Senza troppi giri di parole, ci schieriamo decisamente con il partito dei “risultatisti”. Avevamo sperato in una vittoria a Roccella, in qualsiasi modo e senza troppi fronzoli. Così è stato e, intanto, il Messina resta in scia al treno delle prime.
NUOVO SPIRITO – Partendo da questa premessa, tralasciamo ogni considerazione di tipo tattico, anche perché – facendo gli scongiuri del caso – l’assetto visto domenica scorsa, con un “falso nueve” per sostituire i due centravanti assenti, difficilmente verrà riproposto molte altre volte nel corso della stagione. Ci concentriamo, invece, sullo spirito messo in mostra dai biancoscudati a Roccella: nuovo per alcuni piacevoli aspetti, a fronte dei quali ci sono ancora però limiti non superati. Ciò che di inedito – a nostro avviso – si è visto in Calabria, è la voglia di molti “senatori” di prendere per mano la squadra, nella consapevolezza che un mancato successo avrebbe avuto ripercussioni ben più ampie dei risvolti in classifica. Citiamo su tutti Biccio Arcidiacono. Anche stavolta ha sprecato qualche occasione di troppo, ma sicuramente per generosità e costanza ha sfoderato una prestazione di indiscutibile valore. Sempre nel vivo dell’azione, anche quando non aveva palla tra i piedi.
SOLIDITÀ DA TROVARE – Come lui, la maggior parte degli over e, in quest’ottica, non è un caso che stavolta gli under si siano visti meno del solito. Avere una rosa di livello non significa soltanto potere vantare un tasso tecnico superiore a quello di altre formazioni. Vuol dire anche, e forse soprattutto, avere risorse caratteriali che consentono di vincere pure “partite sporche”, di superare momenti difficili ancor prima che si manifestino pienamente, di sapere leggere le fasi più delicate della gara e comprendere quando c’è da usare il fioretto e quando la sciabola. Non sono piaciute, invece, le solite amnesie difensive. Al di là dei reali rischi corsi da Lai, una squadra vincente e adeguatamente cinica per questo torneo, non può permettersi passaggi a vuoto, a maggior ragione contro un avversario modesto. È probabilmente l’aspetto principale su cui Novelli è chiamato a lavorare perché – si giochi bene o male – una formazione da primato è innanzitutto una squadra che incassa pochi, pochissimi gol nell’arco della stagione.
*fonte foto: Acr Messina – ph. Paolo Furrer