Messina: ieri, oggi, domani

Pubblicato il 5 Marzo 2019 in Primo Piano

Quattro risultati utili consecutivi, tre vittorie e un pareggio che raccontano di un Messina mai visto in stagione. La parte sportiva, quella tenuta a galla da un gruppo diventato squadra, rappresenta l’unico sorriso in un momento storico di continua incertezza.

IERI – Qualche mese e troppi passaggi a vuoto di troppo sono serviti a mister Biagioni per trovare il “suo Messina”. Banditi equilibri tattici e spazio a una maggiore pesantezza offensiva, arma perfetta per aggredire un campionato che tra mediocrità e mancanza di obiettivi scorre verso maggio senza emozioni. Il calcio, spesso, non mente e la classifica che sta per scriversi definitivamente racconterà una verità intangibile. Il Messina si lecca le ferite di mesi gettati al vento, con la consapevolezza di aver sprecato la chance di agganciare un podio alla portata nonostante l’estate torrida trascorsa all’Annunziata, le porte girevoli sul piano tecnico con Raffaele (ottimo lavoro a Potenza) sostituito dal suo contrario calcistico Infantino e un primo gruppo di calciatori senza anima e in copertina solo per spocchia e orrori. Il filo conduttore, che unisce l’estate alle porte di una primavera soleggiata, resta una reggenza societaria incomprensibile: i passi di lato di Pietro Sciotto sono stati molteplici, fino a quello che lo ha portato nelle retrovie con il rampollo Paolo a prendere decisioni e metterci la faccia. Forse più la seconda, perché sulla parte delle scelte non è certamente un esordiente. Il nuovo cda è stato accolto con il giusto scetticismo, azzoppato da uscite stravaganti come quella del fair play finanziario.

OGGI – Dal punto di vista tecnico-tattico il Messina ha trovato la sua identità: un 4-2-fantasia con Cocimano e Catalano che prendono le redini di una squadra rimasta, per troppo tempo, appesa al solo Arcidiacono. L’ex Sicula Leonzio paga una stanchezza fisiologica, l’aver trovato il supporto di due compagni dotati di ottima tecnica lo aiuterà ad arrivare a fine stagione senza dover raschiare il fondo del barile delle energie. Amarissima l’analisi di questa formazione: Zappalà e Ferrante sono il simbolo di una squadra che se fosse stata pensata con uomini diversi sin dall’estate avrebbe fatto ben altro campionato, la Serie D resta spietata e terreno per i famosi “calciatori di categoria”. L’obiettivo del presente va puntato sulla parte puramente sportiva: il Messina ha conquistato 31 punti in 26 giornate, a disposizione ne restano 24. Difficile, folle forse, pensare di fare bottino pieno, anche se trasferta di Portici a parte, il calendario dei giallorossi assomiglia a una discesa senza ostacoli. Il calcio resta strano, inutile fare tabelle o voli pindarici. Non per classifica ma per entusiasmo: questo deve essere l’obiettivo, con la salvezza ormai vicina e coi playoff lontani; per questo motivo vanno raccolti risultati (vedi Coppa Italia) utili a rifondare un amore messo da parte, ma mai spento.

DOMANI – Il futuro del Messina è una pagina di analisi politica più che sportiva. Della questione Leonardi ci siamo occupati nelle settimane scorse, non una boutade come confermato dallo stesso sindaco De Luca. Le smentite di rito fanno parte del gioco, sarebbe stato più preoccupante un silenzio trascurante che un voler sgombrare il campo. Saranno mesi delicati, da raccontare in punta di penna e solo davanti alla costrizione dei fatti. Con buona pace dei tifosi, che in questi casi si spaccano facilmente in quelli che “vogliono sapere” e quelli che “tutto deve restare sotto traccia”. Una ragione rintracciabile in ambedue le posizioni, anche se spesso diventa difficile tacere se gli incontri accadono in ristoranti e luoghi pubblici. Non si vive di solo Leonardi, perché l’imprenditore catanese resta una delle opzioni interessate, non solo al calcio messinese. Ovvia la parte che la politica dovrà recitare: il sindaco De Luca porta avanti a suo modo (citiamo) la vicenda, accompagnato e spinto dal consigliere Massimo Rizzo e in attesa che venga completato il bando per gli stadi. Importante passaggio quello sulla concessione pluriennale degli impianti, ma non solo: perché Leonardi (o qualsiasi altro imprenditore) diventa utile anche per uno sviluppo diverso dell’intera economia cittadina. Tra privatizzazioni, risanamento e riqualificazione, la città di Messina va incontro ad anni di rivoluzione che non potranno non essere scanditi dall’ingresso di nuovi imprenditori nel territorio che, se il terreno sarà fertile, potranno intrecciarsi con un vero rilancio della parte sportiva (calcio e non solo) di una città finita nelle categorie minori del Paese.

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