Marina di Ragusa-Fc Messina, imperante autocritica

Pubblicato il 2 Aprile 2021 in Primo Piano

Continuità, assente. Il Football Club Messina rallenta a Ragusa, vede la capolista Messina allungare e deve riflettere su un’anima incapace di creare la necessaria regolarità per andare davanti a tutte le rivali.

NUMERI E SCELTE – Le vittorie consecutive? Mai più di 2. Miglior striscia senza sconfitte? 7 gare: dal Troina, 11 ottobre, al Biancavilla, 6 gennaio. Quando arriva il momento di accelerare il Football Club rallenta, con il trend che racconta come i cambi di guida tecnica incidano relativamente. Squadra a cui sembra mancare il cambio di passo, incapace di trovare lo scatto decisivo per il passaggio successivo, quello che porta alla vetta. A calcio si gioca in due e il Marina di Ragusa ha fatto il possibile per diventare osso durissimo per la squadra di Costantino. Ai giallorossi resta il rammarico per un pari strappato nel finale e condito da una miriade di errori evitabili. L’esonero di Utro ha scosso l’ambiente ragusano, anche se questo Marina ha sempre mostrato una certa confidenza con il gol, oltre alla capacità di non temere le “grandi” di questo torneo. Lo dicono il doppio 3-3 imposto all’Aldo Campo a entrambe le messinesi e il 2-2 contro la Gelbison. L’avversario c’è, ma non basta per giustificare la prestazione ondivaga del Football Club: le assenze pesano, con quella di Aita diventata motivo di rivoluzione tanto da andare a toccare ogni reparto. Costantino non lancia Cangemi – sarebbe stato l’esordio -, sceglie Casella e di conseguenza Bianco. Nulla contro i due calciatori, anzi scegliere Casella è sempre cosa buona e giusta. Il problema resta nei sacrifici: fuori Coria, basta questo. L’argentino non può stare a guardare, soprattutto per la sua capacità di filtrare il primo possesso avversario e rilanciare l’azione. Il trio mediano, Palma-Lodi-Arena, perde il riferimento alto e deve interpretare tutta un’altra partita rispetto al solito. Non solo, perché l’attacco è diviso diversamente viste le caratteristiche dei titolari scelti. Piccioni soffre la mancata vicinanza di una seconda punta e un trequarti puro, cresce quando entra Coria che, in più, lo manda anche in rete per la sua prima gioia stagionale. Questo è il finale, prima c’è molto altro.

TROPPO TARDI – La bomba di Manfrè che sorprende Marone rientra nella casistica degli imprevisti. Grandissima conclusione – perché il merito va messo sempre prima del demerito – favorita dalla sorpresa che inganna il portiere giallorosso. La reazione c’è, anche se meno fluida nel gioco rispetto a quanto fatto vedere contro Rende, Messina e Licata. Questione tattica e di personalità – come detto -, perché lo svantaggio inatteso condiziona e influisce sulla prestazione. Pellegrino – il portiere del Marina – diventa protagonista e migliore in campo, ma le recriminazioni restano quelle per una mancata freddezza sotto porta. Un pari nel primo tempo avrebbe cambiato l’inerzia, arriva a inizio ripresa con un rigore che Arena è bravo a trovare. Lodi non sbaglia e l’equilibrio sembra potersi rompere a favore dei giallorossi. No, ancora leggeri nel difendere e ancora sorpresi. Ecco, allora, che Costantino vede i fantasmi delle chiacchiere passate: troppi gol subiti. Sono 9 in 8 gare, a fronte di 15 segnati, dati che raccontano qualcosa senza molti ricami. Colpa del ritorno di Costantino? Forse no, perché le reti a difesa schierata continuano a non arrivare: solo una, quella di Aperi per il momentaneo 2-1 del Troina. Più interessante, invece, la tendenza a subire su palla inattiva con Dattilo, Troina e ora Marina di Ragusa a banchettare sulla marcatura a zona dei giallorossi. Lo svantaggio porta alla reazione, alla collezione di sfide contro un Pellegrino bravo e graziato. Costantino fa il Costantino buttando in aria la moneta dello sbilanciarsi: 3-1, perché Ricossa sbaglia e Baldeh si invola. Il mondo addosso, e invece la reazione concreta arriva quando la partita sembra persa. Coria per Piccioni, poi ancora il numero 32 per un pareggio che – occasioni alla mano – potrebbe anche stretto. A confermalo ci pensano Carbonaro e Bevis – errore clamoroso del francese – che nel recupero sfiorano il 3-4. Stretto il pari, quindi, ma pensare di meritare nettamente di vincere le partite subendo 3 gol diventa complicato. Discorso già fatto nel post stracittadina: la quantità di errori è tale da giustificare la non vittoria al punto da non poter recriminare, meglio una sana autocritica. Quella che Costantino, a onor del vero, fa senza molti giri di parole.

*fonte foto: Football Club Messina – ph. Familiari

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