Sono bastati 90 minuti per riaprire le carte del campionato. A contribuire al ribaltone, una sorta di corsa al ciapanò (gioco di carte, in cui vince proprio chi non prende) che ha visto protagoniste soprattutto le formazioni della zona play-off.
IL QUADRO – Così, squadre che sembravano destinate a un finale anonimo (come Nocerina e Troina) sono tornate in gioco per il quinto posto. In coda, invece, la frenata del Messina ha rilanciato le quotazioni della Sancataldese (che ha affossato le ambizioni del Roccella), mentre Palmese e Gela per farsi tirare dentro dovrebbero essere protagoniste di un vero e proprio suicidio sportivo. A vantaggio della Sancataldese, un calendario che prevede anche le sfide con Igea e Rotonda, ma intanto bisognerà capire se il Troina domenica prossima sarà ostacolo più o meno tenero per i verdeamaranto nisseni (resuscitati, tra l’altro, dal messinese Antonio Alacqua). Tutto fa pensare, comunque, che il crocevia sarà rappresentato dallo scontro diretto previsto al “Franco Scoglio” alla penultima giornata. Per Arcidiacono e compagni diventerà probabilmente un’altra finale, che si unisce a quella di Coppa.
L’ALTRA FINALE – Sull’interpretazione della sconfitta di Troina c’è unanimità: il Messina ha pagato lo sforzo – fisico, ma soprattutto nervoso – del match di Coppa Italia. Anche un pareggio, a conti fatti, avrebbe comunque cambiato poco. La sostanza è che i biancoscudati hanno davanti due partite (Nocerina e Roccella) in cui sono vietati passi falsi e, poi, affronteranno la Sancataldese con la speranza di avere ancora a disposizione due risultati su tre. Il piano B è rappresentato dall’ipotesi di allungare nuovamente a +8 (soglia che annulla lo svolgimento del play-out) il distacco sulla terz’ultima, il Locri, magari sfruttando lo scontro diretto tra i calabresi e il Città di Messina. Ma è, appunto, un piano B. Meglio, piuttosto, prepararsi a questa seconda finale, che sarà sicuramente meno nobile di quella contro il Matelica, ma forse anche più importante.