Una sconfitta che assume le sembianze di un macigno. Per il risultato, per le dinamiche, per gli effetti collaterali oggettivi (sulla classifica) e quelli potenziali (sulla salute mentale del gruppo). Il Messina incassa un 3-0 da una formazione che rappresenta un ridente comune di 17mila anime, specchio di una crisi ampia, sempre connessa agli errori imputabili in primis alle alte sfere societarie. Guardare solo al campo, sarebbe da stolti. Vorrebbe dire fissare il dito mentre il saggio indica la luna. Smaltite le dosi massicce di morfina, rimangono i dolori. Lucarelli (voto 5) tira la testa fuori dalle sabbie mobili e non lesina critiche alla squadra. Parla di “indecorosa prestazione caratteriale”, ma non può essere esente da colpe per aver estratto dal cilindro scelte rivelatesi deleterie per gli equilibri della squadra, su tutte quelle di Akrapovic e Madonia, buttati nella mischia dall’inizio. Guarda alla luna (lui sì) quando a fine partita si batte il petto al cospetto degli eroici tifosi al seguito della squadra, a cui chiede sostegno per evitare che venga giù tutto. Adesso il tecnico è atteso da una full immersion di 48 ore, durante la quale avrà l’arduo compito di rivitalizzare un gruppo evidentemente scosso, per evitare al Messina l’onta dell’ennesima sconfitta contro il gigante Lecce.
Russo 4,5: un’onesta parata sul colpo di testa di Laezza. Per il resto soliti abbagli, solita manifestazione di inadeguatezza, ben sintetizzata in occasione del secondo gol lucano, sul quale pesa la sua errata lettura della traiettoria del pallone.
Grifoni 4,5: la peggiore performance dal suo sbarco in riva allo Stretto. Sull’esterno grava la responsabilità – a metà con Russo – sul gol del raddoppio del Melfi. (Dal 12’ s.t. Palumbo 5: vede il campo quando i giochi sono ormai fatti, giusto in tempo per farsi ammonire).
Maccarrone 4: De Vena nella ripresa lo manda letteralmente in bambola. Il centrale, poi, perde la testa: prima provoca l’arbitro, che lo perdona. Poco dopo dà un buffetto proprio a De Vena e si becca il “rosso”. Sanzione forse eccessiva, ma il gesto rimane imperdonabile.
Bruno 5,5: se il leader in termini di approccio mentale e gestione degli episodi è un classe ’98, rimangono più domande che certezze. Un po’ anarchico, ma dalla sciagura collettiva va estrapolata la personalità del giovane difensore scuola Crotone.
De Vito 5,5: spinge più del solito e arriva spesso al cross, soprattutto nel primo tempo. Nella ripresa evapora nel furore agonistico e nel nulla espresso dal collettivo. Ma è l’unico a crederci davvero.
Foresta 5,5: consueta verve battagliera. Non si risparmia mai, corre e si sbraccia anche quando la gara è virtualmente chiusa. Chapeau, ma è un’inutile fatica.
Mancini 5: si addossa sempre la responsabilità della giocata, ma il più delle volte i piedi non rispondono alla testa. Farraginoso in impostazione: Mancini play basso è un tentativo fallimentare. (Dal 13’ s.t. Saitta 5: basta copiare e incollare il giudizio espresso su Palumbo).
Akrapovic 4: ennesimo esame non superato. Ai limiti tecnici, si somma un intervento evitabile che gli costa il doppio giallo. Recita da bella statuina in occasione del gol di Grea.
Milinkovic 5: getta alle ortiche la migliore occasione del match. Soffre la consueta tendenza monotematica nella gestione del pallone. Irrilevante.
Pozzebon 5: scollegato. Recrimina per il gol annullato, poi si lascia scivolare addosso gli eventi, facendosi spettatore inattivo. Abbandona anche il gruppo a colloquio nel post partita ai piedi del settore ospite.
Madonia 4,5: non incide mai sul match. Assente ingiustificato di una sfida in cui era chiamato a dare risposte concrete. (Dal 23’ s.t. Ferri 5: il fatto che abbia giocato una mezzora scarsa ci obbliga ad esprimerci. Ne avremmo fatto sinceramente a meno).
MELFI Gragnianiello 6; Grea 7, Laezza 6,5, De Giosa 6, Bruno 6; Libutti 6, Vicente 5,5 (dal 44′ s.t. Ferraro s.v.), Esposito 6; Cittadino 6 (dal 37′ s.t. Lodesani s.v.); De Vena 5,5, Foggia 7 (dal 38′ s.t. Mangiacasale s.v.). (Viola, Nicolao, Lanzaro, Paterni, Casiello, Sciretta, Demontis). All. Bitetto 6,5.