Messina, dalla tragedia alla farsa: l’esonero di Banchieri

Pubblicato il 18 Aprile 2025 in Primo Piano

E ci mancava anche questa. Nella tardissima serata di giovedì arriva la conferma di una sensazione che viaggiava nell’aria: il Messina ha esonerato Simone Banchieri. Il motivo? Dissidi di natura tecnica, con al centro alcune scelte che riguardano i calciatori impegnati e non. E domani si gioca a Foggia.

ROTTURA ANNUNCIATA – Nascondersi dietro a un dito non serve più a nulla. La separazione tra il Messina e mister Banchieri non è un fulmine a ciel sereno, ma il risultato di un fuoco che ardeva sotto la cenere. Per settimane. Non una questione di risultati o prospettive, ma semplice epilogo di cattivi rapporti con alcuni membri dello spogliatoio che hanno portato alla reazione del ds Roma. Probabile, anche, che le radici di questa frattura affondino nelle panchine prolungate di Costantino e De Sena, e più in generale in una cattiva digestione – da parte di alcuni calciatori – degli appunti partiti dal tecnico. Una situazione che si trascinava da tempo, con malumori ora esplosi e che hanno portato a una decisione che non deve sorprendere. Le tempistiche, questo è innegabile, lasciano perplessi. A poche ore dalla sfida decisiva di Foggia – gara in cui Banchieri sarebbe stato comunque assente per squalifica – si poteva forse cercare una strada diversa. Probabilmente, però, le gocce che hanno fatto traboccare il vaso sono diventate insopportabili – dal punto di vista di parte della squadra, tanto da costringere la dirigenza a intervenire.

NESSUN COLPEVOLE, SOLO UNA SCELTA – Fare oggi la divisione tra vittime e colpevoli non serve a nulla. Sbagliato dire che “la squadra” abbia deciso per l’addio di Banchieri, come è altrettanto scorretto individuare un paio di calciatori come responsabili. Sono questioni di rapporti umani che diventano pubblici nel loro esplodere, ma il peso della scelta ha deciso di raccoglierlo un dirigente: il direttore sportivo Domenico Roma. Non giocate con facilità a schierarvi. Il ds ha preso una decisione – si è preso una responsabilità – la cui bontà sarà decretata solo dal campo. Saranno le sfide con Foggia e Juve NG – oltre al possibile playout – a dire se sia stata una mossa corretta o del tutto errata.

DUE VISIONI INCOMPATIBILI – Sicuramente, è una scelta che va incontro a una parte dello spogliatoio e che resta coerente con la visione del direttore sportivo. Il mercato di Roma era andato in una direzione precisa, col doppio all-in su De Sena e Costantino per appesantire il reparto offensivo dopo gli addii di Anatriello e Petrungaro. I due sono stati bocciati da Banchieri – lecito dato che ogni allenatore si prende la responsabilità delle proprie decisioni -, con il lancio definitivo di Luciani e un assetto che favoriva calciatori dalle caratteristiche diverse come Pedicillo, Tordini o Dell’Aquila. Scelte tattiche, tecniche, roba di campo. Legittime, come è legittimo che non piacciano a chi dirige sportivamente la squadra. Ma tutto questo poteva essere risolto ben prima. I punti di vista in contrasto non sono certo nati ieri. Tutto questo rende l’esonero non giusto o sbagliato, ma difficile da accettare senza porsi svariati dubbi.

LA FARSA – Il buon consiglio, adesso, sarebbe quello di voltare pagina velocemente. Non tanto per lasciare indietro qualche protagonista, ma per il bene comune. Indubbiamente, il futuro del Messina passa dallo Zaccheria e dalla possibilità di trascinare in zona playout in maniera definitiva la Casertana già sabato sera. Roba di aritmetica semplice, perché riducendo a 5 punti lo svantaggio gli spareggi sarebbero sicuri. Certo, nella misura in cui i campani non intraprendano tutte le vie possibili per bloccare i playout. Ma è una cosa che scriviamo da settimane, quindi restiamo tutti attenti. Detto ciò, il campo dirà quale sarà il domani prossimo del Messina. Che non sarà accompagnato da Banchieri, che porta via con sé il ricordo di un rapporto viscerale con la tifoseria, che ha sempre messo in cima ai propri pensieri e che, siamo sicuri, tiene a ringraziare anche adesso. Ne avrà forse il modo, anche verbalmente. Si ripartirà da una soluzione interna, cioè Antonio Gatto (vice di Banchieri ma portato a Messina da Roma e Ramondino) più Mauro Manganaro che oltre al ruolo di preparatore dei portiere ricoprirà quello di vice allenatore. Roba di campo, scelte che – come detto – rientrano nella responsabilità (nel bene e nel male) di un dirigente. Una vicenda che, però, va ad aggiungersi a quelle societarie. Fa quasi strano, infatti, dover discutere di esonero il giorno dopo il secondo mancato pagamento federale stagionale. Il tutto rende la situazione sempre tragica con sfumature farsesche. Non tanto per le decisioni prese, ma per la miriade di vicissitudini che continuano a inanellarsi in casa Messina. Da Modica che si dimette due volte, a Banchieri che paga alcuni cattivi rapporti; fino a calciatori che meritano rispetto per quanto stanno dando nonostante una proprietà inesistente e insolvente, ma che oggi – soprattutto nei calciatori più al centro dell’attenzione – sono chiamati a dare una forte dimostrazione, coi fatti e non con le parole.

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