Melfi-Messina, tappa fondamentale: giallorossi a caccia di conferme
Pubblicato il 7 Novembre 2015 in Primo Piano
Scendi in campo e ti dirò chi sei. La sfida che attende oggi il Messina è di quelle cruciali, un check point superato il quale ci si troverà davanti a un orizzonte più nitido. Che ruolo potranno recitare i giallorossi in questo campionato? É una domanda a cui oggi è impossibile rispondere, ma che in partite come quella di Melfi può trovare nuove certezze. Per il proseguo, sono due le strade possibili da imboccare: correre ancora sul binario delle grandi o andare incontro ad un processo di ridimensionamento, destino fisiologico stando ai proclami low profile della società, che anche nei momenti di maggiore esaltazione ha continuato ha ripetere ossessivamente la parola salvezza. Alla fine del match di oggi pomeriggio al “Valerio” ci sarà un nuovo indizio, che potrà permetterci di una avere una visione più nitida.
FORTINO “VALERIO” – Al cospetto della squadra di mister Di Napoli ci sarà un avversario che ha collezionato la metà dei punti dei giallorossi e che non vince da 4 turni. Il dato è parzialmente controbilanciato, però, da una constatazione che non può passare inosservata: la squadra di Palumbo, la missione salvezza vuole costruirla in casa, dove ha collezionato 7 degli 8 punti totali. Il calore del pubblico c’entra poco o nulla, perché al “Valerio” la media spettatori supera appena le mille unità (1100, per l’esattezza), che poi è un dato niente male, per la squadra di calcio che rappresenta un comune di 17mila anime.
ATTACCO STERILE – C’è un altro dato interessante. I lucani in casa non hanno mai colto un pareggio a reti inviolate. Almeno un gol, al “Valeri”, nella stagione in corso l’hanno sempre visto. Il Melfi segna spesso, segna con difensori, mediani e trequartisti. E gli attaccanti? Beh, di centravanti puri i lucani ne hanno sostanzialmente due, Facundo Lescano e Luca Verratti. Palumbo ha puntato tante fiches sul 19enne argentino, punta centrale di 188 centimetri girato al Melfi in prestito dal Torino. L’impatto con le Lega Pro non è stata una passeggiata di salute, per lui, che ha esordito in serie A in occasione di Torino-Milan dello scorso gennaio. I 14 gol con la Primavera granata sono ormai un ricordo: in Lega Pro la storia è cambiata, e al momento Lescano non ha ancora timbrato il cartellino, nonostante la fiducia accordatagli da Palumbo, che gli ha già concesso 7 presenze, di cui 5 da titolare. Un centravanti a secco, situazione che in Lucania fa lievitare la nostalgia per i 18 gol di Caturano, che in estate è andato al Bari per poi essere girato all’Ascoli (0 reti all’attivo in stagione anche per lui). I gol, invece, al Melfi per adesso li hanno realizzati il difensore Cason – oggi squalificato -, i centrocampisti Herrera e Giacomarro, e Lorenzo Longo, un classe ’94 che di mestiere fa la seconda punta e che risulta essere, insieme a Canotto, il giocatore maggiormente sostituito.
IN ATTESA DI RISPOSTE – Il Messina, invece, vive praticamente alle dipendenze dei gol dei suoi centravanti: 3 a testa per Tavares e Cocuzza. Oggi il portoghese guarderà la partita da lontano, e rischia di saltare il derby col Catania. Non la migliore delle notizie per Di Napoli e per una squadra che a Foggia ha dovuto abdicare proprio a causa dell’inconsistenza della prima linea. L’attacco del Messina, oggi, è il vero ago della bilancia, perché i risultati dipendono fortemente dalla verve delle sue punte. L’assenza di Gustavo, ma soprattutto di Tavares, potrebbero risultare decisive ai fini del risultato. Poi magari il campo ci dirà altro, e Cocuzza vivrà una nuova giornata di gloria e di gol decisivi. Se sarà così, i giallorossi daranno un segnale chiaro, al campionato e a se stessi. E una nuova risposta a quella domanda che scorre perenne nella testa di tifosi e addetti ai lavori: dove può arrivare questo Messina?
* foto evidenza ©PeppeSaya