere di essere già sicuri di un posto agli spareggi potrebbe essere il primo passo verso il distacco. A proposito: sono davvero tantissimi 18 punti di distanza dalla capolista Palermo. I rosanero viaggiano più forti del Bari dello scorso anno (60 pt. contro i 58 dei pugliesi alla stessa giornata), col campionato ancora vivo grazie al Savoia (+6 sulla Turris seconda nel 2018/19); le ambizioni e le sparate verso l’alto della presidenza del Football Club Messina sono tornate al mittente, amplificando la critica non positiva nei confronti di una squadra che, comunque, sta provando a mostrare la sua faccia migliore ogni settimana.
PERSONALITÀ E GOL – Trasferta complicata quella di Giugliano: campo caldo per eccellenza, gara ritmata – praticamente dall’inizio – da contrasti e gioco duro come tradizione vuole. Il Football Club tiene botta e non tira indietro la gamba, se crea pochissimo è più per una sfida che resta bloccata tra fase di studio e voglia di non perdere. Il secondo tempo è fatto di tre momenti chiave: il primo è un rigore abbastanza generoso, Marone lo respinge e sembra chiudere la contesa. Il vero pasticcio lo confeziona uno dei più esperti: il doppio giallo di Marchetti (che si gira subito a chiedere scusa all’arbitro, ammissione di colpa chiara) sbilancia i rapporti di forza, e la deviazione di Fissore sul tiro di Orefice (talento puro) fa capire come il momento positivo dei gialloblù fosse destinato a proseguire. Una sconfitta che ci può stare, meno se arrivata in un momento in cui ogni punticino pesa come un macigno. Diventa antipatico tornare a evidenziare i soliti difetti, ma il campo offre valore a quanto analizzato in precedenza: sono troppo pochi i gol segnati dal Fc Messina quando l’asticella si alza. Nessuno contro il Palermo, uno col Savoia (ma era un girone e un allenatore fa), 2 contro l’Acireale finito in nove uomini e Giugliano (sempre un girone fa), con il solo tris rifilato al Troina a gonfiare i numeri. Tra l’altro, il Football Club Messina, è la squadra tra le prime sei – anche l’unica reduce da un turno esterno – ad aver vinto meno con 12 vittorie. La continua ricerca di equilibrio tattico e di prestazione resta l’aspetto più complicato, ma lo sprint finale non potrà viaggiare sulla tendenza vista fin qui in campionato. La percezione inganna, perché questo Fc Messina – che resta sempre lontano dalle critiche (???) – deve trovare un ritmo maggiore per non scivolare fuori dalla zona spareggi. Il filotto di Gabriele arrivò, anche, contro avversari da fondo classifica; gli stessi che nel finale non potranno concedere punti a nessuno, pena retrocessione o playout.
LA COPERTA – Tra bilanci e numeri si rischia di dimenticare il campo. La partita di Giugliano offre, comunque, spunti di interesse: il primo lo indica il cambio Coria/Melillo arrivato al decimo della ripresa. Gabriele non tradisce la sua voglia di equilibrio, non si lascia affascinare dalla possibilità di alzare il tasso tecnico e prova a scommettere sulla freschezza del suo numero 10. Sembra chiaro, quindi, che difficilmente si andrà fuori dai binari tattici che tanto hanno fruttato. Secondo spunto: problemino per Brunetti, dentro Miele e dirottamento di Marchetti in fascia. Il tecnico, nel caso, si fida dell’esperienza del livornese – già ammonito – che, però, non paga. Capzioso legare il rosso al cambio di posizione, anche perché giocando in mediana è facilissimo beccare un giallo. Solo l’affanno del momento inguaia Marchetti; più interessante notare come per un problema a un terzino sinistro (con l’obbligo di mettere un 2000 in campo), Gabriele sia costretto a giocare la carta Miele andando a modificare la struttura dell’undici. Coperta corta? Banale ma possibile, perché Gnicewicz è appena arrivato e Camara (opzione utile per ogni ruolo) resta ancora ai box. Se in attacco – per esempio – i valori sembrano livellati, nelle altre zone di campo – anche per un minutaggio rimasto basso per molti – non sempre è possibile modificare le posizioni senza modificare il rendimento generale.
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale del Football Club Messina