L’abbraccio sincero tra Cocimano e mister Oberdan Biagioni (voto 6,5), dopo la rete dell’ex centrocampista dell’Acireale potrebbe scivolare via tra le cose meno importanti. Rappresenta, invece, la dimostrazione che oltre al campo sta nascendo qualcosa di umano in questo Messina. Senza un rapporto fatto anche di sentimenti e emozioni non si può costruire proprio nulla, l’abbraccio di Biagioni vale per tutta la squadra nei confronti di un ragazzo che ne aveva bisogno, segno che il gruppo è sano e non minato. Il Messina che schianta il Gela non ruba ancora l’occhio, anzi fatica tremendamente a trovare cinismo offensivo e calciare verso la porta avversaria, ma torna a casa con tre gol e tre punti che diventano ancora più pesanti se aggiunti alla seconda gara consecutiva senza subire reti. Atteggiamento tutto nuovo per i giallorossi: Biagioni non sarà zemaniano di ferro nelle dichiarazioni, ma la voglia di calcio propositivo è quella tipica di chi si è formato sotto il boemo. Il tecnico romano passa la prima mezz’ora a sgolarsi contro Dascoli perché alzi la sua posizione, attacchi lo spazio della corsia destra. Quando il numero 2 capisce e aggredisce la metà campo avversaria arrivano due gialli per Ragosta e altrettanti calci di rigore. La partita sta tutta lì, o almeno è così che viene decisa. Nel mezzo c’è un calcio di rigore per il Gela per l’ingenuità di Barbera: occasione perfetta per il riscatto del giovane Ragone che scaccia via le critiche, respinge il penalty di Ragosta e scrive il suo nome tra quelli dei migliori in campo. Una parata decisiva nel momento giusto, altro tassello di una domenica perfetta. Niente facili entusiasmi però, anche se la guarigione di questa rosa sarà fisiologica dati i valori, soprattutto se paragonati a quelli dell’intero girone. Queste rimangono gare di esami per tanti, non tutti risponderanno presente e anche contro il Gela le insufficienze sono le solite. Reagisce benino Gambino, la panchina gli fa bene e quando è chiamato in campo mostra una personalità non vista fin qui e tira fuori un bell’assist per Cocimano. Piccoli passi e nulla più, qualcosa comunque rispetto ad altri ancora troppo impauriti. Porcaro e Traditi deludono: il primo per le aspettative, il secondo ci mette la volontà ma manca tecnica e personalità. La vittoria era quello che serviva, adesso nessun attimo per rifiatare: mercoledì c’è il Città di Messina, poi subito il Portici per una settimana tutta al San Filippo che potrebbe far risvegliare il Messina nelle zone alte della classifica.
Ragone 7: esistono le parate importanti e quelle nei momenti decisivi, lui fa entrambe le cose prendendosi la copertina della gara.
Dascoli 6,5: Biagioni gli tira un paio di urlacci perché lo vorrebbe più alto, quando capisce che ha campo da attaccare diventa una soluzione pericolosa. Conquista il secondo rigore per i giallorossi.
Porcaro 5: troppi errori in palleggio, contiene in maniera decente Dieme ma soffre terribilmente l’impatto di Sowe.
Russo 6: prestazione di esperienza, non fatica nell’impatto fisico contro gli avversari ma anche per lui sono troppi gli errori palla al piede.
Barbera 6: il suo avversario diretto è il capocannoniere del torneo, lui è bravo a limitarlo e gioca una gara di buona personalità anche in fase di spinta. Ingenuo nell’occasione del rigore concesso agli ospiti.
Traditi 5: si divora una rete da pochi passi, prima viene fermato solo da un intervento sulla linea ma sono davvero troppi gli errori tecnici e di rapidità di esecuzione.
Genevier 7: freddissimo dal dischetto, leader assoluto dei giallorossi. Palla al piede detta i tempi e prende per mano i compagni, calciatore didattico.
Biondi 6: tanta sostanza e lavoro oscuro, poca apparenza e tantissima quantità. (dal 37′ s.t. Bossa sv)
Arcidiacono 5,5: un tempo e poi la doccia per un paio di botte di troppo. Frazione senza sussulti e con qualche caduta di troppo. (dal 1′ s.t. Cocimano 6,5: mister Biagioni ci racconta di un ragazzo in difficoltà personali, lui reagisce con gol e prestazione. Dal 45′ s.t. Mancuso sv)
Rabbeni 5: la squadra fatica a coinvolgere il centravanti, lui si muove provando a entrare nel vivo del gioco ma non incide praticamente mai. (dal 15′ s.t. Gambino 6: entra col piglio giusto, lucido quando serve Cocimano per il tris trascurando un Carini in offside chilometrico)
Petrilli 6: buoni spunti tecnici, sembra il più vivo nella manovra offensiva anche se fatica a trovare la conclusione, se non in rari casi. (dal 26′ s.t. Carini 5: si aprono le praterie nella retroguardia gelese ma lui è sempre in fuorigioco, troppo distratto)
GELA Castaldo 5; Polito 5,5 (dal 38′ s.t. La Vardera sv), Sicignano 5 (dal 1′ s.t. Mileto 5,5), Brugaletta 5,5, Caruso 5; Mannoni 5,5 (dal 24′ s.t. Montalbano 5,5), Burato 5,5, Schisciano 5 (dal 38′ s,t. Mengoli sv); Alma 5,5, Dieme 5 (dal 1′ s.t. Sowe 6), Ragosta 4. All. Zeman 5