La lista si allunga. Quella dei rimpianti, delle domeniche che avrebbero potuto dire altro. Al Football Club Messina il pari di Rotonda va doppiamente di traverso: la causa principale, infatti, è il pari interno della capolista Messina contro il Santa Maria.
TROPPO POCO – Che quello della squadra di Alfonso Pepe – all’esordio, ma sulla falsariga del predecessore Boncore – fosse un campo difficile era arcinoto. Che il Football Club avrebbe dovuto andare oltre alle difficoltà era, altrettanto, logico e noto. In una stagione, con obiettivi di vittoria, la giornata in cui dimostri più di quanto vali o puoi fare deve arrivare. Un’altra x, stavolta anche come risultato, ma il concetto di ennesimo spreco è chiaro. Subito sotto, subito a rincorrere quando, invece, il primo comandamento doveva essere quello di non condizionare il match a proprio svantaggio. Rincorsa su rincorsa: a quella in classifica si somma quella nella partita, così la fretta – che avevamo sconsigliato nel pre – diventa la cattivissima consigliera. Merito, tra virgolette, anche di un Rotonda che non crede ai suoi occhi quando si ritrova nella stessa condizione dell’andata. Vantaggio, chiusi e campo minuscolo per serrarsi ancora di più. Il Football Club fa il solletico, ma si accende quando Arena dribbla oggetti animati e inanimati presenti sul terreno di gioco. Arriva un gol, che verrà annullato per un fuorigioco più percepito che altro, ma gli arbitri sono una variabile nel bene o nel male. La reazione – se così può essere chiamata – arriva sul lungo periodo. Il gol di Agnelli salva il Football Club – come già fatto all’andata contro il Sant’Agata – quando di minuti sul cronometro ne erano rimasti un paio. Anche se il tempo per Lodi di firmare la beffa lucana c’era, il giovane portiere del Rotonda si ricorda che le mani servono per parare e cancella la pessima impressione fatta per tutta la gara.
SAPER ANDARE OLTRE – Sarebbe stato troppo dal punto di vista del merito, sarebbe stata la spinta fondamentale in questa fase del torneo. Il Messina rallenta col Santa Maria, quasi inaspettatamente e prima della difficile trasferta di San Luca. Ecco, allora, che al Football Club restano solo il rimpianto e la consapevolezza che i regali non vanno mai rifiutati. Sulla carta, è ovvio, la sfida della squadra di Costantino poteva essere più difficile. Ma, come detto, esiste un momento della stagione in cui andare oltre a queste amenità teoriche. Il Football Club non ci riesce, mostrando – per l’ennesima volta – la sua natura di squadra incapace di fare il salto di qualità al momento giusto. Questo, poi, va oltre a scelte tattiche e tecniche: perché Costantino potrà aver forzato la mano con il ritorno di Bevis nel ruolo di mezzala, nello scegliere una coppia un po’ fiacca – in termini di condizione – come Caballero e Carbonaro o – forse la cosa peggiore – nel rinunciare contemporaneamente alla qualità di Palma e Coria. Tutto vero e discutibile, ma quell’anima cattiva agonisticamente di cui dicevamo deve essere presente a prescindere dai nomi dei protagonisti. Assenza ingiustificabile. E, adesso? Il calendario sembra andare contro la teoria della rimonta, ma il compito della squadra di Costantino dovrà essere quello di spremere il massimo dalle restanti giornate. Solo così, infatti, il possibile grande rammarico finale potrà essere digerito: con la consapevolezza di aver tratto tutto il possibile dalle proprie forze.
*fonte foto: Football Club Messina – ph. Familiari