Probabilmente in certe sfide la tradizione e l’aspetto ambientale superano di gran lunga qualsivoglia contenuto tecnico: una festa di sport, un evento circondato da un alone di sacralità pronto a rinnovarsi con il succedersi delle stagioni. Il derby tra Messina e Catania non sfugge a questa regola: tutto fermo, bloccato in attesa dello spunto decisivo. Gara per combattenti, ed i più esperti non si fanno trovare impreparati: Parisi, Martinelli e Giorgione da una parte, Bergamelli, Musacci e Plasmati dall’altra. Le emozioni, però, stanno tutte sugli spalti.
UN DERBY BLOCCATO – Un episodio, un guizzo per infiammare un derby tatticamente bloccato. La paura di non sbagliare, la pressione suscitata dai quasi ventimila spettatori giunti al San Filippo per un appuntamento unico nell’arco dell’intera stagione. Ci provano Plasmati (subentrato dopo pochi minuti all’infortunato Russotto) e Cocuzza, ma il primo tempo va in archivio senza particolari emozioni. Copione identico nella ripresa, tra improvvise fiammate e noiosi duelli a centrocampo: un tiro di Calderini dà l’illusione del gol, nessuna occasione dall’altra parte. I tecnici mischiano le carte, il risultato resta il medesimo. Per il Messina un buon punto, zona playoff ancora in cassaforte.
MESSINA 0
CATANIA 0
MESSINA (4-3-3) Berardi; Palumbo, Martinelli, Al. Parisi, De Vito; Giorgione, Baccolo (16′ s.t. Zanini), Fornito; Padulano (25′ s.t. Salvemini), Cocuzza, Barraco (45′ s.t. Biondo) (Addario, Russo, Barilaro, Frabotta, Burzigotti) All. Arturo Di Napoli
CATANIA (4-3-3) Bastianoni; Ag. Parisi, Pelagatti, Bergamelli, Nunzella; Scarsella, Musacci (9′ s.t. Russo), Agazzi; Calderini, Calil, Russotto (9′ p.t. Plasmati, 38′ s.t. Di Grazia) (Ficara, Ferrario, Bacchetti, Garufo, Sessa, Lulli, Barisic, Rossetti) All. Giuseppe Pancaro
ARBITRO Amoroso di Paola
NOTE Spettatori 20mila circa. Ammoniti Calil, Al. Parisi, Pelagatti, Biondo, Agazzi. Corner 4-3. Recupero 4′ e 5′
MIGLIORE Alessandro Parisi