Finisce in gloria la domenica del Messina, con una serie di incastri che – adesso sì – fanno apparire molto più sereno l’orizzonte del finale di stagione.
IL SENSO – E mercoledì, tra verdetti del Giudice Sportivo (ricorso sul caso Lorefice) e semifinale di Coppa Italia, ciò che qualche settimana fa appariva nero – o, al più, grigio scuro – potrebbe assumere definitivamente tonalità rosee. Non basterà, ovviamente, a derubricare la parola “fallimentare” dal bilancio sportivo della stagione peloritana, ma almeno darà definitivamente un senso a questa annata che sarebbe potuta diventare veramente balorda. Per il momento, fanno già sorridere il +5 sulla quint’ultima (potrebbe essere +7) e il +8 sulla terz’ultima (potrebbe essere, addirittura, +11) che rappresenta il margine con cui si annulla la disputa dei play-out.
L’EMOZIONE – La copertina della giornata, però, la guadagna tutta Salvo Cocimano da Catania. Una carriera spesa tra D ed Eccellenza, con qualche sprazzo dell’allora C2. Il suo gesto ha inizialmente stupito: confessiamo che, vedendolo salire i gradoni della tribuna, temevamo volesse regolare i conti con qualche spettatore o giornalista critico. Poi, ha decisamente commosso. La dolcezza dell’abbraccio alla mamma (alle prese con problemi di salute), aveva una dimensione estetica sublime e un contenuto che va ben oltre le cose del calcio. Sensazioni forti, utili anche a ricordare come – al di là della categoria – di emozioni si vive; di emozioni si alimenta lo sport a qualsiasi livello; di emozioni ci si può nutrire anche in una domenica in Serie D. Senza volere speculare su quel gesto, è comunque significativo che arrivi al termine di una settimana in cui l’Acr è stata condannata a pagare gli arretrati a Domenico Bettini da Casale Monferrato. Anche lui una carriera spesa tra D ed Eccellenza, con qualche sprazzo dell’allora C2, in cui si inseriscono anche 50’ spesi in campo con la maglia biancoscudata. Pure lui era salito agli onori delle cronache per un gesto nobile: infortunato, aveva deciso – come comunicato dal suo allenatore – di autosospendersi lo stipendio. Evidentemente, così non era. E, a proposito di genitori, che dire del ricorso (vinto e quindi – chiariamo – legalmente ineccepibile) di David Yeboah, volato improvvisamente via per assistere il padre malato, salvo poi chiedere conto e ragione per gli stipendi non riscossi. D’accordo, la società si è rivelata ingenua in entrambi i casi, ma noi, pur dovendo rinunciare al calcio champagne, per il momento ci uniamo ben volentieri all’abbraccio alla signora Cocimano: viva la mamma!