Messina-Juve Stabia. Cercasi frontman per band di successo
Pubblicato il 30 Novembre 2015 in Primo Piano
Dimenticare Catanzaro, questo l’imperativo del Messina sceso in campo nel gelido pomeriggio del San Filippo contro una squadra tatticamente inappuntabile come la Juve Stabia di Zavettieri. Due esclusioni che sanno di bocciatura quelle di Barilaro e Frabotta: Martinelli terzino è un’idea applaudita praticamente all’unanimità, al resto ci pensa il corazziere Burzigotti, ripescato dopo un mese per far coppia con un granitico Parisi. Il tecnico Di Napoli (voto 6) non si lascia condizionare dalle assenze, prova, sperimenta ed alla fine ritrova i fedeli compagni di viaggio di questo strepitoso avvio di campionato: cattiveria e coraggio non mancano al Messina opposto alle vespe stabiesi, ma il gol sembra per lunghi tratti un’abitudine dimenticata. I fantasmi di Gustavo e Tavares aleggiano anche in sala stampa: nessuna ossessione, il campo continua a dare le conferme sperate. Per guardare ancora in alto, tuttavia, serve uno sforzo in più: a Lecce un nuovo esame per testare sogni, speranze ed obiettivi.
Berardi 6,5: una sola, strepitosa, parata sul colpo di testa ravvicinato di Gatto sui titoli di coda della prima frazione. Affidabile come pochi in categoria.
Martinelli 6,5: giocatore universale, agisce da terzino con la tradizionale abilità messa in mostra nella posizione di centrale. Insuperabile nell’uno contro uno, costringe Zavettieri a spostare Arcidiacono sul versante opposto.
Burzigotti 6,5: fondamentale sui palloni alti, pericoloso nelle rare sortite offensive. Sua la migliore occasione giallorossa nell’arco dei novanta minuti.
Parisi 6,5: per il difensore palermitano ogni partita disputata in questa categoria sembra un’autentica orazione ex cathedra. Intuito, piedi buoni ed esperienza al servizio di una retroguardia praticamente impenetrabile.
De Vito 6: brillante per tutto il primo tempo nelle sue consuete progressioni oltre la linea di centrocampo. Con Arcidiacono osservato speciale si limita a svolgere un lavoro prettamente difensivo.
Giorgione 6: meno dinamico del solito, spreca dal cuore dell’area il pallone del possibile vantaggio. Prezioso nell’interdizione, rinuncia per una volta alle sue tradizionali discese lungo la fascia destra.
Baccolo 6: recuperato in extremis, si rende autore di un primo tempo da protagonista per poi calare alla distanza. Dal suo completo recupero passano gran parte delle geometrie offensive immaginate da Arturo Di Napoli. (dal 27′ s.t. Zanini 5: in campo per venti minuti senza lasciare tracce tangibili della propria presenza)
Fornito 6,5: probabilmente il migliore in campo per dinamismo, volontà e cattiveria agonistica. Onnipresente in fase difensiva, corre costantemente a tutto campo per cercare un varco dal quale innescare il tridente.
Barraco 5,5: pronti via e fallisce una facile chance a pochi metri dalla porta di Polito. Funziona ad intermittenza nel supporto ai compagni di reparto.
Leonetti 6: Migliorini e Polak lo eleggono vittima designata, l’ex foggiano non si scompone e lotta con coraggio finché dura la benzina. Da rivedere. (dal 24′ s.t. Padulano 5,5: vale il discorso fatto per Zanini. Qualche intuzione in più, ma la svolta tarda ad arrivare)
Cocuzza 5,5: tornato nella sua posizione naturale, non trova lo spazio per rendersi veramente pericoloso in avanti. (dal 37′ s.t. Salvemini sv)
*foto ©PeppeSaya