A volte specchio fedele, a volte in grado di smentire la logica. Il campo è così, con la sua imponderabile capacità di stravolgere la logica di un mondo – quello calcistico – che di logica ne ha già poca. La settimana del Messina è stata un paradosso, a Marsala tutto questo potrebbe non contare.
NULLA DA PERDERE – Classifica in calo, zona playoff che va un passo sempre più lontana e anonimato all’orizzonte. Ingredienti che dovrebbero rendere la trasferta dei giallorossi – sul campo di un Marsala comunque in crisi – piena di pressione e obbligo di vittoria. I sette giorni post Marina di Ragusa, invece, regalano quella bolla di incredulità e pressappochismo utili a creare una rarefatta e inusuale tranquillità. Come sempre gli Sciotto hanno fallito nell’approccio psicologico ai problemi: una reazione emotiva e dittatoriale inutile, con il gruppo che non deve certamente rendere conto alle minacce della proprietà ma – e dovrebbe essere sempre così – alla propria professionalità. Sarà, infatti, la necessità di dimostrare attaccamento al lavoro e amor proprio a motivare la squadra di Karel Zeman nelle prossime uscite. Marsala, Cittanovese e sfide future non possono essere scandite dalla minaccia di sbaraccare, soprattutto perché la sportività indica come i risultati vadano accettati da tutti e non scaricati sulla squadra con la ripicca finale di portarsi via il pallone. Il Messina, quindi, non ha davvero nulla da perdere o dimostrare a un campionato che li ha già bocciati: ogni gara come una sfida unica, ogni risultato per trovare lo stimolo per sopportare, sopportarsi e farsi sopportare.
ORFANI – Squalificato Crucitti. Tanto basterebbe per inzuppare il Messina nella sfiducia: il capitano giallorosso è, infatti, l’unico in grado di far gol nelle ultime uscite. Dieci reti e due rigori falliti a chiarire che il numero 10 viaggi su numeri irraggiungibili dalla somma del resto dei compagni. Un’assenza che Zeman dovrà sostituire dal punto di vista meramente numerico ma che dovrà, soprattutto, risolvere da quello della incisività sul campo. Rossetti per la sostituzione, Arcidiacono per la responsabilità da prendersi e la capacità di trasferire ai compagni gioco e soluzioni. Il 4-3-3 non si tocca, come non muterà l’atteggiamento generale. Il Messina – finché toccherà a Karel Zeman – sarà questo dal punto di vista tecnico-tattico, la crescita dovrà arrivare nelle prestazioni dei singoli. Prova di maturità, quindi, per il fumosissimo Rossetti e lo sterile Manfrè. Un passo indietro per scendere in mediana dove torna Saverino, ma se l’ex Sant’Agata è una buona notizia lo è meno pensare chi completerà il reparto. Il campo ha bocciato in maniera insindacabile Sampietro e Buono, nonostante uno Zeman convinto di poter incidere sulla stagione dei due. Questo il passaggio fondamentale: lasciare spazio a chi può, davvero, dare qualcosa e non illudere la stagione di chi non merita l’ennesima ultima chance.
IL MARSALA – Un solo punto nelle ultime sei partite. Basterebbe questo per descrivere il momento di una squadra in crisi clamorosa, e che adesso tiene fuori per motivi extra campo bomber Balistreri. Fermo ai box anche Padulano, infortunato, per aumentare il livello di qualità che mister Terranova perde. Rosa livellata verso il basso, con una spasmodica ricerca casalinga dei punti utili a non cadere in zona playout. In casa ultimo successo contro il Corigliano il 15 dicembre, poi pareggio contro il Nola e sconfitta col Savoia. Quella coi calabresi è anche l’ultima vittoria ottenuta in stagione. In avanti l’eredità di Balistreri finisce sulle spalle del giovane Agostino Mascari (al Messina di Modica firmò una doppia cifra) per un attacco che punta forte sul contropiede fulmineo.
LE SCELTE – Squalificato Crucitti, out Ungaro e Cafarella, torna Saverino. Questo il bollettino, il campo invece vedrà Emiliano e Bruno in coppia davanti ad Avella con De Meio e Fragapane sulle corsie. In mediana Lavrendi torna in regia, ai lati i rientranti Saverino e Cristiani. In attacco Rossetti centrale, Manfrè e Arcidiacono a supporto. Gli Sciotto hanno deciso di reagire – come loro costume – in maniera totalitaristica e melodrammatica alle sconfitte gestionali e sportive. La squadra riflette, come accade dalla Serie A alla Terza Categoria, una tendenza verso il basso dettata dalle vicende che avvolgono la stagione che, adesso, diventa difficilissima da invertire.
MARSALA (4-3-3) Russo; Lo Cascio, Scoppetta, Gallo, Inzoudine; Candiano, Ferchichi, Lorefice; Rizzo, Mascari, Maiorano. All. Terranova
ACR MESSINA (4-3-3) Avella; De Meio, Bruno, Emiliano, Fragapane; Saverino, Lavrendi, Cristiani; Manfrè, Rossetti, Arcidiacono. All. Zeman