Messina-Dattilo: se l’opportunità non bussa, costruisci una porta

Pubblicato il 15 Aprile 2021 in Primo Piano

Conta solo vincere. Troppo poco il campionato rimasto per non pensare solo al sodo. Il Messina che batte il Dattilo gioca una partita poco brillante, spesso confusionaria, ma cinica quanto basta per trovare una vittoria, probabilmente, decisiva.

SORPRESI – Obbligatorio partire dal fischio finale. La vittoria pesa 3 punti che fanno allungare sul Football Club bloccato a Cittanova, tengono a distanza la Gelbison corsara ad Acireale e mostrano un Messina che sembra non poter essere scalfito da nessuno. I passi verso la C diventano sempre meno, con un campionato che racconta che i giallorossi sono la candidata più credibile per consistenza e continuità. C’è stata una partita, ci entriamo pensando che se sorprendono le scelte iniziali di Raffaele Novelli (voto 6), lo fanno ancora di più quelle di Chianetta. Il tecnico dei trapanesi prepara benissimo la gara: sulla scorta di quanto fatto vedere da Cittanovese e Licata al San Filippo, piazza i suoi con una difesa a 3 che abbassa il baricentro e toglie profondità e fiato al Messina. I giallorossi ci mettono un po’ per trovare le contromisure, anche per un approccio troppo distratto che trova il suo manifesto nel giallo che Aliperta deve spendere dopo 5′. Pesante, perché diffidato, pesantissimo alla luce del successivo rosso a Lavrendi. Due assenze che a Paternò si faranno sentire, ma ne parleremo. Il primo tempo è bruttino, quasi noioso nel suo far comprendere che il palleggio del Dattilo resterà fine a se stesso e che il Messina troverà respiro solo su palla inattiva. Aliperta è il più vivo, bravo anche a trasformare la sua gara in una continua chiacchierata diplomatica con avversari e arbitro. Poi, inizia la sua sfida contro Giappone: calci di punizione, un tentativo in solitaria e la frazione racconta solo questo. Strano, perché il Messina è squadra capace di trovare l’abito giusto a seconda dell’invito a cena. Stavolta no, fatica e lascia alla periferia della gara gente come Foggia e Bollino. Meglio Cunzi – che meriterebbe anche un calcio di rigore per l’atterramento di Galfano -, che svaria e si accende, ancora meglio Cretella che prova a cucire un centrocampo e un attacco allungatisi in maniera errata. Poco, anzi pochissimo. Meno di quello che occorre, anche per una partita cinica.

EPISODIO CROCEVIA – L’inizio ripresa non sembra voler raccontare qualcosa di nuovo, col Messina consapevole che senza il classico episodio difficilmente porterà a casa la gara. Ci pensa Aliperta, o meglio ci pensa Giappone: il sinistro del numero 8 giallorosso non è un tiro in porta, anche se lo fosse stato sarebbe di facile lettura per il portiere trapanese. Giappone, invece, sbaglia i tempi volendo accorciare troppo verso il cuore dell’area, capisce tardi ed è scavalcato. Come detto in premessa, però, non è il momento della stagione per stare a pensare alle prestazioni. Perché le giornate sono tante, le forze sempre meno e in un finale così tirato devono esistere giornate brutte e vincenti. Il post vantaggio parla di una gara in discesa, Chianetta torna al 4-3-3 ma cambia poco e il Messina raddoppia. Ancora una palla inattiva, a conferma che non è il giorno del calcio manovrato di Novelli. Segna Cunzi, l’uomo del destino: arrivato a sorpresa, gettato nella mischia per l’infortunio di Addessi e capace di segnare due reti in meno di due gare totali, minuti alla mano. Un colpo di testa del più piccolo, ma del più vivo. Finita? Sembrerebbe, ma Lavrendi si fa travolgere dalla stanchezza spendendo un secondo giallo inutile. Vacca era pronto, già a bordo campo per sostituirlo. Beffa, perché l’inferiorità aiuta il Dattilo a rientrare in gara e far tremare i giallorossi fino al 95′. Pesa ancora di più pensando a Paternò, dove non ci sarà anche Aliperta per un centrocampo che andrà reinventato vista la contemporanea assenze dei due capaci di interpretare il ruolo davanti alla difesa. Ci penserà Novelli. Proprio sul tecnico – slegandola dal match col Dattilo – l’ultima riflessione: lo abbiamo criticato quando la sua squadra non giocava ai livelli attesi – soprattutto nel mese di dicembre -, nel rispetto di quello che l’allenatore in primis voleva proporre. Lo abbiamo giudicato sulla base del calcio bello e offensivo che aveva in mente, poi lo abbiamo esaltato quando quella voglia è diventata concreta realtà. Ne abbiamo apprezzato la capacità di non vivere di oltranzismi, col Messina diventato anche roccioso e chiuso quando serviva. Ventisei lunghe giornate, spalmate in un tempo che sembra infinito, fatte di lavoro dall’impegno ossessivo e di rispetto per qualsiasi avversario, nelle quali c’è stato anche chi – con imprudente coraggio – ne chiedeva la testa. Follie di questo calcio, in cui chiunque si sente in diritto di sparare sentenze.

Caruso 6: sempre attento sui piazzati di Sekkoum, incolpevole sul gol subito.

Cascione 5,5: poco brillante, risente dei fastidi che lo hanno fatto allenare poco.

Lomasto 6: lotta senza timore con Manfrè, mezzo punto in meno per la marcatura persa di Di Giuseppe in occasione della rete.

Sabatino 6: gioca con esperienza e quando c’è da essere cattivo non si tira indietro.

Izzo 5,5: spinge con buona continuità, in difesa soffre e lascia fare a Pace ciò che vuole per l’assist che porta alla rete trapanese.

Cretella 6,5: sfiora una rete, gioca la sua solita partita di grande qualità e regala alla platea un paio di giocate tecniche clamorose. (dal 43′ s.t. Crisci sv)

Aliperta 7: becca un giallo pesante troppo presto, capisce la gara e gestisce con diplomazia. Ingaggia un duello con Giappone, lo vince quando il giovane portiere avversario sbaglia tutto sul tiro meno pericoloso.

Lavrendi 5,5: fino al secondo giallo è il migliore dei suoi per lucidità e calma, poi cade nella trappola della stanchezza e spende un fallo ingenuo che costa il rosso.

Bollino 5,5: forse un po’ stanco, fatica a entrare in partita e non è quasi mai pericoloso.

Foggia 5,5: stesso discorso fatto per Bollino, una sola chance che manca di poco. (dal 41′ s.t. Manfrellotti sv)

Cunzi 6,5: l’uomo giusto al momento giusto. Si impegna più di tutti in avanti, rapace quando c’è da buttare in rete la palla che vale la vittoria. (dal 32′ s.t. Vacca 5,5: entra in un momento delicato e inferiorità numerica, fatica a trovare incisività)

DATTILO Giappone 5; Benivegna 5,5, Nigro 6, Fragapane 6; Di Giorgio 6, Lupo 6 (dal 40′ s.t. Pace 6), Sekkoum 6,5, Calafiore 5,5 (dal 18′ s.t. Terranova 5,5), Galfano 5,5 (dal 18′ s.t. Doda 5,5); Manfrè 5,5 (dal 25′ s.t. Bonfiglio 5), Di Giuseppe 6,5. All. Chianetta 6.

*fonte foto: Acr Messina – ph. Furrer

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