La partita più difficile. Il Messina che viaggia in direzione Ragusa si troverà di fronte una squadra dalla classifica complicata e spinta da motivazioni forti. Il pareggio col Licata è archiviato lasciando, comunque, importanti insegnamenti.
RISPETTO – Sempre lucido nella narrazione pre gara il tecnico Novelli, per una trasferta insidiosa contro un avversario che non concederà distrazioni. Il Marina di Ragusa soffre bassa classifica e rosa non espertissima, un mix che racconta di una squadra che il Messina ha l’obbligo di battere ma che non deve sottovalutare. Pazienza è la parola chiave, perché i ragusani non libereranno autostrade a Foggia e compagni, e indirizzare la sfida non sarà una passeggiata. La classica trappola, perché i giallorossi hanno una superiorità evidente, di quelle che non ammettono molte scusanti in caso di mancata vittoria. Novelli ne è consapevole, al contempo deve rispettare un campionato che sembra dire che ogni gara presenta insidie. Non ci saranno le corazzate Bari e Palermo, ma neanche una fascia medio-bassa rassegnata. Questo, allora, regala giornate da temere come quella che incrocia il cammino di formazioni come il Marina di mister Utro. Alla sfida, il Messina ci arriva con serenità ma senza tralasciare un cammino recente che dice di una sola vittoria in 3 gare, a conferma che di “scritto” non ci sia nulla. Novelli deve fare i conti con la pressione delle sfide ravvicinate, complicate dal perdurare dell’assenza di Lavrendi a cui si aggiunge Addessi.
CONSAPEVOLI – Ancora caviglia dolorante, così il numero 5 giallorosso resta a guardare e non segue i compagni a Ragusa. Difficilmente sarebbe partito dall’inizio – c’è Bollino che scalpita – con Novelli che, però, perde una soluzione importante per muovere le carte in tavola a partita in corso. Poco male, perché il tecnico campano non pare essere tipo che si lascia condizionare dai problemi. Lo si capisce, anche, quando viene interrogato sulla gestione della squadra in convivenza col Covid: “La condizione in cui lavoriamo la conoscevamo bene sin dall’inizio, anzi dallo scorso anno. Lo sapevamo e chi ha deciso di partecipare non può, adesso, starci a pensare troppo. Non ci sono differenze da una settimana all’altra, la situazione è instabile sempre. Non dobbiamo, quindi, farci condizionare. Dobbiamo vivere con leggerezza”. Chiaro, lineare e spiega anche la solidità con cui il lavoro del Messina prosegue senza tremare di fronte a possibili soste. Arriverà, forse, lo stop alla fine del girone d’andata. Prima, però, Marina e Sant’Agata sono sfide che il Messina deve vincere.
IL MARINA DI RAGUSA – Vittorie? Due, con scalpi di livello come Rotonda e San Luca. Poi, sconfitte e in serie: le quattro per aprire la stagione, poi tante pause per Covid e quattro pareggi per restare a galla. Le gare da recuperare restano tre e si comincerà mercoledì al San Filippo contro il Football Club. Impegni ravvicinati, allora, che una rosa come quella di mister Utro dovrà gestire. Tanti giovani, con un reparto offensivo fatto quasi interamente di under a parte l’ultimo arrivato Agudiak. Molto preparato, tatticamente, il tecnico Utro che sulla scia della moda del momento si affida a una difesa a 3 molto elastica e tanta densità in mezzo al campo tra mediana e trequarti. Non una squadra che regala svolazzi, ma senza la giusta attenzione ogni avversario può soffrire la buona qualità dei ragusani.
IN CAMPO – Non c’è Addessi, come detto, e allora l’attacco perde il suo ballottaggio con Bollino che va a completare il trio con Arcidiacono e Foggia. In mediana Crisci favorito su Cretella, mentre tra Vacca e Cristiani resta aperto il dubbio. In difesa ha smaltito la squalifica Lomasto, fuori Boskovic nonostante le ottime prove con Troina e Licata. La pressione di dover vincere non sembra infastidire il Messina, squadra capace e consapevole che a Ragusa si gioca continuità e classifica.
MARINA DI RAGUSA (3-4-2-1) Pellegrino; Puglisi, Giuliano, Pietrangeli; Castellino, Mannoni, La Vardera, Dibari; Manfrè, Baldeh; Agudiak. All. Utro
MESSINA (4-3-3) Lai; Cascione, Lomasto, Sabatino, Giofrè; Vacca, Aliperta, Crisci; Bollino, Foggia, Arcidiacono. All. Novelli.